giovedì 23 giugno 2016

FOGLI DI ROSA

Parole e frasi riempiono quel libro,
miste a sospiri e voci persi nel ricordo,
come petali di rosa appassiti
cadono senza profumo sopra un ciglio.
Sfogliano al primo leggero alito di vento
e cambiano il contesto ed il racconto,
s'alzano e si smuovono sull'erba
come un formicolio sul mondo.
Il titolo s'è perso nel passato,
il frontespizio è fortemente usurato
la spina secca forse fa più male
basta saperla scoprire tra le non più foglie.
Sono parole e frasi quelle scritte
sono pensieri d'amore quei petali seccati
insieme son ricordi di un amore
sorto forse di maggio quando c'era il sole.
Roberto Busembai (errebi)

PITTORE DISTRATTO

Vorrei mettere in pittura
tutti i miei sogni,
ma perdo sempre la pazienza,
c'è sempre un motivo
o una mancanza,
che mi arrechino fastidio.
Già con il pennello tra le dita,
una goccia d'olio per ammorbidire,
vado ad intingere il colore,
ma quasi sempre,
per non dire spesso,
mi rendo conto,
che quel colore desiderato
è finito,
oppure seccato
perchè lasciato esposto.
Trovo rimedio,
mischiando tra loro
altri colori,
e sto per metter
su il primo disegno,
e non mi rendo conto,
che sbadato,
che non ho la tela giusta
al cavalletto.
Lo so,
sono piuttosto impreparato,
ma è troppo forte il desiderio
di veder colorato
il proprio sogno
nel cassetto,
che a volte
faccio tanta confusione,
e tanto mi batte il cuore,
da non veder nemmeno
cosa faccio.
Rinuncio oggi nell'intento,
ma non mi perdo di coraggio,
intanto metto per scritto,
come sempre,
e del colore
dovrò aspettare,
di avere un po' più di cura
del pittore.
Roberto Busembai (errebi)

IL CANTO DELLA VITA

Canti alla luna, veliero sulle onde,
il forte desiderio della terra,
l'amore che ti aspetta giunto a riva
e il sapor del letto in compagnia.
Canti alla luna, della tempesta che sovrasta
della paura innata tenuta in bonaccia
vellutata incuria sulla poppa
mentre il pensiero rimane sulla prua.
Canti alla luna, dell'onda alta e bianca,
del pesce che rovina sullo scafo
e del gabbiano che dal cielo sfugge
la mareggiata porta grande pesca
ma di morir per esso non ripaga.
Canti alla luna, del desiderio marinaio
di quando sopra il molo,
cantavi frasi perdute a un ricciolo d'oro
promesse vane e mal mantenute,
ma che tenevan caldo nella stiva
o nella cuccetta nelle lontane sere.
Canti alla luna, di balene
che giganti seguono il destino
delle tue vele in combattimento
tra mare agitato e vento
e pensi a un amore solo
quello di rimanere vivo in quel momento.
Canti alla luna e sogni
secche perenni e venti ormai posati,
sale sulla pelle e spiagge bianche
lidi di palme e cocco da mangiare,
e intanto bevi e sputi forte il sale.
Canti alla luna e speri
che l'albero maestro tenga
e porti al suo compito il viaggio,
domani saremo tutti in un altro posto
e questo sarà soltanto un miraggio.
Roberto Busembai (errebi)

VOGLIA O DESIDERIO

Corrode come il sale sulla neve,
quel forte desiderio naturale
disumano lasciarselo scappare
ma altrettanto metterlo a tacere.
Scava come un insetto la sua tana,
levando rena e sabbia con cautela,
scartando con infuocata lena
ogni residuo d'incertezza vana.
Entra come serpente dentro un nido,
striscia subdolo e si attorciglia,
beve dell'uova quel liquido ancora misto
e gode nel sentirsi piano piano sazio.
Un desiderio innato in ognuno
che morde quando la natura chiama
e darsene contegno o frenare
l'uomo in nervosità lo paga.
La vita ci procura questi acuti assilli,
dobbiamo a volte lottare per frenarli,
essere maturi e saper soffocare
anche se nella gola rode ancor quel sale.
Roberto Busembai (errebi)

PICCOLA STAZIONE

Al limitare di un piccolo paese,
nascosta tra i cipressi e salici piangenti,
c'è una piccola stazione fatta di due binari,
uno per partire e l'altro per il ritorno.
Ci son panchine in legno per mettersi
ad aspettare, magari il primo treno
che parte per un sogno, o forse
con accorato pensiero
attendere dell'amore il suo ritorno.
Un piccolo bar vicino alla biglietteria,
giusto per un caffè bevuto in compagnia
della commessa sempre gioviale,
che ti raccomanda pure un pezzo dolce
e la lettura di un giornale,
in libera visione sul tavolino appresso
con una sedia in formica e un posacenere in lamiera.
Alla biglietteria c'è un solo addetto,
un anziano uomo con il beretto della divisa
l'unico ormai rimasto fedele a quel lavoro,
oltre a procurarti il fatidico biglietto,
ti informa su quale nuvola vuoi andare,
su quale sogno speri di raggiunger
o darti l'ora quasi precisa
di quando il tuo amore potrebbe arrivare.
Il capostazione vestito in verde
sta sempre pronto ad ogni movimento,
scruta i binari al mimimo sentore
e aspetta di soffiar al fischietto
per far partir il vagone
verso lidi lontani dove ognun vuole
dove la fantasia ognuno porta
dove la felicità non costa niente
e basta che non si perda poi la coincidenza.
Al limitare di un piccolo paese
c'è la stazione dei sogni persi,
di quelli che vogliam riconquistare
e di quelli che parlano d'amore,
chi è che non conosce questo luogo famoso,
ognuno ne ha di certo un ricordo gioioso.
Un gatto è l'unico che rimane
e mai non parte,
lui controlla ognun che arriva e
chi invece lascia,
lui sa cosa vuol dir l'amore di una notte
e poi il treno che te lo rapisce,
lui sa cosa vuol dire amare con ardore
e poi trovarsi solo per quel dolore,
andate sembra dica, teneteveli stetti
i vostri cari sogni,
e non scendete mai da quel treno
e tornate sani a questa stazione,
forse scoprirete davvero il grande amore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine by Fulvio Ervas

