giovedì 30 novembre 2017

SARA' OLTRE QUEL CHE VEDO

Sarà oltre quel che vedo,
l'azzurro immenso
che nella pelle sento
colorare,
sarà forse oltre
lo sguardo del momento
quel sorriso
che mi prende e mi corrode,
non ho timori e dubbi
ma la paura della felicità
supera oltre quella del dolore,
e appiglio il mio solo vedere
a un attimo di vento,
per poterti accarezzare anche,
quando il vento
si va a placare.
Sarà oltre quel che osservo,
ma di te provo il brivido
del ghiaccio che si scioglie,
del bambino che pronuncia una parola,
del tuo bacio nella mente
un dolce suonare di viola.

Roberto Busembai (errebi)
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DICEMBRE

Ho il rosso
come colore dominante,
rosso come il fuoco
che aspetto sempre
che scaldi il mio gelare,
rosso come l'amore
che porto nelle feste
per ricordare un cuore,
rosso come le guance
di un bimbo sulla neve,
rosso come il sentimento
che cerco di inondare
nelle celebrità e
nelle tradizioni,
rosso come le scatole
di certi panettoni,
rosso come le foglie
di una pianta comune
che addobba nelle case,
rosso come le tovaglie
stese per i grandi pranzi
e cene di famiglie.
Ho il rosso
del cuore che vi dono
pensando a chi non
può nemmeno festeggiare,
chi ha perso un amore
o chi lo sta per lasciare,
chi non ha casa e lavoro
o chi stenta nel mangiare,
chi prega nel silenzio
e non trova conforto,
chi ci sta per lasciare
o chi soffre e è invaso dal dolore,
ho il rosso
del sangue che scorre
e vita vuol donare,
del vino che si beve
per festeggiare,
del lasciare definitivamente
un anno forse da dimenticare.
Roberto Busembai (errebi)
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ZIA MOLLY - GLI ADDOBBI NATALIZI

Ebbene anche io ho ceduto alle convenzioni, e non ho potuto non addobbare un poco le stanze della mia casa, per avere sentore di un Natale, che benchè misero e languido, cede sempre in questa stagione. Certo non lo ritengo atto al clima che respiriamo nel mondo, e pure in casa nostra, ci sono situazioni delle quali c'è poco da fare Natale, anzi dovremmo essere noi stessi a rimboccarsi le maniche e apportare aiuto e consolazione a questi, forse sarebbe il giusto Natale. Io non sto certo a misurarmi e lodarmi per quello che faccio in tal proposito, non amo pubblicità in tal senso, anche perchè non mi pare ci sia niente di speciale in ciò e lo ritengo un gesto alquanto naturale da non essere per niente enfatizzato, ma comunque lo ricordo a coloro che magari ne hanno il presentimento di farlo ma trovano difficoltà a espletarlo.
Aiutare e donare a gli altri è il Natale più bello che ognuno possa realizzare nella sua vita, perchè non è il pranzo con i nipotini e i figli, non è l'albero o il presepe, non è la messa della mezzanotte, a far si che il Natale sia appieno, se volete davvero sentire il calore e il vero sapore della vita e del senso della festa, andate dove c'è bisogno, basta pochissimo non occorre avere milioni, basta un cuore, un sorriso ed una mano e tutto assume un colore immenso.
Bene, comunque detto questo, chi può e chi vuole, come me del resto, addobbi pure la sua casa per avere felicità intorno ai propri parenti e se vi piace io farei anche il presepe, perchè non posso vivere senza la tradizionale sacra famiglia che aspetta che io posi il Bambinello proprio la sera stessa del 25.
Buona giornata amici
Zia Molly
(errebi)
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VIVERE DELLA NEBBIA IL SAPORE

Sotto la coltre nebbia umida
di pioggia rara,
vive del raggio il sole caldo
e langue sulle sfumature
delle ombre e dei rami secchi
il brivido del freddo naturale
portato dal leggero vento
che s'alza sempre prima
di un maestrale,
e viene a ricoprire il sogno
come speranza vana
che corre tra le sconosciute
terre che si posa,
o leggermente accarezza
come un vellutato soffio
che passa dentro il cuore
e lascia intimorire
per l'inconscia voglia
di volere.
E sempre viene il sole
e diversamente, forse,
si realizza il sogno
anche parziale
come parziale è la luce
apparsa tra le ombre.
Roberto Busembai (errebi)
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mercoledì 29 novembre 2017

