sabato 30 aprile 2016

MAGGIO

Nel sangue che stilla dal mio dito,
c'è tutto il suo sapore,
è spina di rosa antica
questo dolce dolore,
è profumo del suo roseo colore,
inferto da una spina del suo stelo,
spina per non aver disturbo
da qualche insetto in volo.
Colgo questi nobili fiori,
per rendere pensiero a una madre,
che di tutti è simbolo sacro invero,
Maggio è il mese del coraggio
coraggio di aver sacrificato un figlio
per un mondo di ghiaccio.
Rose sono corona del mese più bello,
del mese che tutto si incolora
e diventa caldo, mese che nei prati
si fiena già dell'erba
alimento puro dell'animale in stalla,
mese che non si scalda quel tanto da sudare,
nè si fredda quel tanto da freddare,
mese delle giornate piene di luce
dove la luna non riesce a salire in cielo
che sole gli è già dietro per un giorno intero.
Curo la ferita, il sangue più non stilla,
l'ultima goccia rossa è scesa sulla corolla
di un fiore appena nato,
di un fiore che con coraggio
crescerà in questo meraviglioso Maggio.
Roberto Busembai (errebi)

MI PARE UN NIENTE

E' stato un non so che, forse uno di quei casi
che la vita vuole fartene presente,
come un dono unico da non lasciar sfuggire,
da non perder l'occasione che il destino ti offre,
l'averti incontrata quel giorno di un mese di quell'anno,
le date le ho dimenticate, o non voglio ricordarle,
non perchè mi dispiaccia, assolutamente,
ma per non capire quanto tempo è passato,
mentre a me mi pare un niente.
Mi pare un niente l'averti amato tanto
e reciprocamente essere appagato,
un niente saperti ancora accanto con
quel sorriso dolce misto ad un rimpianto,
quello di non poter forse essere gioventù
che stimolava tanto in tutto e in tutto
era un eccelso tra gli eccelsi.
Mi pare un niente, saper ancor baciare
con quell'intensità , non tanto nella forza,
quella viene sempre più a mancare,
ma nel provare gioia e vastità
come la prima volta, soli sulla collina
tu con la maglia indosso io con la canotta,
in una sera d'agosto, tra il cielo sereno delle stelle
e nuvoloso di tuo padre che aspettava sempre sulla soglia.
Mi pare un niente e forse un niente lo è davvero
tanto grande e unico è questo amore vero.
Roberto Busembai (errebi)

UN VENTO NUOVO

"E venne un vento nuovo a spazzar le foglie,
alcune rimasero incredibilmente ferme,
non seguirono la scia comune verso lo spazio d'aria,
erano quelle fradice e inzuppate d'acqua
che difficilmente riuscivano a volare,
e della loro materia poi si fece vita
all'albero che loro le sovrasta,
e di queste se ne deve aver ammirazione
se la primavera ancora torna in foglia ver
de."
Roberto Busembai (errebi)

venerdì 29 aprile 2016

APPARIZIONE

"La guardo come fosse aria nuova,
la sento come sospiro di vento
e penso come sono contento,
se fosse amore questa sensazione
sarebbe certo bello viverlo per sempre,
ma se invece fosse solo un'apparizione
non diventerò per questo santo
ma di sicuro disperato e pazzo
per non averti creduta a tanto."
Roberto Busembai (errebi)

PIANO BAR (Feat Francesco De Gregori)

La canzone dell'amore,
l'amore che ho trovato,
suonami pianista,
stasera ho voglia di far festa,
e cantami la vita
quella vera, quella delle note
che hai nelle dita
che hai nel cuore
e non nelle lacrime amare
che non fai cantare.
La canzone dell'amore,
quello che non vedo
ma sento a me vicino,
suonami pianista,
non gettare via il canto
che libri nel tuo spirito,
lascia la tua anima
sul banco del bar
e ubriacati di fumi
quelli d'alcool e d'applausi.
La canzone dell'amore,
quello che hai perduto
per due note stonate
date in un bar
all'ultimo minuto,
e io che ti avevo chiesto
la canzone dell'amore vero
quello che avevo accanto
e da te perso.

