martedì 31 ottobre 2017

SOPRA OGNI VIVERE DELLE COSE

Sulle note di una canzone antica,
sulle sfumature di un sogno perso,
sulle strade aperte a un vicolo chiuso,
sulle onde del passato
e sulle radici del presente,
su un tracciato ignaro e disuguale,
sulle letture e arti varie,
sui sorrisi e sui pianti sopiti,
sulle lotte ignare e sulle cose strane,
sulle volontà e sulle sorprese,
sulle carezze e sui baci affrontati,
sugli abbracci timorati
e su tutte le voluttà superate,
sui tabù irritati e sulle libertà liberate,
sulle giornate e le serate,
sopra ogni vivere delle cose
e dei pensieri,
ci siamo incontrati e diventati
veri.
Roberto Busembai (errebi)
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IL PRIMO INCONTRO

Ho pensato al mistero del giorno
che ci ha fatto incontrare,
ho pensato al sole che c'era 
e scaldava nel cuore.
Era d'inverno e cadeva la neve.
Roberto Busembai (errebi)
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AI MARGINI DEL LAGO

Viviamo di riflesso,
foglie caduche su di un lago,
acque ferme 
di correnti lontane,
siamo rami spersi
e vuoti
sulle onde provocate
da sassi gettati,
siamo pesci muti
e dolci
in acque melmose
e leggermente putride,
siamo ninfee sfiorite
su foglie verdi appoggiate.
E nel riflesso
d'aria si respira
e di pensiero
ci si specchia.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine “Autumn Leaves” by Eredel

I RACCONTI DI HALLOWEEN

Racconto UNO
Era una notte buia e tempestosa.....dicono sempre così e poi fuori c'è una luna piena con un cielo pulito di nuvole e lampi, ma quale buia e tempestosa? questa notte poi mi pare anche più calma del solito....vedo luci nuove nelle case e intorno ai giardini.....ci sono tanti lumini...forse una processione? o forse un omaggio a qualche evento spiacevole o persone disperse per qualche attentato....mi avvicino sento tanto calore intorno......ma sono TESCHI ARANCIONI ACCECANTI.......orrore sono scappato in casa e sotto le coperte mi sono rifugiato.....avevano ragione...Era una notte buia e tempestosa!

Racconto DUE
Era l'ultimo della classe, di studiare sinceramente non aveva mai avuta la voglia, la matematica per lui era una dispersione di numeri e parole, l'italiano sommariamente un intruglio di frasi e punteggiature, per non parlare poi della geografia che ricordava a malapena in quale Stato fosse la sua città natia.....ma era abile nel fare gli scherzi e le burlonerie, un ragazzino sveglio e intelligente nonostante questa sua consirevole lacuna di non avere voglia d'imparare.
Halloween era alle porte, doveva per forza escogitare un qualche cosa che facesse clamore,
non sapeva darsene sorta, il solito lenzuolo era talmente ridicolo che nessuno ci avrebbe fatto nota, le solite zucche intagliate, cose per bambine abituate a fare decoupage, le scope e le granate servivano solo per pulire e di strega non avevano nemmeno la parvenza ma.....
Si costruì con molta precisione e accuratezza una mannaia in cartone e colorata da parere uguale a una vera, nella lama aggiunse un poco di concentrato di pomodoro, se la incollò sulla testa e si distese lungo una strada pedonale, nel centro del paese e attese.........ma attese così tanto che al far del giorno dopo il pulisci strade lo raccolse e dentro il cassettone delle immondizie lo fece rotolare......morale della favola....good halloween

Racconto TRE
Dolcetto o scherzetto? 
Che cavolata, è chiaro che ognuno scelga il primo, a nessuno piace essere preso in giro o farsi torturare....
Non si seppe mai se gli era piaciuto quel dolcetto all'aspro sapore di cianuro.

CUMULI DI TERRA

Sotto le radici bianche,
scorze levigate,
ramificazioni di linfe vitali,
sogni di alberi sovrastanti
terre e polveri di gente
i nostri cari.
Le rose hanno petali rossi
su verdi roseti,
seccano dei soli dell'inverno
e bacche tornano nelle primavere,
sono fiori d'anime leggere
sotto bulbi covati
dentro i cuori,
i nostri andati amori.
Roberto Busembai (errebi)
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CI SONO GIORNI CHE