MIAGOLANO ALLA LUNA

Miagolano sui tetti
i gatti innamorati,
cantano alla luna
i loro sogni e intime voglie ardite,
tenendo sveglia la gente
che vuole riposare,
e questa sera
non ha voglia di destare
sopra la città che tende
a chiudere le luci
e ritornare poi al mattino
per il solito lavorare.
Ma i gatti non sentono ragione
e miagolano incessantemente
nonostante le grida
le ciabatte e qualche pentola d'acqua
gettate allo sbaraglio
sperando di chetarli,
ma poi anche la gente
comprende con ardore
che non c'è assolutamente niente
che può calmare l'amore,
e si appresta a entrare dentro il letto
sospirando alla luna,
anche loro,
l'amore che hanno dentro
e vogliono estraniare.
Roberto Busembai (errebi)
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IO LE CUCINO COSI' (da NONNA LINA VI CONSIGLIA)

IO LE CUCINO COSI'
Inizia a fare freddo, le giornate sono diventate sempre più corte e il sole è pure un birichino, del resto come sempre arriva l'inverno e in questo speriamo che lo sia davvero da non sciupare altrimenti tutte le stagioni che avranno a venire. E' proprio in queste giornate cupe, quasi da rattristare gli animi e i palati, voglio enunciarvi una ricetta semplice ma che allieta sempre la tavola e riempie lo stomaco ben volentieri, una ricetta che anche i bambini penso sappiano fare, ma che vi voglio riproporre alla mia maniera e chissà che non sia eguale alla vostra.........
PATATE AL POMODORO
Una cipolla (meglio bianca)
4/5 belle Patate
Olio extra vergine
Un barattolo di passata di pomodoro, o mezzo litro circa se in bottiglia
Un mezzo cucchiaino di concentrato di pomodoro
Un rametto di rosmarino
Un mezzo cucchiaino di zucchero
Un mezzo cubetto di dado concentrato oppure se ne avete del brodo.
Peperoncino e sale quanto basta, a chi piace anche il pepe
Sbucciate le patate e, una volta lavate e asciutte, tagliatele a tronchetti.
Filettate la cipolla in una padella dai risvolti alti dove già avete deposto un poco di olio extra vergine, fate rosolare al fuoco moderatamente tanto da ammorbidire la cipolla, poi unite le patate e il le foglie di rosmarino e mescolate per insaporire.
Aggiungete la passata di pomodoro, il concentrato, un mezzo cubetto di dado concentrato con uno e mezzo bicchieri d'acqua, o altrimenti con il brodo se ne avete, peperoncino e sale q.b. e un mezzo cucchiaino di zucchero.
Lasciate cuocere le patate per circa 20-25 minuti o comunque fino a che non siano rapprese dal liquido.
Servite ben calde...
(errebi)
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RIPOSA BURATTINO

Riposati dal tanto ballare e scherzare
sul mondo che te ne sei fatto beffa,
lasciati andare ai sogni tuoi
di ormai lontana incertezza,
di come un burattino possa
diventare persona,
quando nel mondo di persone
vivono a migliaia e di esse
hanno parvenza solamente,
il burattino è a loro interiore,
mentre tu ti disperi e
salti e balli incosciamente
credendo di farli sorridere e gioire,
sperando come detto
di poter un giorno vivere intensamente.
Riposati burattino e dormi docilmente,
il sogno è sempre più bello del reale,
e a volte svegliarsi fa tanto tanto male.
Roberto Busembai (errebi)
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SENZATETTO

Mi sono perso tra le righe
di una musica che non suona,
note vuote e stanche,
spazi immensi e pause eterne,
silenzi fatti di canzoni
senza parole o frasi,
mi sono perso
tra i violini stanchi
e i flauti spenti,
ho smarrito
in un giardino,
sopra la panchina vuota
di un inverno cupo,
il libro della vita.
Mi sono perso
come niente
in un fare abbandonato
che di niente
è fatto e caro
mi ha invaso
nella mente,
sono nato nell'immenso
e nello stesso volo
lasciandoti in mio dono
il libro perso
volutamente
del mio passato.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Time by Jo

TENGO CHIUSO DENTRO IL CUORE

Tengo chiuso dentro il cuore
quel sottile sentimento
che mi langue sempre dentro,
custodisco quel segreto
come fosse oro,
nel forziere ben serrato
dalle chiavi d'oro e argento,
e di esso tengo pure
sempre fresco
sopra il suo dolce fremere
un bel fiore fresco
ogni mattino che nel destarmi
vengo a lui a farmi presente.
Tengo chiuso dentro il cuore
quell'amore immenso e caro
che mi tiene a te vicino.
Roberto Busembai (errebi)
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lunedì 27 novembre 2017

QUANTE STELLE NAVIGANO NEL CIELO



Quante stelle navigano nel cielo
portate dalla voglia di dare luce,
illuminare il mondo per quel che riescono
nel loro piccolo a brillare,
dare del calore a chi non ne possiede,
a chi percorre nelle strade buie,
nei tunnel dove non ci sono uscite,
nei cuori chiusi per un dispiacere.
Quante stelle navigano nel cielo
portate da gli angeli trasparenti,
quelli che ognuno tiene nascosti
e non ne sa poi più di niente,
me nelle notti che coprono anche i giorni,
nei tristi addii di amori o di ricordi,
nei trapassare a visitare il cielo,
essi ti allungano una mano 
anche se non li senti.
Quante stelle navigano nel cielo!
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Karl Friedrich Schinkel 1816 Stage Designs for Wolfgang Amadeus Mozart’s The Magic Flute.