Roberto Busembai (errebi


NON MI LAMENTO

Lasciami correre sulle nuvole chiare
sulle nuvole scure,
fammi godere delle piogge cristalline
di gocce gelate,
sentire il vento gelido spazzare con violenza
sulle fumose ovattate
sulla mia coscienza.
Lasciami navigare sui mari di cristallo
lisci e trasparenti,
fammi sentire il freddo delle nevi in alto
su vette prominenti,
sulle cime sopra le valli bianche
della neve candida posata sul mio cuore.
Lasciami sognare di folletti sorridenti,
di fate turchine e maghi verdi e gialli,
sopra foreste immense e sottoboschi scuri
illuminarmi di raggi caldi birichini tra le foglie.
Lasciami in questo turbine di fantasie folli
se queste son sufficienti a farmi stare bene,
concedimi o salute infame
questo divertimento, e me ne starò zitto

vedi non mi lamento.

Roberto Busembai (errebi)

giovedì 28 aprile 2016

PAROLE SPESE

Son come insetti fastidiosi,
su foglie o rami, che brulicano
o succhiano o raschiano il fiele,
o nettano dello zucchero sul fiore,
cancerogeni esseri come afidi sulle rose
o fastidiose formiche sulla pelle,
le parole spese dalla gente.
Si raggruppano, si isolano si appartano
come gruppi di specie
e blaterano su questa o l'altra cosa
senza saperne niente,
solo per la maliziosa sorte
di esserne partecipi e presenti.
Parole come farfalle giulive,
volano tra le orecchie come
note fuori rigo di un spartito
scritto male e stonato,
urlano dentro le invidie,
le ingiurie e le calunnie
e risa o gesti o grida
fanno mimo di una recita
da divenir quasi monologo
tanto sono uguali.
Sono come insetti che succhiano
nel sangue e prelevano la goccia
per far rimaner prurito
come per ricordare
a chi non ne sa niente
quello che potrebbe
o forse o comunque è accaduto.
Sono le dicerie della gente
le rovine delle nobili persone,
sono come insetti fastidiosi
dentro i loro cuori.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Norman Rockwell (1894-1978), “Le malelingue,” 1948

Nonostante... solitudine

Nonostante... solitudine

UNA SILLOGE DI MIE POESIE

SUL MURO DI UNA VECCHIA STAZIONE

Sul muro di una vecchia stazione,
tra calcinacci e crepe da dove nascono fiori,
bocche di lupo o capperi dal colore viola,
ho scritto con un carboncino nero
la mia canzone d'addio amore
forse non ci rivedremo.
Era il bisogno di sfogare il pianto,
di un amore finito senza senso,
caduto così come la neve
che sui binari caldi scivola 
e non lascia traccia,
acceso all'improvviso 
in una stagione calda
e ai primi venti di un settembre strano
perduto in fretta sopra un veloce treno.
Ho scritto note improvvisate,
parlano di te e delle tue risate,
dei tuoi occhi brillanti e seducenti
che mi avevano rapito 
sulla spiaggia nella notte delle stelle cadenti.
Ci sono pure le pause dei nostri silenzi,
coronati dal rumore delle lievi onde,
ci baciavamo proprio in quel frangente
per riempire quei vuoti che la notte infonde,
e luna chiara sul mare la sua luce
e vento leggero schiuma tra le creste bianche,
onde schiumose di un vento traditore.
Ho messo tutto il colore in queste note
dei tuoi vestiti sempre pieni di fiori
leggeri come leggero era il tuo respiro
quando facevi l'amore con me distesi
sopra quel prato dietro ad un cespuglio
sotto un noce gigante a far da nascondiglio,
e con i capelli biondi lasciati liberi al vento
sembravi una vela aperta ed io la barca 
sul confine di un mare aperto,
e la tortora sul ramo che gorgheggiava
sempre quel suo monotono lamento.
Sul muro di una vecchia stazione,
ho scritto la nostra canzone,
chissà se un giorno un giovane vagabondo
potrebbe legger queste dolci note
e con il suo violino suonarla 
per raccattar monete e gratificazione.