IL MARE NEGLI OCCHI

Ho visto il mare dentro i tuoi occhi,
quel lieve scorrere dell'onde quando 
brezza solamente,
quando del sale posa libero su pelle
arsa pure sotto le stelle,
ho sentito il fluttuare del suo movimento
nel tuo cuore caldo
il cantare del gabbiano al cielo
dietro a una barca carica di pesca,
il sibilo del vento che libeccia
lontano sulla riva bianca,
ho gustato il sapore del sale
sulle tue labbra rosa,
gocce di sudore perlato
in acqua marina mischiato,
residuo sopra una conchiglia
che pesce ha abbandonato
sulla chiglia di una nave
ancora da partire
o forse abbandonata al sole
senza più speranza,
ho visto nel tuo amore in lontananza,
tutta la nostra storia di una sera,
sotto la luna chiara sul bordo di uno scoglio,
ho letto nei tuoi occhi l'orgoglio
di sentirti libera essendomi vicina,
ho sentito il tuo cuore palpitar sospiri
nello stringerti a me con cura,
ho gustato il tuo bacio sulle labbra
come se fosse una fragola matura,
della tua pelle poi ho conosciuto
ogni sua forma e risposta vera.
Ho visto nei tuoi occhi
quella sera al mare,
non piangere al ricordo
continuiamo ad amare,
e il sale ci ricopra il corpo
anche se sul confine del mare
cala il tramonto di uno splendido sole.


Roberto Busembai (errebi)

L'ULTIMA FOGLIA CADUCA

Sono l'ultima foglia rimasta caduca
su un bosco di verde natura,
posata sul ciglio di una panchina
il vento non mi ha vinta
ne pioggia bagnata
son foglia caduca fortunata.
Sono rimasta ad ammirare
di come sorelle gioiscono al sole,
si librano ai venti sicure
e godano delle piogge correnti,
proprizie per vivere ancora
nei giorni di caldi roventi.
Sono rimasta per volontà naturale,
di veder simili a me in vita gioviale,
ma quanta profonda tristezza
sapersi la sola in questa fattezza,
nessuno con cui poter condividere,
dolori, pensieri ricordi passati,
di quelli presenti nessuno mi degna,
son l'ultima foglia rimasta caduca
in attesa che vento mi prenda.
Ognuno il suo tempo è bene che viva,
e ognuno trascorra insieme il percorso,
poi come tutti è bene che vada
lasciando ad altri il percorso.
Sono l'ultima foglia rimasta
ho visto anche troppo,
sono felice che presto sia basta.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Cold by EliaCherici

ESTATE

Capelli libera al vento
caldo nel suo corpo,
sinuosa nell'agire
come una giovane donna,
posa col suo candore
il germe della vita
e spuma e spruzza nei corpi
la frenesia dei giochi,
porta con se un violino
per darsene importanza,
e quando raggiunge il massimo
apre la sua danza,
su onde bianche e spumose,
su lidi di rene asciutte,
su boschi di licheni
e pinete alte,
su prati gialli grani,
maturi per l'estate,
ecco detto il nome
di questa nobile stagione.
Roberto Busembai (errebi)

C'ERA UNA VOLTA

C'era una volta l'amore disperato,
quello da far straziar i cuori
a chi vi si trovava inguaiato,
l'amore desiderato e pianto
al cospetto di una finestra aperta,
al finestrino di un treno che sbuffava,
al lacrimar di una partenza in guerra
o solo per vista una mattina
mentre con la mamma comprava
una stoffa o una borsa nel tal negozio.
E solitudine fatta di sospiri e voglie represse,
tra vesti ingombranti le signorine,
e attillati completi i signori,
tra fumi e caffè in ritrovi per soli uomini,
o tra il tè bevuto in compagnia di amiche
ridendo in celia del bel fusto d'uomo
intravisto nel corso con la mamma appresso,
facendo finta d'interessarsi alla stoffa o alla borsa,
guardando di sbieco attraverso la vetrina.
E ansie e sogni erano di giorno e pure di notte,
e ognun viveva con il suo sentimento in corpo
e non c'era ragione di poterselo dire,
se non di soppiatto magari fingendosi garzone
del negozio dove si vendevan stoffe o borse,
per conquistar così il cuore a chi
già ne era conquistato,
magari poi la madre acquistando
chiedeva pure se il garzone
le avesse dato una mano.
C'era una volta un amore sano,
o forse troppo poco ardito e stretto,
ma di sicuro era un amore certo,
magari poi finiva che dopo essere maritati
le stoffe e le borse da voi venivano
soltanto per essere trasportate,
tra un trasloco e un rassetto della casa,
mentre nei suoi attillati completi
la voglia si faceva stretta,
e negli ingombranti vesti dell' allor signora
c'era il problema di sgualcir la stoffa.
C'era una volta........
Roberto Busembai (errebi)