POESIA

Nel bicchiere azzurro
come il cielo quando ti ho incontrato,
tuffo i fiori dell'autunno
quello che sul cuore ho vissuto,
dentro metto pure un poco
di poesia
quella che ti scrivo
mentre ti sto ancora pensando.
Roberto Busembai (errebi)
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COSA ASPETTI CHE IO PENSI

Cosa aspetti che io pensi
dopo che ci siamo detti addio,
se ti credi che io pianga
e mi disperi dentro,
non è certo una mia dimora
rimuginare come un tormento,
cosa aspetti che io pensi
dopo che mi hai lasciato
per un attimo di vento nuovo,
che io tremi dal freddo
e fremi della tua calda assenza,
cosa aspetti che io pensi
del tuo voltarmi le spalle e tutto il resto
che io ceda le mie membra
e cada sulla spiaggia come
una conchiglia morta,
forse non sai bene cosa sia
per me una ferita,
cosa sia l'amore che si
perde per un niente,
solo un piccolo granello
che nel cuore tende piano
a raschiare ogni giorno di vita,
ma del quale bisogna
placare con del buono ancora
da conoscere e assaporare.
Cosa credi che io pensi
dopo che te ne sei andata,
solamente che sei stronza
cosa altro io dovrei pensare.
Roberto Busembai (errebi)
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GALAVERNA

Ode al silenzio,
quello delle nuvole,
che del cielo nero 
si trasforma in luce,
del raggio che
dietro il colle avanza,
del senso piano
di una nuova speranza,
un silenzio che
copre in bianco
sopra i deserti prati,
scheletriti rami,
roseti ghiacciati,
sulle pozzanghere
diventate specchi,
sopra i tuoi occhi
che frizzano le lacrime
dall'aria fresca invasi.
Roberto Busembai (errebi)
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domenica 26 novembre 2017

QUANDO SARO' FARFALLA

Quando sarò farfalla,
libero come il sole,
dalle ali sottili come foglie,
saprò volare sulle cose
e sospirare piano,
sarò vicino a quello
che mi piace
e loderò chi mi
saprà pensare un poco.
Quando sarò farfalla,
piccola e trasparente
quasi evanescente,
non penserò più
alla mia esteriore faccia,
non dovrò curare i miei malanni
e non saprò conoscere
più la guerra.
Quando sarò farfalla,
saprò donare a tutti un poco di amore,
perchè quello solo
io conoscerò intensamente.
Quando sarò farfalla,
io non sarò altro
e non niente.
Roberto Busembai (errebi)
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SE INVECE......

Se invece di un fiore pregiato,
ti regalassi una foglia morta,
bagnata dalle lacrime
del mio pensarti invano,
ritorneresti a vivere
del nostro amore,
il sapore naturale,
invece che rincorrere
le sfaccettature delle apparenze,
se ti donassi della foglia
la sua linfa e il suo perso colore
sapresti ritornare
a donarmi il tuo di cuore?
Roberto Busembai (errebi)
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OMBRE

Ombre umane scivolano
sul sentiero,
perdono nel tempo
delle nebbie,
le foglie sparse
sui selciati
molli d'acque piovane,
attraversano viali,
coprono i loro tempi
e sfumano come i venti.
Ombre dei pensieri
vani sopra i rami secchi,
erbe secche dei primi geli,
nature morte dagli eventi
delle stagioni grigie,
colori persi
negli assolati ricordi,
verdi prati e
fiori sbocciati.
Ombre chiare nella mente
come passi leggeri
sulle strade bianche
di sassi e ghiaie smosse,
onde come scosse
dentro il cuore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine Bavaria, Germany by M a r i k o

sabato 25 novembre 2017

SONO DONNA

Sono la piuma e non la mano su cui
si posa, sono la leggerezza e la fragilità,
la candida purezza sulla mia entità....
Roberto Busembai (errebi)
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venerdì 24 novembre 2017