Roberto Busembai (errebi)

GENERALE (da un'opera di Francesco de Gregori)



Sugo di carne con pomodoro fresco,
è il profumo di questo ritorno,
di colui che ha rivisto il mare
e sospirato il fuoco dei legni sulle spiagge,
o muschi sotto i boschi, tra funghi freschi
e fiori di campo, dietro una collina
nel casolare accanto.
Quante le lacrime versate
nei barattoli del latte fresco,
munto per liberar le bestie
e gettato ai gatti sulle soglie,
quante le lacrime sopra i ricordi
e sulle attese vane,
di una donna sola tra le donne
forse lei era il Generale.
Sopra quel treno che ti porta a casa,
c'è tutto l'amore di una giovane carina,
baciata sulle rotaie una fredda mattina
e nella nebbia delle bombe,smarrita
ma non dimenticata.
E la ferita, madre, l'hai ancora aperta
e quante ancora uguale a te
debbono soffrire, non c'è
la lacrima sul latte in questa storia
ma solo un vento nuovo
che mette odore di tempesta
oh Generale quanta sofferenza,
o gioia nel vederti ritornare.
Dietro la collina s'alza il fumo
acre, grigio di una tenue speranza,
posa il grembiale, esci dalla cucina
e prepara i funghi che avevi seccato
Generale lui è ritornato.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: John Rogers - CoxGray and Gold (1942)

mercoledì 27 aprile 2016

LA MENTE SOGNA

Nel sognare, la mente vaga libera 
e sincera parla di se stessa,
varca confini mai esplorati
e sente dentro tanta contentezza.
Rivede pure quello che ha lasciato dietro
e che mai potrebbe rivedere,
ricorda pure quando eri nato
e cosa stavi facendo magari in quel momento.
Ritrova anche le persone
care o meno care ormai lasciate
e con loro partecipi alla conversazione
e magari li riempi anche di baci.
Ma quando il risveglio, talvolta brusco,
cede al deliziato sonno,
lascia nella mente e nel cuore
un malinconico ricordo
e vorremmo non finisse notte.

Roberto Busembai (errebi)

ImmagineLeszek Bujnowski - Lost Green Balloon

COME ADORO QUELLA GOCCIA

Goccia di rugiada che scivoli sul petalo di rosa,
lasci traccia di una carezza umida e asciughi la tua voglia,
scorri nel vuoto e ti lasci cadere nella fresca terra,
raggiungendo così la tua apoteosi, essere di nuovo acqua.
Amore mio tu sei quella goccia che scorre sul mio corpo
lasci traccia calda e soffice e svegli la mia voglia,
scorri sempre più in basso nel ventre mio abbandonato,
raggiungendo così l'apoteosi, entrare nell'immenso in un sol gesto.
Come adoro quella goccia.
Roberto Busembai (errebi)

RIMMEL (feat Francesco De Gregori)

Giocatore di carte, menestrello,
donami l'asso per un poker pieno,
voglio vincere il cuore della mia bella,
e darle in premio il mio amore,
solo per render falsa la novella
che m'abbia abbandonato per un nulla.
Mago della mano, fatalista,
fammi sognare ancora alla vista
degli occhi suoi il rimmel che si dava,
per liberare i cuori a chi incontrava,
fammi vedere di nuovo dietro quel sorriso,
sulla fotografia, il paradiso,
e non scambiar la linea della vita
con quella , più corta, dell'amore.
E se rimane ancora aperta la partita,
non voglio più che lei faccia di me colore.
Roberto Busembai (errebi)

Immagine by Eric Fan

PICCOLA MELA (Feat Francesco De Gregori)

Era d'aprile, con i giaggioli in fiore,
gialli o viola lungo i cigli erbosi,
su clivi di colline ai bordi dei cipressi,
quando prendevi il sole
distesa sul prato in vetta del colle
al casolare antico, stendevi i panni lavati
e ti donavi un attimo posando la tinozza.
Era d'aprile quando studiavo Omero,
quando di Ulisse ne facevo prosa,
e in Nessuno pure io mi ci nascondevo,
non per astuzia ma sol per timidezza.
Era d'aprile e il cuore era leggero,
un vento birichino rapì una camicetta,
in volo con le maniche che facevano ali,
cadde dal filo fino ai miei piedi,
e lei gridava "fermala" come se fosse una farfalla.
Era d'aprile con un fiore in tasca,
il regalo per la riuscita impresa,
lei sorridente con la camicetta,
io innocente con una mela in bocca
il libro sotto la testa come guanciale,
e sopra di noi il mondo che ci veniva incontro,
forse non ricordo abbiamo fatto l'amore.
Era d'aprile con i giaggioli in fiore
gialli o viola sulle colline
dai cipressi scuri e
dai primi meli in fiore rosa.