IL MIO FUNERALE

Mi voglio immaginare, il giorno del mio funerale,
si perchè almeno ora che sono vivo
posso criticare e pure ridere di chi viene,
posso sentenziare se le cose sono fatte per la quale
e anche magari rimanerci pure male per
scoprire che non son venute che poche persone.
Innanzitutto sono sicuro e certo
che sarà una giornata di sole alto,
non posso certo prevedere se estate o inverno,
ma non pioverà quel giorno,
figurati se il cielo spende per me le lacrime,
anzi è tra i più fortunati
perchè tra poco lo raggiungo,
c'è Pietro che mi aspetta per scrivere un presente
a un angelo che compie i suoi ennesimi anni,
e vorrebbe da me una poesia di quelle
che ha sentito dire dalla gente
che toccano il cuore a leggerle,
immaginatevi se la legge un angelo.
Ci saranno tanti amici, cari e altri solo creduti tali,
alcuni già lo vedo, controllano l'orologio,
si sono venuti ma soltanto per figura,
hanno la malattia della furia
e della funzione non gli interessa niente,
ci saranno pure i conoscenti,
quelli che mi hanno per sentito dire
o per amico dell'amico o del parente,
ma a tanti non gliene frega niente
cosa e chi c'è dentro la bara
l'essenziale che non si faccia poi caciara
e si finisca alla svelta.
Certo avrò un amore che piange disperato,
a questo non avevo pensato,
no questo non lo commento, altrimenti muoio davvero
a pensar al suo strazio e al mio al vedermelo in questo momento.
Ci saranno tanti bambini,
figli di amici,nipoti, cugini dei cugini,
chi in carrozzina, non lo ricorderò che in fasce,
chi già scolaretto, alcuni già il primo pelo,
che bello veder tutti questi giovani
io che giovane non sono.
E fiori in abbondanza, si quelli ce li voglio,
non mi interessa niente della beneficienza,
si muore una volta sola mannaggia
e voglio che sia fatto tutto senza guardar spese,
amo i fiori di tutte le specie e i colori
se non approfitto in questo frangente,
quando mai posso permettermi questo giardino volante.
Messe e preci, fate veloci
tanto se son da Paradiso o Inferno
non sono certo queste ultime litanie
a decider della mia condizione,
spero di trovarmi abbastanza bene,
qualsiasi che sia la dislocazione.
Beh credo di aver detto tutto,
in fondo non è poi tanto brutto
questo funerale, chissà ora quanta gente
lo verrà veramente a vedere.
Bon pro vi faccia ma spero molto tardi,
non sono in vena di rappresentazioni,
ricordatevelo almeno tra....trent'anni
e poi magari al tempo ci troveremo d'accordo.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine : Wayne Gonzales (American, b. 1957), Waiting Crowd, 2008

VOLEVO SCRIVERE AMORE

Volevo scrivere una frase d'amore
ma ho sentito una lacrima al cuore
forse l'amore mi intenerisce 
o forse è il pensarlo che lo ferisce.
Volevo scrivere un pensiero d'amore
ma quella fitta mi indurisce il cuore
forse non era sincero pensiero
o forse sono io che non sono vero.
Volevo scrivere un rigo d'amore
ma c'è qualcosa che lo muore
un pulviscolo strano che mi lacera dentro
forse non sono proprio così contento.
Volevo scrivere di un sentimento d'amore
ma devo ritrarmi e aspettar delle ore
per esser di nuovo in sintonia
o forse sperare di amare davvero.
Volevo scrivere, ma forse è meglio
che non lo scriva ma lo dica a parole
questo desiderio che scoppia nel cuore
e che si chiama soltanto amore.
Roberto Busembai (errebi)

E TUTTO PASSA

Passano i giorni e il vento rimane,
sulla collina e sulla valle,
smuove la rena sulla spiaggia deserta
e il mare canta a onda aperta,
passano i mesi sulle stagioni,
cangiano sul mondo i colori,
caldi d'estate e freddi d'inverno
cocomeri rossi e castagne marroni,
passano gli anni nella memoria
sull'universo e sulla storia,
sulle persone e su gli animali
ma non per tutti passano uguali.
E tutto passa e passa avanti,
dietro rimangono solo gli avanzi,
forse sereni forse un po meno
alcuni si piangono
altri si vorrebbero certo scordare,
passa la macchina sopra la strada
e lascia dietro un odor di benzina,
passa la nave sul lungo mare
e lascia una lunga scia,
passa l'aereo sul cielo azzurro
e lascia dietro una striscia di nuvola,
passano i bambini in fila indiana
e lasciano dietro la maestra,
passano pure le persone in fretta
e lasciano dietro il loro silenzio,
passano i giorni, stagioni e anni
con tutte le gioie e gli affanni,
passa tutto e tutto rimane
oggi c'è il sole
magari domani piove.
Passa la vita di ognun persona
basta che lasci l'impronta buona.
Roberto Busembai (errebi)

E VIVO

E' aperta la porta che induce al giardino,
e verde del prato il sole trasluce,
bisogno di ardore nel spegner il dolore,
e subito un fiore m'induce a pensare
che bello sarebbe se non ci fosse il male.
Cammino ormai lento sul mio lungo passato,
sento a malpena il canto del gallo,
d'estate il cicalio ormai mi è svanito
e vedo quel poco che Dio mi ha lasciato,
ma ancora ho vivo il desiderio innato
di porgere in alto lo sguardo ormai vecchio
e dirmi che bello star sotto a questo tetto.
Riposo e sospiro su una panchina 
di legno siffatta e pure protetta
da pioggie e intemperie,
dal sole e dal caldo
vernice di smalto colore di legno,
riposo e già penso 
a come potrei non uscire 
anche un solo secondo
senza annusare il profumo del tiglio,
del gelsomino che è fortemente sfiorito,
e dire a me stesso 
quanto son fortunato,
che ancora assaporo il profumo del mondo.