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2017

TI DOVREI

Ti dovrei pensare,
come un rovo in fiore,
ti dovrei accarezzare,
come i petali sul fiume,
ti dovrei parlare,
come la foglia al sole,
ti dovrei sognare,
come l'acqua allo stelo,
ti dovrei colpire,
come un raggio sulle onde,
ti dovrei baciare,
come solo ci hanno insegnato di fare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine by Amanda White

UNA MELA

Una foglia sopra il cuore,
a coprire
della giovinezza l'ardore,
solamente il silenzio
delle altre caduche in autunno,
dentro un cascinale
tra fieni antichi
e profumi di nature,
scoppiava nel tramonto
il brillare del sole,
e della sera assaporavo
il miele delle stelle,
come il bacio tuo
sulla mia fresca pelle.
E la luna osserva
della primavera nata
come un bambino
in inverno nella stalla,
e del suo stesso amore
s'inebriò il silenzio
e nacque vento e acqua insieme.
Una foglia sopra il cuore,
gialla e rossa
come il frutto colto
dal melo
dalle foglie involate,
come i sogni.

Roberto Busembai (errebi)
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giovedì 23 novembre 2017

COME IL FIUME SCORRE...

La vita scorre come fiume nel letto suo preposto, viola difficilmente il corso se non voluto
dalle intemperie accorse tale da farlo tracimare, la vita è limpida nella superficie come specchio nel quale ti puoi dolcemente riflettere, ma nel profondo del letto lento non sai quale corrente corre o colore incombe, e di esso scopri difficilemente il fondo. La vita percorre lenta come fiume la corsa verso il comune mare, per tutti i fiumi uguale anche se diverso è il nome, che sia oceano o soltanto un piccolo mare raccolto tra le rocce, un mare che non confonde delle acque il colore ma ne accentua solo il sapore dal dolce al salato, ma quello è il mistero del posarsi
definitivamente, quello è il cedere della vita al niente.
La vita, come del fiume, sente e risponde dei temporali, delle notti impervie e delle secche estive, arde nei giorni senza pioggia e urla al piovere incessantemente da riempire il corso quasi sommessamente, forse troppo da portarlo a tracimare senza più decoro e considerazione, affogando anche quello che di lui ha sempre avuto rispetto e amore, pioppi e salici amici, canne che cantavano dei venti e rene sopite sulle spiagge di sassi smossi e fiori gialli negli autunni colorati.
La vita scorre sotto i ponti come il fiume respira sopra i cieli frequenti.
Roberto Busembai (errebi)
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OGNI GIORNO UGUALE

...E la sera inevitabilmente
cala e come nebbia calda
bagna sulla luna 
il chiarore che del sole
ha compagno rimembrare,
e notte avanza
inequivocabilmente
sopra.
Vorrei fosse giorno
eternamente,
o soltanto espressamente
ogni giorno,
uguale.
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HO LETTO.....LA NOSTRA ITALIA - CORRADO AUGIAS e LA LUNGA STRADA DI SABBIA - P.P.PASOLINI


Ho letto in quasi contemporanea, questi due viaggi in Italia, due spaccati della nostra nazione anteposti come periodo di visitazione. Il primo del giornalista – scrittore Corrado Augias che in questo suo ultimo lavoro si proietta nell'Italia dei giorni nostri con la cura e la grazia, anche storica e culturale soprattutto, confrontandola con il suo passato e la sua passata conoscenza giovanile dei luoghi che rivisita chiedendosi e chiedendo la differenza che esiste tra le due conoscenze, quanto l'Italia sia cambiata, non tanto nell'urbanistica e nella presenza, ma nella sostanza, nei cittadini stessi e nella popolazione. Un viaggio che oltre a essere di gradimento per le nozioni che il giornalista ci regala con la sua inconfondibile maestria ma anche di assoluta ricerca interiore di riconoscersi parte integrante di questo Stivale che sempre maltrattiamo e mai sappiamo adorare come poi gli dovremmo sistematicamente se non altro per lo spettacolo naturale che ci ha sempre offerto.
L'altro viaggio, del grande scrittore – poeta – regista, Pier Paolo Pasolini, in uno spaccato dell'Italia quasi solito a quello vissuto dall'Augias ma scritto al momento e vissuto per tale scarozzando felicemente per tutta l'Italia nel 1959 con una millecento da guidare e con essa entrare nei paesi, sui lidi e sui monti e del popolo vivere quello che al momento si vive, della felicità pacata, della semplicità e del comune sentire di un progresso che imberbe affronta l'inizio del fatidico boom economico e non solo.
La diversità dei due interessanti viaggi, è a mio parere uno esclusivamente, il modo di porsi di fronte a questo viaggiare, quello di Augias purtroppo velato da un sentimento di un perduto momento che non è rimpianto ma soltanto sentito mancamento e perdita di un qualcosa che forse avremmo potuto sfruttare e trattenere alla meglio, un perduto momento che parlato e discusso ai giovani di adesso, di coloro che non l'hanno provato, è come raccontare di una fiaba che non ha alcun fondamento; quello di Pasolini, raramente e diversamente dal suo essere stato solitamente, è un viaggio sereno, di pura e spaccata felicità che assorbe e propaga dal vivere di questa nazione, nei suoi spaccati naturali, nelle sue manifestazioni elargite dalla gente, nei naturali panorami e eventi di tramonti o albe sui mari, di gente che balla, che vive, lavora e produce nel semplice scorrere delle giornate e di una sottile talvolta lagnanza ma sopita immediatamente da una festa di rione o semplice passeggiata al tramontare del giorno.
Due libri che personalmente consiglio.