Alla ricerca di un qualcosa
che potesse durare nel tempo
perchè poterti tenere stretta
dentro il cuore
tra i ricordi della vita
e quella passata e sfiorita,
un qualcosa che potesse
essere emblema del
tuo vivere passato
e che nel presente
avesse sempre una marcata
visione e quasi certezza
di ponderata presenza,
alla ricerca di un simbolo
o di un fiore che solo
al vederlo o annusarlo
ti potessi ricordare,
sei svanita in un mese
in cui le rose iniziavano
a sfiorire
e come bocciolo mi
hai posato in questo
roseto profumato e
di spine mi hai fatto
subito sentire il suo dolore,
lasciando che il mio sfiorire
fosse senza il tuo calore.
Alla ricerca di un qualcosa
che nella vita sempre mi
è mancato, o forse l'ho
sempre avuto ma mai toccato,
che possa ancora e sempre
darmi quello che non hai potuto,
te,
madre!
Roberto Busembai (errebi)
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NOVEMBRE

Silenzioso e crudo
scendi piano piano,
porti con te le nebbie
trine trasparenti,
tulle di spose andate,
porti con te le fredde
e gelate giornate
da far riposare
ai ricordi di camini
fuochi di bambini
freddolosi e dormiglioni,
porti con te le castagne
frutti d'aculei custoditi,
di corse frettolose
ricordi di ciottolati bianchi,
cachi colorati,
spettri su rami scheletriti
porti i detriti di un
anno ormai alla fine,
e corri nelle menti
come un mese da
lenire,
dei ricordi i morti,
nostri antenati,
cuori infranti e vite perse,
porti le feste dei santi
e di contro opponi
quello delle forze armate,
scolorite giornate
voglie di finire il giorno
tanto corto e tanto gramo,
porti dei campi
le prime brinate scintillanti
sei Novembre
per tutti quanti.
Roberto Busembai (errebi)
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lunedì 30 ottobre 2017

LANGUIDO PENSARE

Languido volare,
nebbia sfuma sopra il fiume,
e scopre in un apparire,
l'albero dalle fronde vuote,
preparare dell'inverno
di teatro scenica eccezionale,
la partitura ultima
sulle scene della vita.
Prosa di colori
e sfumature sulle foglie
perse,
languido pensare
di rimanere.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine (Photo : © Bogdan Panait)

ALLO SPECCHIO

Guardami negli occhi neri
e rispondimi anche con lo sguardo,
dimmi quello che vedi 
che possa io avere di torbo e brutto,
scrutami dentro la pupilla
e cerca pure il cuore
non ho timore di aprirlo al tuo scrutare,
ma dammi sincera la risposta,
se davvero vedi che io possa
farti anche un minimo di affronto,
e dimmi anche però
le parole nuove e i sentimenti
che dentro galleggiano frementi,
non titubare io sono pronto
a essere giudicato,
ma anche tu devi essere pronto
a dare un giudizio equilibrato.
Sono davanti con una sigaretta
accesa per nascondere dai fumi
la mia timidezza di sapermi
diverso e scoprirmi quello che
il passato ha tolto e rubato,
non mi interessa il tuo giudizio esteriore,
voglio tu legga dentro l'anima
per scoprire cosa mai è cambiato,
perchè da oggi te lo giuro,
non sono più quello che ero
sento in me rodere una voglia,
che non sia appunto quella
a soffocare il tutto,
ho voglia di vivere di nuovo
di vivere diverso,
guardami dentro
e dimmi cosa hai scoperto.
Roberto Busembai (errebi)
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domenica 29 ottobre 2017

UN MIO ATTIMO

Le sensazioni si stagliano come aghi sulle stoffe dei miei insoliti vestiti,
quelli che indosso frequentemente e svogliatamente tanto sono uguali,
si dileguano come piume in un soffio d'alito prepotente e cadono come neve,
marciapiedi imbiancati per niente e per niente disciolti al primo salire di temperatura,
non sono melanconie o altre insignificanti giochi della mente, sono soltanto percezioni,
quelle che mi accerchiano frequentemente per non cadere.
Si perchè in effetti sono soltanto inutili appigli che mi creo inconsciamente, non voglio perdere le mie certezze e mio malgrado anche le persone, come si perde un oggetto di valore solo per uno sbadato movimento del corpo o per un salto sbagliato e improvviso, o per una parola che neppure sai di avere detto e invece a l'altrui persona è la sola che esso ha sentito e ucciso.
E qualcosa di sicuro rimane sulle tracce di un cuore e di un'anima vissuta, si ricordano i fatti ed i volti, si ricordano pure i colori anche se sbiadiscono giornalmente, ma il profumo, quello si che corrode dentro, non te lo levi di dosso neppure se ti lavi frequentemente e con vari saponi, è allora che capisci che la voglia di vivere è sempre tanta ma che coraggio farla continuare in questo mare agitato.
Ed il vento accarezzava in questo autunno che nemmeno pioveva, perchè anche io ho smesso di piovere su me stesso, il bagnato mi rende molle e floccido, per essere vivo devo essere solido e duro, tenace e sempre con un buon proposito di ricominciare.
Ma intanto fuori c'è il sole e cade silenziosa un'altra foglia sopra le altre che ferme attendono ogni loro sorte, e cadono fluttuando leggermente come lo scivolare della mente dentro il cuore, morbidamente come cotone,