Roberto Busembai (errebi)

INTERVALLO

Il giorno si pone alla fine,
è un giugno che non trova estate,
l'inverno ancora fa vece
e sento più forte il bisogno
di starti vicino nel cuore
prendiamo il tempo d'amore
e giusto un caffè per riposo
da questa giornata sublime
trascorsa a contare le volte
che con le lenzuola hai tentato
di coprire le tue e le mie voglie.
Un giusto intervallo di pace,
tra dolci profumi d'aromi brasiliani
e dolci sapori di svizzeri cioccolatini,
un fiore non guasta per farti arrossire
e un bacio ti dono, aperitivo di
un lento proseguire.
Tu ridi lo vedo vuoi farti pregare,
sai conquistarmi
con questo tuo dolce fare,
celando nel riso la forte richiesta,
torniamo nel letto
a fare tempesta.
Io porgo la mano di fretta
poso la tazza
il caffè ormai è bevuto
ritorno felice al vicino passato
e provo di nuovo il caldo presente,
giugno assolato ancor non s'affaccia
a noi questa incerta stagione,
non porta che giubilo
per fare l'amore.
Roberto Busembai (errebi)

TEMA

Descrivimi la libertà, era il tema proposto,
l'esame di scritto per un giudizio finale,
e pur conoscendone il significato
difficile era poterlo descrivere.
Vicino al mio tavolo, nella cucina
pendeva alla parete una piccola gabbia,
amico dei giorni era un cardellino
che sempre cantava e svegliava al mattino.
Aprii lo sportello, presi con cura
il piccolo essere e lo posai sul banco
in attesa di vedere che cosa avrebbe mai fatto
visto che ora era libero e fiero.
Rimase impaurito in bilico sull'orlo
del tavolo di legno suo nuovo appiglio,
aveva anche smesso di cantare
e io che incredulo lo stavo a guardare.
Libertà non è essere senza catene,
ne gabbie, ne manette,
libertà è andare lontani
con il corpo e la mente
senza ostacoli alcuni
ne forzati ne obbligati,
è dare ad ognuno la sua giusta fonte
di offrire quel poco o quel tanto
che lui può donare,
è cantare anche dentro una gabbia
ma solo se senti la voglia di farlo,
è essere un uomo, un animale,
un essere vivente,
che posa sul mondo come lui pensa,
agisce e si muove,
è essere uguale fra gli altri cento
e riscoprirsi diverso esteriore
amandosi insieme senza questo
minuscolo particolare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: A Girl Writing by Henriette Browne (1829-1901) Museum of Childhood, London.

RICORDO D'AUTUNNO

Ricordo ottobre ogni anno,
al dolce profumo di foglie
caduche su asfalto bagnato
da pioggia leggera che scende.
Ricordo Parigi quell'anno
che sotto l'ombrello in una sera
d'autunno inoltrato
mi desti quel bacio tiranno
vicino a Place de l'Etoile
con l'Arc de Triomphe guardingo
e insieme Parigi scoprimmo
vestita in un nuovo mantello.
Ricordo salimmo sul metro
ignari del numero preso,
scendemmo in un posto sbagliato
e a piedi bagnati sulla rue
procedemmo tenendoci stretti per mano,
bagnandoci sotto la pioggia battente,
l'ombrello era perso nel vagone
come perso era il tempo trascorso
a correre tra boulevard e place
cercando un luogo appartato
per dirci sottovoce le cose.
Ricordo Parigi d'autunno,
le foglie caduche su Jardin de Luxembourg
seduti su sedie di ferro
tu con un libro d'amore
io con l'amore nel cuore,
lucertole sotto un raggio di sole
freddi nel sangue per il nostro timore
di credere eterno questa nostra passione
e sapere durare soltanto il passaggio
dei giorni d'ottobre in quel dolce viaggio.
Ricordo la Gare de Lyon quella sera,
cuccetta da quattro
senza la tua figura,
Parigi ora andava indietro nel tempo
come avanti correva quel treno,
e tu che lontano baciavi nel vento
sul bordo binario, e il viso di pianto.
Ricordo ottobre ogni anno
e sento ancora il profumo d'autunno
mischiato al famoso Chanel,
acquisto mirato nei gran magazzini
dono scontato per farmene grande,
ricordo nei giorni passati sul fiume
ai bordi di una Senna complice e silente
dei nostri passaggi di frasi d'amore,
nel nostro tenersi per mano,
nel nostro baciarsi ignari del mondo.
E scende la pioggia ancora in autunno
ma non è più quella dipinta a Montmartre.
Roberto Busembai (errebi)

LA FOTOGRAFIA

Racchiusa nelle poche grigie cose,
tra un panorama sbiadito alle spalle,
una luce bianca sulla pelle
e un sorriso che emanava pace,
questa è la fotografia che mi rimane
di un grande amore perso tra le stelle
di una notte maldestramente andata
scivolata dalle nubi bianche
per perdersi nel velluto nero
di un cielo terso in un giugno strano.
Con i capelli al vento, mossi sottilmente,
gli occhi che brillano al sole già calante,
un piccolo ciuffo birichino in bocca
e sulle labbra ancor il sale
per aver baciato la mia pelle,
ecco la fotografia che feci dopo
dopo che avevamo vissuto nelle stelle
marine, di un'estate alle porte
e un inverno ancor troppo stretto
come ora tengo stretto al cuore
questa fotografia che mi rimane.
Era di giorno e poi di notte ancora
e l'alba era lontana ma già sapeva di tramonto,
e qual che sia la scusa o la voglia strana
fu tutto dopo quel tormento
e con il cuore in gola ti accompagnai a casa,
per l'ultima volta, e mi guardasti ancora
voltandoti furtiva,
salivi quelle scale mentre dal mio cuor
le scendevi, ed era notte fonda o primo mattino
io mi ritrovai sulla spiaggia
con la fotografia che non volevi
e che burla delle cosa,
in quella ancor mi sorridevi.
Roberto Busembai (errebi)