mercoledì 22 novembre 2017

TRE PAROLE

Sottilmente,
tre parole,
come petali 
bianchi di
tre rose
distintamente,
ferme sulle spine,
foglie sparse
e del profumo
il sentimento
aleggiare,
ti voglio bene.
Roberto Busembai (errebi)
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PASSI SVELTI SU MARCIAPIEDI

E sento solo il camminare del tempo,
passi svelti su marciapiedi d'asfalti grigi,
umidi se le piogge lavano sovente,
sporchi di detriti della gente,
ignare foglie morte miste
a giornali e fogli persi,
e sento solo i passi frettolosi,
inscespicare alcuni, saltellare pure,
correre con la lentezza delle paure,
avidi di arrivare verso un dove,
senza alzare polvere o infastidire l'umore,
e rimango nel silenzio dei loro passi
incerti ai miei che scorrono del tempo,
insicuro e inerte, rimpianto nemmeno
solo gramo vuoto dentro
di un non so quale altro terreno e marciapiede
mi troverò ad ascoltare
sempre nello stesso tempo,
quello da passare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine by Maynard Dixon

domenica 19 novembre 2017

RIFLESSIONI RIFLESSE

A quale volto devo credere,
quello freddo e riflesso
sopra uno specchio insulso
o quello che da lo stesso vetro
guarda e vede ora perplesso,
quello che si rode dalle domande
che risposta mai non avranno,
dai dubbi e dagli affanni
che le copriranno e che
sommerse già lo sono.
A quale occhio sveglio
posso credere di vedere
se non quello che mi sento dentro
e dal quale intravedo
solo un leggero respirare
che non è più correre nel vuoto
ma doviziosamente camminare
tenendomi accorto per
non inevitabilmente cadere.
A quale momento devo
porre consolidamento,
del volto giovanile il passato
sullo specchio riflettendo
il vecchio del presente
sempre con un frammento
stretto nella mano,
fortuito futuro da giocare,
quello forse che non dovrei
ormai più guardare.
Roberto Busembai (errebi)
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CI ADDORMENTEREMO NEL VIAGGIO

Ci addormenteremo nel viaggio,
la stanchezza ci ritroverà vicini
o almeno la speranza che lo sia
supera la realtà del momento,
attraverseremo valli e monti,
mari e sogni oltre il finestrino
di un treno che veloce scorre
come fosse un fiume
verso il mare, un uguale sosta,
unica per tutti e sullo stesso
binario in ferro caldo,
sarà un lento passaggio
dal giorno alla notte
come entrare nella galleria
di una immensa
catena di montagne.
Ci addormenteremo nel viaggio
stretti l'uno l'altro,
e se ciò fosse solo sogno
teniamocelo stretto nella mente,
quel giorno potremmo
ugualmente e figurativamente
dormire insieme.
Roberto Busembai (errebi)
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sabato 18 novembre 2017

