sabato 30 luglio 2016

NAUFRAGO D'AMORE


Sull'onda di un pensiero, c'è sempre il tuo bel volto
appare piano piano e scivola nel cuore
sarà perchè ti amo ma non mi vuoi lasciare
nemmeno dentro il sogno mi lasci respirare,
sul mare del sentimento ti trovo a nuotare,
sorridi e mi fai cenno di starti ad ascoltare,
sarà perchè sei bella ma non ti trascurare
nemmeno sulla nave delle mie passioni
ti posso dimenticare,
sull'isola dell'amore ti ho trovata stesa,
sulla spiaggia dorata la mano hai tesa,
sarà perchè sei unica che ti ho assecondato
e come naufrago del cuore tu mi hai rapito,
sarà perchè ti amo
ma ancora non voglio trovar nave
che mi liberi da questo solitario vivere nel mondo
fatto di palme mare e te che sei sirena,
sarà che sono naufrago
di questo amore in piena.
Roberto Busembai (errebi)

venerdì 29 luglio 2016

BAGNAMI


Bagnami le labbra del mare che ti cola
dai capelli mori in sapore di sale,
bagnami la pelle che arde sotto il sole,
fammi sentire il brivido improvviso
di una mano bagnata
sul fronte della pancia
al limitar del monte,
bagnami la faccia con gocce d'acqua chiara
di un mare alla deriva in questa estate calda,
calda come le membra che sotto l'ombrellone,
ora, pulsano di solleone anche nella penombra.
Bagnami come sai fare,
sulle spalle ardenti,
con uno spruzzar di abbronzante
misto alla saliva dei baci che ci metti,
bagnami lungo le gambe con il secchiello pieno
di rena di battigia umida di conchiglia,
bagnami come vuoi
ma dammi meraviglia,
non far prender fuoco
questa arida foresta
che anche se non indotta
da sola prende fuoco.
Bagnami, e cessa questo incendio.
Roberto Busembai (errebi)

Immagine: Max Dupain: Sunbaker (1937)

ANCORA TI AMO.....IRRIMEDIABILMENTE SEMPRE


Cumuli di sassi, montagna in miniatura sulla riva
di un fiume verde, come le acque che scorrono
dentro queste vene, che sangue hanno perso,
nel pensarti invano, sono i ricordi del tempo
passato e volato sopra i ponti di roccia e ferro,
che attraversano la nostra vita del momento,
la vita dei giorni che non hanno resistito
al tempo delle piogge e dei venti,
che da questi si sono fatti trasportare,
verso lidi troppo lontani per poterli rivedere.
Strati di rocce sfaldate su questa terra di sabbia,
che scivola nel mio pensiero come clessidra,
lasciando la rena posare con cura senza
poter poi riprendere il momento scorso,
dentro quella fiala trasparente di vetro sottile,
che infranto, ora ,schizza sulla riva del mare,
lo stesso che ti ha visto affogare nel sentimento,
e mai più fornire onde bianche.
Sono residui che rotolano in valanghe,
di neve sciolta al sole di un luglio lontano,
troppo da ricordare e troppo da dimenticare,
ormai svanito, come queste gocce che bagnano il
mio corpo, che tuffato nel letto di un fiume di lamento,
si ricopre e langue ancora nel tormento.
E come foglia galleggia sopra un bicchiere,
di acqua ricolmo, ma non trabocca,
il sogno, si morde le labbra e piange,
lasciando tracimare parole languide,
su un tavolo freddo di marmo bianco,
e venature scure fondono il rimorso
e solcano un cuore ormai perso.
E ancora ti amo...come irrimediabilmente sempre.
Roberto Busembai (errebi)

mercoledì 20 luglio 2016

HO ATTESO

Ho atteso l'infinito per sentir la tua voce,
sopra le mareggiate dell'inverno cupo,
attraverso le erbe di un primo aprile,
sotto papaveri rossi di un'estate mite,
al di la delle foglie caduche di un autunno triste,
ho atteso fino al presente
vecchio e ormai finito,
di sentire il respiro sopra la mia pelle,
della carezza prima di un giovane mattino,
di un bacio nella sera prima del dolce sonno,
del caffè caldo e gonne stese sul terrazzo,
di un grido dalla finestra che incita a salire,
di un forte abbraccio sul tuo seno materno,
di un sorriso negli occhi e fermo sulla bocca.
Ho atteso e ancora spero,
di sentire un messaggio che sia sopra il vero,
che voli come airone sulle nuvole bianche,
che navighi veliero sulle onde stanche,
che profumi di spigo dentro ad un cassetto,
che maturi di pesca in un orto fresco,
e cangi colore e suono al tuo passare,
e quanto ho atteso di vederti, madre.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Pablo Picasso - Ritratto della madre