Roberto Busembai (errebi)

lunedì 25 aprile 2016

SEMPRE PARIGI

Nasce dal cuore una canzone,
di melodia francese naturalmente,
di quelle fatte di fisarmoniche 
soffiate nelle rue o nei metrò di sera,
nasce malinconia vera
come ad un artista improvvisato
nelle piazzette di Montmatre
che dipinge il passato colorato,
nasce la lacrima nel volto
come la Senna scorre lungo la Ville
rispecchia case, monumenti e palazzi
e sembra portar via sempre la storia.
Nasce soltanto poesia
nel veder anche in una cartolina
la meraviglia di Parigi all'alba
dove il sole tutto indora
come se non fosse già
Parigi tutta di per se d'oro.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Matinée au pied du pont d'Iéna II by Guillaume Chanson

CERCAMI

Cercami nel vuoto della notte, nel silenzio dei pensieri, cercami e troveremo insieme quello che al buio non trovi. Cercami tra le righe di un romanzo nello scorrere della trama cercami e troveremo insieme il continuo della nostra storia. Cercami tra i petali di un fiore, dentro la corolla o nel bicchiere, cercami e troveremo insieme lo sbocciare del nostro amore. Cercami e non lasciarmi ad aspettare ad attendere in ansia la tua presenza cercami e troveremo insieme come passare questa nostra esistenza.

Roberto Busembai (errebi)

Immagine: Josef Lauer. Detail from Roses with Goldfinch and Bird’s Nest, 19th Century.

LIBERTA'

Se lasciare la gabbia aperta
a un canarino che non ha mai volato,
significa libertà,
allora anche io posso dire di festeggiare
questa libertà condizionata.
Se liberare con la lotta e il sacrificio,
uno stato da un barbaro conquistatore,
e il farlo è anche e soprattutto reato,
allora anche io mi astengo dal falso festeggiare
quella miriade di persone che si sono sacrificate
per non essere per niente riconosciute.
Se libertà si intende la massima dimostrazione
di se stessi, del pensiero, dell'agire e del parlare,
del vivere e della religione e del sesso, allora anche io festeggio
ma non certo oggi.
Roberto Busembai (errebi)

domenica 24 aprile 2016

ARCO E FRECCE

Ho preso arco e frecce,
da un distratto amorino alato,
per trafiggere deciso
il cuore di chi non mi ha mai amato.
Ho preso la mira con fermezza,
sono salito sopra il monte alto
e poi con sicurezza
ho scoccato la freccia nel costato.
Il sangue non ne sgorga
da questa ferita inferta,
aspetto che si degni
di vedermi in fretta
e possa finalmente
con questa congettura
far che lei mi ami a dismisura.                
Ma tutto non riesce
come vorremo fosse
e quella freccia chissà
dove è andata a parare,
vorrei che mi amasse
ma mi ha lasciato stare
e guardo il suo andar via
ridonando all'amorino distratto
l'arco, le frecce e il mio ritratto.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Isidoro Bianchi, Cupido dormiente con arco e frecce

SERA

Sera , chiusura lenta di una luce vera,
addormentarsi di un giorno stanco
leggera sensazione di un riposato sole.
Sera, anticipo della notte,
aperitivo di un nuovo sonno
preludio per un sogno
che porti al mattino dopo.
Sera, simbolo di riposo,
di pregusto incontro
di amore accanto
di notte bianca per rosso d'amore.
Sera, sedersi al tavolo
cena sicuramente apposta
piatto solo sopra il desco
non esco e sono solo.
Sera, ancora piove tanto
si sente il pianto del cielo
l'urlo delle nubi
il silenzio del cuore, il mio ,
di sera.

Roberto Busembai (errebi)

TUTTO QUESTO E' AMORE

La corda di violino vibra
nell'estasi di un sogno,
senti le note cadere 

come in piuma la neve
sul prato spoglio,
e nasce dentro la terra il fiore nuovo
portando verso il sole un colore gaio.
S'alza lontano nel mare nudo del suo salino sapore
prosciugando lidi e sabbie e donando candore
un vento leggero che smuove foglia
caduca su squame abbandonate,
e amore invoglia.
Dai monti coperti di nevi fresche,
bianche meringhe in panna inzuppate,
scendono fluttuanti rigoli di acque cristalline,
schizzano stelle alpine pelose,
ultimo emblema di pace
per una sorte di amore che nasce.
E nuvole in cielo, come cuscini di cotone
ovatta bianca e rosa per nettar le unghie,
da smalti improvvisati su le tue lunga dita,
offrono rossetti di colore ardito rosa
e macchiano camicie di aspiranti in cuore.
Tutto questo è soltanto amore.
Roberto Busembai (errebi)