L'AMORE DEL MASCHIO

C'è una minuscola differenza che lede da secoli nel cuore, un piccolo pulviscolo che freme sulla parola amore e sul sentimento, non voglio con questo fare e apportare del cambiamento nel sociale, o farne spada tratta, non ne vale certo la pena e neppure sarebbe il momento vista la mia tarda età che nel combattere troverei soltanto dispiacere, ma voglio dirla questa cosa che mi prude e talvolta mi infastidisce pure. Si parla tanto dell'uomo, delle sue mancanze nel saper conoscere le delicatezze e le attenzioni, si dice che non possieda affatto percezioni e che si scrolli di dosso ogni caldo sentimentalismo per il solo piacere insano di fare quello che tutti poi fanno come essere umano. Si dice che ogni suo rapporto di congiunzione non valga a rimanergli impresso, l'unione gli si confà soltanto in un atto e non intacca il cuore.Pure con la famiglia, con i figli soprattutto non deve avere che unica sua conoscenza la disciplina il rispetto e se vogliamo l'insegnamento delle buone e proficue cose e anche di quell'altra cosa che poi sarebbe naturale e non avrebbe neppure tanto da essere spiegata. Insomma l'uomo, il maschio, il cosiddetto virile è sceso sulla terra soltanto per poterlo dare a chicchesia e senza falsi intramezzi sentimentali, e così è sempre stata la credenza e sempre continua anche se camuffata da falsi e retorici intendimenti, la lacrima di un uomo è oro colato, vederlo che lava il culetto ad un neonato è tenerezza solo di facciata, ma l'uomo non deve assolutamente avere amore dentro quel suo cuore altrimenti ne va della sua stima da parte della società comune ma soprattutto anche della donna che nonostante dica e apprezzi le poesie che parlano di frasi belle e delicate, ama la durezza e la coriaceità nel maschio che ha accanto.
Bene a questo punto vorrei dire, che forse io e non soltanto, e lo ripeto e lo ribadisco forte, non sono il solo su questo pianeta, ritengo che anche l'uomo ha le sue sofferenze, i suoi mali d'amore forte da stringergli le ferite dentro il cuore e da averne ricordo per tutto il trascorrere della sua vita, che un figlio gli è dentro come lo stesso suo sangue che scorre nelle vene, in tutte le sue sensazioni e pene, amori gioie e incantesimi puri, un figlio per un padre è tale e quale a quello che è per una madre....non lo ha tenuto in grembo per nove mesi, non lo può certo allattare naturalmente ma è sempre seme del suo seme indipendentemente....un uomo non si dimentica della donna le sue dolci parole o il suo fare gentile, il ben volere e la confidenza, l'uomo ha solo una muraglia davanti alla quale deve sottostare, magari la potesse frantumare.
Roberto Busembai (errebi)
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TI SCRIVO UNA POESIA D'AMORE

Ti scrivo
una poesia
d'amore, 
una poesia
che parla d'amore,
una poesia,
l'amore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Camille Claudel, L'abbandono

DI BIANCO

E' bianco il colore del vuoto
che copre nel cuore
il sapore che manca,
è bianco il sentire
di nuovo per ridere insieme
su prati di erbe nostrane,
è bianco l'umore che prende
al pensiero che tende
sul mare a volare,
è bianco il sapore
del petalo giusto
che posa
sul volto la sera,
è bianco il colore del fiore
che rosa comunque mi pare
e di bianco profuma
la mente.
Roberto Busembai (errebi)
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TI ASPETTO COME ASPETTASSI IL VENTO

Ti aspetto come aspettassi il vento,
dal limite del mare aperto,
portato inavvertitamente
da correnti strane,
nuvole pazze e chiare
miste a cumuli burrascosi e neri,
oltre il limite delle colline
varcando sul crinale
sorretto dalle onde
di flussi caldi e freddi.
Ti aspetto come aspettassi la pioggia
dal cielo cupo e basso,
che scende prepotentemente
come una doccia a sorpresa,
un fresco e freddo insieme
di umida sensazione,
dai tetti che scivolando esonda,
e cade precipitosa sulle strade
rendendomi gli specchi,
per potermi affacciare.
Ti aspetto come aspettassi un cambiamento
desiderato, ansimato e colto
oltre un tramonto, il bacio mai sopito,
la luna sulla barca
a cullare la notte,
e sulla spiaggia vuota
l'impronta della sera,
corpi a primavera
e una conchiglia aperta.
Ti aspetto come aspettassi la vita,
eternamente assorto
alla tua presenza.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Alek Lindus :: Edge, 2017

venerdì 17 novembre 2017

CADONO COME FOGLIE MORTE

Cadono sul foglio,
come foglie morte,
abbandonate e perse,
le frasi che mi escono dal cuore,
cadono con naturalezza
gettate come spinte da un forte vento
o da un semplice soffio di respiro,
e impressionano sul foglio lindo
e bianco come la neve,
il sogno o il mero sostenere
di avere in riserbo un sentimento,
una piccola percezione avuta
o un disaccordo rimasto dentro.
Cadono come fiocchi di neve
sul selciato già bianco
del lungo nevicare,
e si confondono tra le altre
come si confonderebbero
se cadessero in un mare,
e portano involontariamente
a sospirare, anche piangere
quello che forse
non farei realmente.