sabato 16 luglio 2016

AVRESTI AVUTO


Avresti avuto la stessa considerazione,
avessi dato retta al tuo istinto,
se quella sera dopo quella cena
ti fossi abbandonata al suo spinto gioco,
si va bene l'offerta era invitante,
la carne a volte lascia cedere alla mente,
ma poi saresti certo rimasta sola
e non avresti in mano men che niente.
Non c'erano violini e rose,
canzoni di stornelli a renderti felice,
ma sapevi bene cosa ti aspettava,
notte di fuoco e poi arrivederci,
e io che allora ci morivo sopra
e cercai ancora di tenerti a bada,
mi accecasti con uno sguardo truce,
ti avevo colpito nel tuo intento
e l'altro ridendo alzò i tacchi
e voltandosi di te si prese gioco,
lasciandomi così tra brace e fuoco
ovvero tra le tue ire e il suo disappunto.
Avresti avuto tutto questo amore,
se non ti fossi tirata indietro,
nonostante le tue ire nei miei confronti
e le tue rabbie scatenate
gettandomi le scarpe dietro
ai miei passi,
per sfogar la rabbia degli istinti,
ci ritrovammo furiosi sulla sabbia
tu scalza e io con l'acqua a gli stinchi.
Avresti avuto tutto quel calore,
nel baciar un uomo che ti amava,
che ardiva soltanto vedendoti passare,
o sentire a malapena il tuo respirare,
e sotto la luna testimone innocente,
mi gettasti in acqua completamente,
ma ebbi l'accortezza e forse la malizia
di attaccarmi alla tua gonna
e così renderti la grazia
di farti cadere con me e inzupparti.
Avresti sentito battere forte il cuore,
se non avessi tolto i tuoi fradici vestiti,
e nel contempo anche io ti imitavo,
e come Dio ha creato l'uomo,
ci ritrovammo in spiaggia
nudi ad asciugarsi alla notte,
ma da bagnato di sale marino,
i  nostri corpi furono poi sudati
e il fresco caldo che creammo allora
sai quante altre volte lo facemmo,
e forse avresti avuto la stessa gloria
avessi dato retta al tuo istinto naturale
di correr dietro a delle promesse,
mentre con me lo facevi e bene
senza alcun contratto o condizione.
Avresti avuto questo grande amore,
se fossi corsa dietro a quell'imbusto,
sarebbe stato forse anche migliore
ma non certo sarebbe stato di buon gusto.
Avresti avuto certamente tanto dolore.

Roberto Busembai (errebi)







AMORE


Amore non è un aggettivo,
neppure un pronome,
è solo una parola racchiusa
tra sentimento e cuore,
è solo un'espressione
che annaffia l'animo,
è solo una canzone
che conosce la mente,
è un lasciarsi andare
senza nessun ritegno,
è sentirsi uomini
in un mondo naturale,
è volersi bene
senza tante altre parole.
Roberto Busembai (errebi)

venerdì 15 luglio 2016

NON DICO ALTRO


E non mi sento di aggiungere altro,
il tramonto oggi è più vicino,
dietro le dune di una sabbia fredda,
fredda come il tempo guasto ha posato,
fredda come il cuore che mi hanno ammazzato,
e lascio il lido e l'acqua alla sua solita sorte,
lo scorrer quotidiano sperando che non trovi morte,
quella che invece ci accompagna sempre,
ora inequivocabilmente
nella più assoluta e impossibile
quotidianità.
E non voglio dire altro,
perchè non ho proprio più parole,
non ho più lacrime da versare,
e pure la rabbia si perde nella rena,
si nasconde tra conchiglie e granchi
e muore con il suo ardore.
Non dico altro,
scrivo sulla battigia,
con una canna rotta,
residuo della bufera di stanotte,
ti amo vita,
e l'onda lieve arriva sulla sponda
e nel ritorno cancella quella scritta,
come questi giorni
cancellano la nostra vera vita.
Roberto Busembai (errebi)

NICE
Anche il mare ha smesso la sua onda,
e lascia il seguitar dell'acqua,
senza porre indicazione o freno,
tanto non bagna questo sale immenso
su spiaggia non dorata ma rossa,
non certo di sostanza terrena
ma rossa del sangue dell'innocenza,
e lascia che scorra sulla riva,
almeno per ripulir della vergogna
di vedere bambolotti e passeggini
coperti di coperte d'alluminio,
come pesci messi nel congelatore
per essere serviti nei migliori ristoranti,
in una città ricca e dorata,
ora povera d'animo e di voglia,
l'azzurro della costa è diventato viola
e nel tramonto domina la guerra.
Roberto Busembai (errebi)

IL LIMITARE DEI PIOPPI

Vado camminando come un elefante poso le tracce ma infondono soltanto come un passerotto, e lascio nel cielo un alito leggero di profumo mis...