LA GRANDE ONDA

E' dietro il nostro bisogno di ricordare,
l'antico desiderio dell'onda maggiore,
del grande slam sul prato,
dell'occasione unica.
Siamo in attesa con la tavoletta in mano,
ben curata, lucidata e tornita,
camminiamo frenetici sulla spiaggia dorata
in un su e giù con gli occhi puntati
sul mare agitato
e attendiamo con tutta l'adrenalina
nel cuore e nel corpo
per correre improvvisamente
alla vista della grande onda.
E la vita scorre, ogni giorno inesorabilmente,
ma il mare calmo o spesso agitato
non ci offre quel'attimo che noi vogliamo,
e mesti delusi forse anche stanchi
andiamo inesorabilemente avanti.
S'alza un nuovo vento,
questo pare sia più proficuo,
s'alzano le onde, la corrente è cambiata,
ci fermiamo con la tavoletta in punta
osserviamo con fermezza l'acqua
e stiamo per iniziar la corsa
felici stavolta di poter abbracciare
l'onda e il mare e la felicità tutta,
ma sempre ci è parsa, e mai ci è giunta,
e bagnati dagli schizzi provocati
ce ne torniamo a riva ancor più delusi.
Siamo sempre in continua attesa
ma sempre come tutto abbiamo la speranza
e certi come i surfisti
crediamo ancor nella grande onda.
Roberto Busembai (errebi)

DALLA FINESTRA

Era il passar dei giorni,
dietro quella finestra,
col vago sentimento 
di riveder la madre
a cui mi era negata la presenza
e dalle mura in fronte
sulla passeggiata
lei stava muta e mi guardava,
scambio di sguardi
i miei di soccorso
in lei di profonda compassione,
tragedia navigava
in quell'unione
e ancora quelle giornate
io mi porto addosso
come una lacerazione immensa
che guardar dalla finestra
è sempre un'angoscia dentro.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine Protected by a teddy bear by chris-herzog

IL CIELO

Sulla nave dei pensieri,
steso sul prato dei ricordi
navigo con le ali dei miei sogni
e osservo il cielo che ancora mi sovrasta
e mi chiedo quanto immenso ancora
dietro a questo azzurro
può illuminare questo gigante mondo
senza che si conosca o se ne faccia presenza.
Dietro la nuvola bianca, fatta di cristalli di neve
un angelo sicuro ci controlla,
ho visto la sua ombra furtiva,
di certo si nasconde alla vista
ma quanto ha da lottare e vedere
per stare ancora in devota attesa,
la terra certo non gli dà visione
di quello che lui certo vorrebbe vedere.
Ancora una nuvola rosa, fatta di cristalli di pioggia
dietro scorgo in trasparenza
la luce del sole che si avvicina
forse sarà la luce che tanto noi si aspetta
e ha deciso di illuminarci stamattina,
la luce di ogni sorta e preghiera
quella che ognuno tiene stretta la sera,
qualsiasi sia la natura o la credenza
spero che non mi sbaglio e si faccia presenza.
C'è comunque anche una nuvola grigia
fatta di cristalli di ghiaccio
cupa per ricordare a chi sta sotto
che può ancor infierire con i suoi temporali
con brontolii di tuoni e colpire a caso
con le sue saette,
sarebbe bello mettesse più paura
e desse un tremito generale
da far capire a tutto questo mondo
che chi comanda non sono i padroni
ma la natura e chi per essa vogliamo credere
e oggi, domani e chissà quando
il cielo potrebbe ritornarci addosso.
Sulla nave dei pensieri navigo
ma forse sarà meglio che approda
in qualche lido, i sogni si fanno troppo grandi
e i ricordi sbiadiscono nel profondo,
ancora io vivo in questo mondo.
Roberto Busembai (errebi)

VANITA'

Ha il sorriso beffardo, altezzoso, un poco stralunato,
rende il gioco a chi le ha dato il garbo,
poi si altezza a principessa austera
e ripudia ogni suddito al cospetto.
Di bellezza fa la sua corona,
di lodi e considerazioni impone alla sua reggia,
allarga le braccia a chi in lei si impersona
e rifugge chi la oltraggia.
Corrode i cuori deboli per farsene padrona,
lede ogni principio e ogni cuor sovrasta,
brilla di perle vere e vende bigiotteria,
si specchia ogni secondo
per la paura immensa,
di vedere cambiar sul volto
la gioventù che emana,
anche se sempre bella per lei risponde il mondo
nella sua trasformazione di vecchiaia.
Non sa volerti bene ma lo pretende,
non vuole altri uguali a lei intorno
perchè altrimenti questi li soccombe,
c'è un solo reame, il suo, a essere giocondo
e sopra tutti il lodato meglio.
Roberto Busembai (errebi)