Roberto Busembai (errebi)
Immagine Ksenia Makagonova su Unsplash

SOLTANTO DOPO

Soltanto dopo
ti ho capito,
soltanto dopo
ti ho forse amato,
soltanto dopo
mi sei tanto mancato,
perchè del padre
mai avevo cercato
quello che oltre
il rispetto,
non veniva trapelato.
Soltanto dopo
ti ho ammirato
e mi rammarico
eternamente
adesso
il passato
oltre il presente.
Roberto Busembai (errebi)
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giovedì 16 novembre 2017

MA DOVE ERI

Ma dove eri quando
del ramo foglia cadeva lento
il mio silenzio,
quando sullo scoglio
l'onda schizza
nel tormento
e s'infrange dentro.
Ma dove eri e dove
sei nello stesso momento.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

CHIUDI GLI OCCHI

Chiudi gli occhi mio momento d'oro,
rendi buio il mondo circostante,
naviga con la mente e il desiderio
come un sogno vero internamente,
lasciati trasportare
nell'oblio del momento
e vola senza ali e senza vento
legata con le labbra alle mie sovrastanti,
giaci dei pensieri come onde sulla riva
e bagna la saliva di voluttà
mista alla mia spumeggiante.
Chiudi gli occhi e lasciati baciare intensamente.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Francesco Hayez, Il bacio (detail)

E VENGO A RICORDARE

E' come un vento leggero
apre il cielo al movimento,
nuvole sparse nelle corse frenetiche
di raggiungere quel che non sanno,
sabbie smosse in un rincorrersi
di pulviscoli da sembrare evanescenti,
onde a malapena smosse
in un crinale bianco e spumoso,
e sulla roccia ramo spoglio rimane
inerte come un legno grosso
impassibile e irremovibile
nel carezzare del soffio,
è il respirare piano
del silenzio sulle note
della vita accorsa,
solitudine nella corsa
o nell'attesa,
incongrua speranza spesa
e lieve ritorna al vento
come foglia persa,
posata sulla sabbia,
che di rovente ha solo
l'anima del ricordo,
il sole bruma
all'orizzonte e tramonta.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine © víctor m. alonso

mercoledì 15 novembre 2017

COSA E' RIMASTO


Cosa è rimasto
del profumo intenso
inebriato nel futuro
svanito nel presente,
se non il miraggio forte
che preme nella mente.
E' solamente un sogno
una chimera ardita
pensare al suo ritorno
sul fronte della sera,
è soltanto una rosa
posata sul muretto
calda del riflesso
di un sole ormai alla fine,
evaporando forte
l'aroma suo fragrante.
Cosa è rimasto
della sua essenza,
se non il sogno di
un amore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

martedì 14 novembre 2017

VAI DOVE IL PENSIERO

Vai dove il pensiero non
conosce fermi,
dove sentire e gioire
nascono fraterni,
vai dove il cuore non ha segreti
immergiti nei sogni
anche i più celati,
vai sopra ogni sorta
dimentica l'esterno
e trova la tua strada giusta,
vai dove l'amore ha posato impronta
vivi di essa e non del ricordare,
vai con tutta la forza che ti è rimasta
e continua di nuovo ad amare.
La solitudine del dopo
è immensa nel momento,
il vuoto che rimane
attende di essere riempito,
vai dove non c'è il pensiero
e lasciati andare alla speranza,
il sole ha sempre un raggio ardito.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

