domenica 29 maggio 2016

TRAMONTO

Cala il sereno giorno, come calano sentimenti 
in questo freddo momento,
dove le parole smagrano il significato
spargendo residui di concetti
sulla sabbia fredda di una sera
che ci conosce ancora
e che non sa per niente del futuro
perchè niente è maturato
per saperne.
Cala il giorno dietro il mare calmo
come troppo calma è questa pazienza
di star muti come il cielo scuro
sopra un sole stanco,
pazienza che non sente più
il muoversi del vento che trasporta
un gabbiano cieco
tanto pare la sua incertezza
nel farsi cullare,
e notte si fa sempre più vera.
Silenzio con te accanto,
le mani non trovano riparo e posa,
vorrebbero o non vorrebbero
toccare, meglio accarezzare,
ma sarebbe come se alzar
un dito fosse tirare un pugno
in mezzo allo stomaco che langue
dal dolore di un silenzio
che è diventato solitudine
e con la mano ancora prende
quello che forse è rimasto ancora dentro
ma non lo vuol far sapere.
E trema sul giorno il nostro addio
fatto di parole non dette,
di sguardi persi e non diretti,
di semplici cenni con le dita,
occhi spenti alla luna che si è fatta
viva sulla pianura acquosa,
e riflette come farne beffa
la luce sopra l'onda lontana
dove è affidata la speranza,
quella che ormai ormeggia sul
confine di questo mare in prossima
burrasca, ma ancora troppo calmo
per offuscare il sole.
E il sereno giorno è calato ed
è venuta notte,
come se non ci fossimo mai baciati,
come se non ci fossimo mai stretti
nelle pelli e nei ricordi
ognuno guarda al suo futuro
lasciando sulla panchina il sogno
e portandosi dietro un cielo oscuro
senza luna e stelle,
forse saranno quelle
che mancheranno domani
ma stasera vedo che ancor m'ami
ma non ci sono parole
più su questa scena
e giorno chiude e il sole
muore definitivamente al mare.


Roberto Busembai (errebi)

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