E' PASSATO UN GIORNO

E' un giorno, un lunghissimo giorno
che non ti parlo d'amore,
è un atto riprovevole che non ha uguale,
mi sento alquanto costernato e vile,
da non saper come incominciare
a dartene le scuse e farmi perdonare.
Un giorno che non apprezzo le tue labbra rosse,
che lambiscono il dito per togliere quell'unghia
dispetto di una manicure sbagliata,
è un giorno che non lodo la tua pelle,
ora distesa al sole per renderla di miele,
vellutata come pesca ancor da maturare,
un giorno che non ti parlo dei tuoi occhi grandi
che guardano nel cielo a caccia di gabbiani,
temono una lacrima ma non piangi
solo un pulviscolo straniero che irrita la pupilla,
un giorno che non ti prendo la mano
che ora sta cercando un libro,un passatempo
dentro una borsa in vimini posata sull'asciugamano,
un giorno che non facciamo l'amore,
quello che vorremo su questa spiaggia
ma insieme aspettiamo il calar del sole
e non sarà più un giorno che non ti sento.
Roberto Busembai (errebi)

SIAMO UNA BARCA A RIVA

Siamo un relitto di barca antica,
profumo di salmastro,
antiche gesta in poppa
e in prua il ricordo,
siamo senza la corda
che regola la vela,
siamo nella tempesta
senza remi e motori,
siamo alla deriva
di un lago nel tramonto
siamo sulla spiaggia
di un mare già lontano,
siamo marinai in coperta
che mirano alle stelle
pensando a forti venti
sperando nelle correnti,
siamo nello scafo
pieni di cianfrusaglie
siamo vettovaglie
di una ciurma ubriaca
da mere sirene sugli scogli
che cantano giulive
senza concluder niente,
siamo un relitto di barca
senza colori e nome
siamo soltanto uomini
senza più l'amore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Boat by Veronika Pinke

VOLAMI NEL CUORE

Volami nel cuore, uccello della luce
volami e fammi provare l'ebrezza del precipizio
e acciecami con il tuo splendore,
fai di me la tua cavia ma insegnami l'amore.
Volami nel cuore farfalla dalle ali multicolore,
fammi provare ad essere bruco nella notte
strisciar su rami e mangiar foglie
ma fammi gustare la trasformazione
e godere della tua bellezza nello spirito.
Volami nel cuore ape dal pungiglione argenteo
fammi gustar del nettare del fiore
e dammi la proprietà di produrne il miele
fammi conoscer la pazienza e il dovere
e apprezzare la coesistenza.
Volami nel cuore e dammi la coscienza
angelo che risiedi nella trasparenza
fammi conoscer l'amore come consistenza
e fremere nel pianto della felicità
fammi vivere in pace quest'esistenza.
Volami nel cuore e plana sulla vita
anima mia gemella.
Roberto Busembai (errebi)

LA FAVOLA MIA

Sopra tetti di case, castelli dorati,
sopra monti di neve, uccelli argentati
sopra mari di sogni, navi volanti
sopra prati fioriti, silenzi parlanti,
sopra nuvole rosa e nuvole grigie
spazia libera la vita di sempre
nella favola antica e moderna
senza orchi o fantasmi
senza streghe o matrigne,
senza principi azzurri
o regine di cuori
siamo sempre noi soli
ad essere presenti.
La matita sull'occhio,
il fard sulla guancia,
la farina non serve
già la faccia è bianca,
mascheriamo nel vivere
quello che c'è di bello
e teniamo dentro questo fardello,
siamo liberi nell'illusione
siamo liberi nell'amore
e corriamo ogni giorno
burattini di un mondo
che i suoi fili ha gettato
siamo liberi di avere un ricordo
siamo liberi di avere una favola ancora.
E sorridi al di sopra dell'universo
e corriamo finchè fiato c'è dato
non voltarti non fermarti a pensare
quello che è passato è corso lontano
vai avanti e dammi la mano
troveremo un cielo diverso
un castello di sabbia dorata
una cima di monte fiorita
del mare vedremo la calma
e dei prati sentiremo i profumi
siamo liberi ogni giornata
di nuovi e grandiosi colori
poi la sera poniamo la veste
e mettiamoci insieme a ballare
con la luna che ci accende le stelle
e la notte col velo ci copre
perchè è bello sentire due corpi
ed è bello saperli protetti.
Sopra tetti, montagne, mari e prati
noi saremo per sempre volanti
nella fiaba personaggi di ruolo
nella vita soltanto comparse.
Roberto Busembai (errebi)

E' IL SALE CHE POSA

E' un nuotare nel cielo e un volare nell'acqua,
questo desiderio che mi rode nell'anima,
è una corsa nel prato è un cavalcare nelle spiagge
questo pressarmi nel cuore
è un sapore leggero è un amaro rimpianto
questo forte calore
che mi brucia nello spirito ancora,
è un cielo di sole e un azzurro di giallo
questo amore silente che corrode il passato
e arde il presente,
è impossibile sogno è incubo strano
questo ampio sorriso che irradia nel fianco
e spenge nel pianto
è un albero spoglio è un ramo spezzato
questo silenzio profondo che parla d'amore
e cheta le voglie,
è una vaga speranza è un sereno nel buio
questo scrivere dentro cancellando parole
che indelebili incidono,
è un bagno nel mare è un asciugarsi del sole
questo piangersi addosso con le lacrime secche
e gli occhi lontani,
è uno sguardo infinito è un cartello strappato
dal suolo del corpo e frantumato nel petto
proprio all'altezza del cuore,
è un diamante brillante è una vena dorata
questa calma apparente che ripone nell'anima
creduta sola e abbandonata,
è valenza di aria sopita è colore di ambra bruciata
la speranza che nasce al di sopra di ogni
naturale credenza
e riposa nel mare il sale che posa.
Roberto Busembai (errebi)