SCRIVO TI AMO


Scrivo perchè non so parlare,
non so dire a voce
le parole giuste 
mentre su questi fogli bianchi
cadono pulviscoli di stelle,
petali di glicini rosa,
sono parole vere,
che nascono dal cuore
e non hanno posa.
Scrivo perchè ti voglio bene
e altro non so fare
che porre fermo su un pezzo di carta
il mio sentimento
fatto di ali di farfalla colorate
da sorvolare il mondo
per darti la felicità
che forse non so spiegarti
con la cadenza di una voce calda.
Scrivo e te ne chiedo scusa,
se puoi apprezzare questo,
se puoi capire il pianto
di un uomo che non riesce
a donarti tanto, di quanto
le parole scritte possano
far di te un incanto,
castelli di nuvole bianche
accendono il nostro cielo azzurro
e fan di te la regina
di un mondo nostro assoluto
che nessun altro uomo
potrà mai entrarvi dentro.
Scrivo non so fare altro
perdonami se sono nel silenzio
ma le parole scritte
puoi averle tutti i giorni
e immaginarmi che ti parlo
vicino ogni momento.
Scrivo e ti amo tanto.
Roberto Busembai (errebi)

MI RITORNI IN MENTE (Feat Lucio Battisti)


Vorrei pensarti come sei stata
e non come tu sei,
gioiosa e innamorata
e non dubbiosa e irata.
Vorrei pensarti come ti ho amata
e non come mi hai abbandonato,
unica e meravigliosa
e non traditrice e ingiuriata.
Vorrei pensarti come un fiore aperto
e non come un fiore d'ortica,
profumata e soleggiante
e non irritante e stizzosa.
Vorrei pensarti e mi ritorni in mente
ma non come eri tu
ma come sei irrimediabilmente.
Roberto Busembai (errebi)

INCONVENIENTE


Sul pennello c'è residuo di colore,
una tempera freddata dall'aria esposta,
che difficile toglierla se non con 
un forte solvente, da rischiar
di perder oltre il colore anche
le setole, inconveniente,
come inconveniente
è dedicarsi alla pittura,
sentirne la voglia e l'estro dentro,
posizionar tela e cavalletto,
ordinare i colori e pennelli
e aprire la finestra
per guardare il mondo....
che oggi è nero di tempesta
e piove incessantemente forte
da render tutto un bagnato grigiore
da mettere solo nero sulla tela bianca.
Inconveniente essere artisti
contro una natura ostile
che fredda i sentimenti
e i sogni dentro i cuori,
ma poi ci penso sopra e ci rifletto
anche un temporale è un effetto
e pongo sulla tela una nuvola nera
ed una bianca
in mezzo disegno una goccia
in trasparenza grigia
e dico questa è la lacrima
del mio animo in tempesta
caduta per impatto strano
tra la voglia matta e il mondo gramo.
Roberto Busembai (errebi)

sabato 23 aprile 2016

TROPPA MODESTIA


Non credo di aver molto di diverso
dal grande drammaturgo
che si chiama Shakespeare,
non ho scritto drammi d'amore
da far ricordare,
ma scrivo d'amore e sono ricordato,
non ho scritto drammi di re impazziti
o di re enigmatici
ma scrivo delle mie pazzie
e per me sono molto incompreso.
non ho scritto di principi gelosi
ma scrivo delle gelosie
e invidie della gente
non sono un gran poeta da osannare
ma sono poeta
osannato quanto mi basta,
Giulietta, Amleto, e Lear
potrei nominarne tanti,
odio usare i nomi
io scrivo della gente uguale
e uguale la gente mi sostiene.
Non credo di aver molto di diverso
dal grande drammaturgo,
forse che lui era Inglese
mentre io Italiano
e pure me ne vanto.
Roberto Busembai (errebi)

IL LIMITARE DEI PIOPPI

Vado camminando come un elefante poso le tracce ma infondono soltanto come un passerotto, e lascio nel cielo un alito leggero di profumo mis...