lunedì 13 novembre 2017

L'INCONTRO CON........PIER PAOLO PASOLINI




R – Amici eccoci al nostro consueto appuntamento con un personaggio della letteratura italiana, appuntamento che oggi lo considererei davvero eccezionale, tra poco avrò innanzi l'uomo, lo scrittore, il poeta, il regista ecc che ho sempre amato e stimato, sarà difficile mantenere l'emozione ma dovrò essere pacato come sempre....beh andiamo a iniziare sta arrivando......mi allunga la mano...
PPP – Buongiorno, Pasolini, grazie di questo insolito appuntamento, che non definirei intervista, me ne sarei guardato da farne un'ulteriore......
R- Buongiorno, Busembai, onorato e emozionato
PPP – L'emozione denota cultura, assorbe in essa tutta la sacralità della persona e dell'esperienza, io sono sempre emozionato, lo sono sempre stato anche nei periodi difficili, e in questa definiamola agitazione del cuore, ho avuto la soddisfazione e l'impeto dello scrivere....
R – Già giovane a Casarsa
PPP – Casarsa è la mia terra, il seme che ho piantato e da cui è sorto l'albero che sono diventato, non una quercia, ma mi definirei, come in una mia poesia, un semplice glicine, che cresce, si sviluppa, si intreccia, si allunga in ogni sorta, fiorisce e poi nell'inverno muore totalmente tale da sparire, mentre a primavera sorprendentemente riprende vita e ancora più determinante.
R – Le poesie dialettali “POESIE A CASARSA”
PPP – la base delle nostre terre, il dialetto, il parlare comune dei nostri contadini, delle nostre madri, dei nostri antenati, la cultura in ogni scandito suono e lettera, mi sono sempre difeso per il mantenimento di questi idiomi che ogni nostra regione ne possiede e di preziosi. Se nota le sto dando soltanto definizioni attinenti alla cultura in senso generale e non politico o religioso onde travisare continuamente il mio costante scrivere, certo le mie lotte sono state rivolte a questi sistemi di vita , non potevo certo restarne indifferente, del resto facciamo parte di una società e è di quella che dobbiamo rilevare, contestare se è da farlo.
R- ma rimaniamo in tema di scrittura e di affetti...sua madre e suo fratello.
PPP – Icone della mia stessa vita, senza di esse non sarei Pasolini ovviamente, mia madre è stata il cuore del mio agire, il frutto maturo dentro....”è difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.”..mi ripeto con questa SUPPLICA A MIA MADRE che scrissi nella raccolta POESIA IN FORMA DI ROSA.
Guido, mio fratello, è stato sempre dentro di me, il dolore della sua orrenda perdita, sentita particolarmente da mia madre, e non di meno da me stesso, è ancora insito nella mia anima. Mia hanno tolto il sapore sereno della vita a uccidere mio fratello. Dopo tutto è stato completamente diverso e differente da quello che forse sarebbe potuto essere.
R- E il primo forte dolore, oltre quello affettivo, ma morale, le infondate
PPP – accuse di corruzione di minorenne....inizia così la lotta del potere contro chi detta le prime verità, sveglia gli animi con tutte le sue possibilità, e se non quale arma meschina usa il potere per farsene libero arbitro e giudice, colpire infondatamente su una mia diversità, che ho sempre ammesso ma non certo l'ho usata per insegnamento di ogni mio culturale intendimento, da allora sono diventato il loro capo espiatorio, fino a compiere, secondo accuse varie, rapine ecc....tutto per travisare il vero che io portavo avanti.....ma rientriamo.....dopo questi primi fatti
purtroppo fui costretto a lasciare Casarsa e trovare alloggio presso amici a Roma.
R – E arriva il primo successo editoriale
PPP – Contrastato, censurato, quasi bruciato dai soliti sopra nominati, per poi ritornare eccezionalmente sui banchi di vendita......”RAGAZZI DI VITA”
R – E il primo film presentato anche a Venezia
PPP – ACCATTONE.....e subito vietato ai minori di anni 18 e polemicizzato alla rassegna stessa, ma queste erano le prime avvisaglie che la mia vita, qualsiasi cosa io avessi fatto, avrebbe avuto risvolti sempre molto eclatanti e non certo potevo pretendere che fossi compreso, dicevo del vero e di quello ne ho colorato il mio fare, ma il vero, come ora del resto, non si deve dire e anzi non si deve neppure sapere, altrimenti come si fa a farli vivere quei giochi di potere e di falsa religione,
figurini sempre pronti a farsi notare, profetizzare il bene per essere liberi di fare tutto il male possibile senza essere disturbati.
R – Se dovesse scegliere una sua opera letteraria e una di regista quali sarebbero
PPP – TEOREMA per tutte e due le cose. In esso il mio giudizio negativo dell'individualismo che la società borghese innalza e che si trasporta nel corpo, un corpo snaturato, un oggetto. In teorema sia come sceneggiatura e sia come romanzo che sono nati contemporaneamente, metto in risalto questo “oggetto” e il suo riscatto. La figura che ne uscirà indenne è la contadina Emilia perchè totalmente estranea da questo mondo borghese e infame, che una volta purificato il suo corpo, può finalmente unirsi, un miracolo come viene interpretato, ma un miracolo sarebbe se effettivamente tutti si rendessero conto di come la borghesia ci trasforma e ci adula, ci usa come oggetto.
R – Verrebbe spontaneo farle una domanda, ma certamente potrebbe apparire più di curiosità che di sapienza, ma comunque potrebbe porre fine a un enigma che rode dentro tutti coloro che la amano e la rispettano....ma cosa successe veramente quella sera del 2 novembre 1975?
PPP – Niente di tutto quello che sapete, e niente di tutto quello che presumete di sapere, sono soltanto stato ucciso e barbaramente...........
R – Vorrei chiederle soltanto un'ulteriore cosa, è disposto a ritornare perchè il suo lavoro è vasto e non siamo certo riusciti a nominarlo tutto....sia del cinema del teatro della poesia.....
PPP – Ben volentieri e per il momento vi lascio con questa mia frase.....
“La mia è una visione apocalittica. Ma se accanto ad essa e all' angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.” ( cifr- LIBERTA' E SCHIAVITU')
(errebi)
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IL LIMITARE DEI PIOPPI

Vado camminando come un elefante poso le tracce ma infondono soltanto come un passerotto, e lascio nel cielo un alito leggero di profumo mis...