PENSIERO LIBERO


Sei libero di andare dove credi meglio,
dove pensi che forse tutto sarà bello
o almeno così lo speri e inciti me nell'abbandonarti,
non infierire, io non pongo ostacoli
sei parte integrante ma non preminente
e saprò rimediare spero e credo a questo inconveniente.
Sei libero di offrire quello che provi e senti
ma non so a quali altre persone o cose,
sei stupendamente inventivo non troverai problemi
nell'abbandonarti o librarti ancora
su lidi di terre nuove o mari incantati,
su nuvole cotonate o boschi verdeggianti,
hai proprietà comuni e non indifferenti.
Sei libero non ti sto negando assolutamente
il tuo spirito libertino che agita la mente,
solo mi sto chiedendo, fammene sorta
di come potrai elargire le tue immense sensazioni
se non avrai accanto chi te ne rende forza
chi possa dartene risposta tramite lo scritto
tramite il parlato o addirittura tramite gesta,
vai non troverai in me ostacoli o porte chiuse,
la finestra della mente è aperta,
fuori c'è il sole e non par che cambi il tempo
per cui hai anche fortuna nel viaggio
di non trovare complicazioni
vai pensiero ma non farti illusioni.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine Playbuzz

E' DI SCENA LA DANZA

Siamo concentriche volute d'aria smossa
in un teatro di pulviscoli ricordi,
ballerine dalle dolci mosse,
senz'ali e senza piume ma sinuose,
siamo quel volteggiar in scarpette rosa
che poggiano leggere sul ligneo palco,
spruzzi d'aromi di fiori d'arancio
su tulle bianco non di sposa,
siamo in eterna attesa
di un pubblico che ci applauda
pagante o no della rappresentazione
che volteggiando è presentata.
Siamo nel vortice della polvere che sale
battuta dalle tende di un teatro,
siamo il raggio di luce sulla scena
finchè la scena è in programmazione,
siamo il cigno di un canto in finale
che posa come ballerina ferma
sul fondale in assoluta morte della danza,
siamo la musica che sale dalla buca
e porta note sulla platea che esulta,
siamo una poltrona rossa di velluto
vuota per non esser stata occupata,
siamo teatro della stessa nostra commedia.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Photographed by Mark Olich

CERCAMI

Quando un silenzio scava inesorabilmente,
scalfendo con maestria ogni più recondita follia,
ogni situazione avversa, ogni dolce geometria
che la vita ti ha donato o punito o forse prestato
in quell'attimo fuggente, cercami sarò presente.
Quando il vuoto è il pieno della mente,
bianche pareti scivolose ed unte,
magre consolazioni e tristi evocazioni
che il pensiero corre e non trova niente
o niente non vuol essere cacciato
allora cercami io sono nel presente.
Quando sospiri immani dell'anima cocente
d'ardore e passioni andate o forse perse,
stille di ricordi immani corrodono il cuore
e bruciano nel corpo come lava incandescente,
cercami io ci sarò eternamente.
Quando nel camminare dei tuoi vaghi sogni,
del tuo lenire o sospirare o sorridere dei tuoi giorni,
quando trascorrere della vita ti sarà normale
o fugace o eccezionale,
cercami io ci sarò per sempre.
Roberto Busembai (errebi)

martedì 14 giugno 2016

SENTO LONTANO

Sento lontano un grido di passione,
non c'è sorta di trovar respiro,
l'uomo si discioglie come neve
in questo oblio terreno di dolore,
schiva la vita come fosse sterco
sputa sul simile come fosse marcio
e irride delle sue brutture
facendosene pure sberleffo.
Sento lontano un grido di paura
il sangue scorre come un fiume in piena
e stille d'odio nascono dalle sue fonti
e tutto copre e vige la violenza.
Sento lontano un coro di pazienza
e quello ancor di più spaventa,
il lasciarsi possedere da una silente accettazione,
inermi come pali piantati dentro terra,
alberi proni e servili
ad abbandonar le foglie anche quando sono verdi,
e piange tutto il mondo
sotto
la luna bianca.
Sento lontanissima una fievole speranza.
Roberto Busembai (errebi)

E' UN RAGGIO DI SOLE

E' un raggio di sole, quella luce che traspare
tra tende di lino tirate e ante socchiuse,
è un raggio di sole che alza
la polvere fine e leggera
pulviscolo d'aria di casa,
pulviscolo profumo di ambra.
E' un raggio di sole, in camera ora
sul letto riposa la nuvola bianca
e sfiora la pelle di pesca matura
velluto di sogno, seta di rosa.
E' raggio di sole il nume ricordo,
sorriso stampato di fresco mattino,
aroma di gelso fiorito sul libro
posato distratto per un rosso rubino.
E' raggio di sole su anima cara
su mare di stelle nell'alba già chiara
su vento di luce soffusa nel bagno
gocce di acqua sulla tua pelle.
E' raggio di sole nel suo passeggiare
Venere nuda su conchiglia del mare
perla preziosa su petali bianchi
passo leggero su piume di colombe.
E' raggio di sole in ogni mia stanza
ovunque tu vada nella tua presenza
su dolci aromi di limoni in fiore
su agri pensieri di arance mature.
E' raggio di sole sul letto di lino
riflette il lenzuolo sul viso carino
morbide membra abbandonano il corpo
e anima sorge portata dal vento,
è un raggio di sole questo momento.
Roberto Busembai (errebi)

