giovedì 28 aprile 2016

PAROLE SPESE

Son come insetti fastidiosi,
su foglie o rami, che brulicano
o succhiano o raschiano il fiele,
o nettano dello zucchero sul fiore,
cancerogeni esseri come afidi sulle rose
o fastidiose formiche sulla pelle,
le parole spese dalla gente.
Si raggruppano, si isolano si appartano
come gruppi di specie
e blaterano su questa o l'altra cosa
senza saperne niente,
solo per la maliziosa sorte
di esserne partecipi e presenti.
Parole come farfalle giulive,
volano tra le orecchie come
note fuori rigo di un spartito
scritto male e stonato,
urlano dentro le invidie,
le ingiurie e le calunnie
e risa o gesti o grida
fanno mimo di una recita
da divenir quasi monologo
tanto sono uguali.
Sono come insetti che succhiano
nel sangue e prelevano la goccia
per far rimaner prurito
come per ricordare
a chi non ne sa niente
quello che potrebbe
o forse o comunque è accaduto.
Sono le dicerie della gente
le rovine delle nobili persone,
sono come insetti fastidiosi
dentro i loro cuori.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Norman Rockwell (1894-1978), “Le malelingue,” 1948

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