E' BELLO SAPERTI

E' bello saperti felice, con me accanto
anche se non posso darti la completezza del momento,
non per mia volontà
ma per volere del destino avverso,
è bello saperti contenta in quel momento
anche se non ti sono propriamente dentro,
ma t'amo come mai in quel preciso istante
come non t'avrei amato prima che ti possedevo.
E' bello comunque questo amore intenso,
e te ne rendo grazie per la tua complicità
e per la tua piena disponibilità,
amore puro in ogni momento
anche in questo particolare che ci siam creati.
E' bello saperti accanto anche se di fianco.
Roberto Busembai (errebi)

SEI SEMPRE (Dedicata all'amica Lia)

Sei rosa anche senza petali,
sei fiore anche senza incanto,
sei albero anche senza foglie
sei libro anche senza parole
sei angelo anche senza ali
sei spirito anche senza alito
sei anima anche senza corpo
sei mare anche senza sale
sei monte anche senza roccia
sei scala anche senza pioli
sei nonostante tutto
madre anche senza accanto
ma vicino nel cuore e nel sentimento.
Roberto Busembai (errebi)

HO AFFIDATO I SOGNI

Seduto sopra il poggio di un fiume
calmo come il mio spirito in questo momento,
seduto sotto un sole birichino che gioca
tra spazi azzurri di nuvole,
facendo capolino sulle mie mani
che tengo fermo in quasi posa di prece,
ma che è solo un sentirsele per darsene un
motivo di essere vivo in questo poggio verde.
Si alza in lontananza un aereo di linea,
tutto rosso e bianco, e sale con disinvoltura
verso l'infinito, verso terre lontane,
verso terre che io non ho mai visto
e adesso penso che mai rivedrò,
ed è in questo ammirare il suo volo
che sento dentro di me di farci salire
un qualcosa dentro e che me lo porti
verso il sole che sembra raggiungere,
ho affidato con la mia mente,
tutti i miei sogni e le mie mete,
gli ho affidato tutta la speranza
e li ho fatti sedere in prima classe,
vicini al finestrino perchè possano
godere del viaggio anche un poco
di sobrietà e ammirino il paesaggio.
Ho affidato all'aereo tutto quello che
avrei voluto fare e dire in tutta la mia vita,
gli ho dato questo fardello perchè
possa portarlo lontano e almeno
quello possa viver felice o almeno
lo spero.
Sono seduto sopra un poggio verde,
ho smesso di pensare,
le nuvole hanno rapito la visione
di quell'uccello di ferro,
e sono solo con me stesso
e sono felice perchè qualcosa di me
ora sta librando nel cielo e raggiungerà
terre che io non ho mai visto
e mai vedrò ma con i sogni ci sarò.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Ypres to the Sea by William Lionel Wyllie. Date painted- 1915

COSTA FATICA

Non riesco a porre parole
su questo rigo bianco,
non sono dell'atmosfera giusta
o forse sto dormendo,
ma oggi fare una frase
mi costa pure fatica
non sento emozioni, vibrazioni
che mi stia scemando
l'estro dello scritto e del pensare anche,
forse sarebbe meglio facessi una dormita,
ci sta che magari dopo
tra un sogno e un risveglio
possa trovar di nuovo
qualcosa su cui parlare,
su cui raccontare
le gesta della vita,
contorni di un amore,
sospiri del silenzio
o fantasie di voli.
Basta per oggi ho dato
quello che potevo,
sto perdendo tempo
o sto diventando scemo,
spero che nella giornata
venga ancora la voglia
di porre nella testa
ma soprattutto in riga
qualche cosa buona
qualche parolina.
Spero che questo momento
duri poco e comunque non più
di un giorno.
Roberto Busembai (errebi)

IL TEMPO SE NE VA

All'inverno di un passato trascorrere,
si lasciano ricordi e strofe, canzoni o scritti vari,
si pensano come dei sogni 
fermati su fogli bianchi in risultanza di scritture nere,
sono ricordi di un tempo che fu
e che è bello ricordar solo per il contesto
o forse solo anche per necessità
di risentirsi un attimo diverso
da questa vita in grigiosità.
All'inverno poi si aggiunge il frutto della vita
allora nevica davvero su questo monte,
neve bianca candida, soffice e quasi calda
tanto è l'amore forte che la tempera
tanto è la presenza di quel fiore
che s'apre il varco anche nella valanga
e sfiora sul tuo essere e dice vita.
All'inverno un figlio è la tua eterna primavera,
è la chimera di un sogno camuffato
è il misero rimpianto di vederlo cresciuto,
il metro dei tuoi affanni e dei tuoi dolori
si libera come un'aquila alla caccia
sui monti di una preda
e vola in alto e poi in picchiata cade
precipitando vita e sole e mare
e consolazione prende quota
e luce della mia stessa luce
domani brilla sulla valle.
Il tempo se ne va
ma lascia le sue tracce e
di nuovo germoglia.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Juvenile White-tailed Eagle by sumo1664

ANCORA, ANCORA, ANCORA

E fammi gridare, fammi liberare
il cumulo di felicità che possiedo,
fammi gridare alla natura del mondo
tutta la passione che mi sovrasta,
fammi dire al mare quanto sale abbia io dentro
fammi dire al monte tutta al neve che mi scalda il cuore
fammi dire al vento quanta agitazione sento
fammi dire al sole quanta luce mi illumina la vista
fammi dire al verde del prato quanto fresco io mi senta
fammi dire al cielo quante nuvole bianche affondo
fammi dire alla terra tutta, quanto germoglio di vita provo
fammi gridare ancora, ancora, ancora
e sentirti dentro e amarti
a più non posso
più e oltre quello che posso.
Roberto Busembai (errebi)

IL LIMITARE DEI PIOPPI

Vado camminando come un elefante poso le tracce ma infondono soltanto come un passerotto, e lascio nel cielo un alito leggero di profumo mis...