Roberto Busembai (errebi)
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MI NASCONDERO'

Mi nasconderò dalle facce scure,
mi allontanerò dai grigi pensieri,
voglio di te vivere giorni veri,
accarezzare il mare quando è calmo
e della neve sentire il caldo
che sotto tiene,
mi colorerò la pelle di ogni
svariato colore e tonalità
per essere sempre diverso
ad ogni probabilità e attenzione,
e dei miei sogni ne farò cose vere
perchè non svaniscano come bolle
di sapone nelle bocche
di bambini sbalorditi e innocenti.
Mi nasconderò da tutti i venti,
pur di sentirti e averti.
Roberto Busembai (errebi)
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LA FOGLIA SECCA SUL SELCIATO

La foglia secca
sul selciato,
abbandona il colore nel 
divenire ancora più bella,
di giallo e rosso si colora,
anima a chi la vede
e speranza irrora,
la foglia secca matura
con la spavalderia
dei giorni trascorsi
sempre lieti e verdi
dei rami esposti.
Muore o forse pare
solo nella sostanza,
lascia del macerare
la sua soffice e lieve
composizione,
ma rimane nel ricordo
quel caldo colore invernale
e riparo fresco nelle
estati di sole.
La foglia secca
sul selciato
come l'uomo
muore dentro un letto,
lasciando il ricordo
forte e bello,
cenere si diventa
amore rilasciamo
eternamente.
Roberto Busembai (errebi)
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SENZA TRACCIA

Siamo nell'attesa e
nella circospezione,
stiamo aspettando 
non sappiamo cosa
e nell'aspettare proviamo
un cambiamento che corrode,
stiamo riparati e curiosi,
abbiamo le psicosi e i rimpianti,
contiamo dei malanni
il trascorrere dei tempi
e maturiamo inconsce
solitudini in mezzo a tanta gente.
Siamo sospettosi e guardinghi,
paurosi del risvolto
e del momento,
misuriamo le parole e
il sentimento fluida sulle strade
perso come neve sciolta
e macerato come foglie,
viviamo di speranze quelle
colte come uve mature
e sappiamo solo
farne aceto forte.
Siamo soltanto anime morte
o vive perchè respiriamo,
ipocriti di noi stessi
e senza più alcun valore,
siamo soltanto faccine e salutini,
messaggi e falsi abbracci,
teniamo a gli amori come
unici porti sicuri
in acque marce,
siamo soltanto uomini
senza più alcune tracce.
Roberto Busembai (errebi)
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sabato 28 ottobre 2017

BUONANOTTE ORA LEGALE

" Ritorna l'ora naturale, quella precisa,
quella del sole e della luna,
quella che ci avevano rubato
nella primavera,
l'ora che a mezzogiorno è proprio
quello vero,
e che la sera muore prima il giorno,
arriva l'ora che allunga la notte
e domattina si dorme come sempre,
non vi dimenticate di cambiare
le lancette
altrimenti le otto per voi sono le sette
e dormite magari fino alle dieci
che poi sono le nove....
oddio com'è difficile....
sapete che vi dico.....
buonanotte e non so che ore sono,
io vado all'orologio del sonno."
Roberto Busembai (errebi)
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SANE RISPOSTE

Sospese come foglie,
vento calmo tiene in ramo,
posa del giallo al primo soffiare,
e rosso invade non di vergogna,
maturo andamento.
Sospese le risposte,
tengono il filo della vita,
posa della paura al primo titubare,
e rosso preme non di sangue,
malattia avanza.
Sospese al primo vento
l'attesa posa e
alito spazza.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine Dundas, ON. Canada.

SENSI DI COLPA

Fughe nella notte,
nebbie e incespicate mosse,
piedi scalzi e scarpe rotte,
sono affanni e sudori freddi
le paure delle colpe,
quelle dentro e mai risolte,
sensi mai sopiti e distolti,
ansie e associazioni
colpevolezze e incertezze,
fioche ombre perse
nei silenzi di passi in corsa,
ciottolati di bagnate piogge,
sono le paure e le colpe
del passato e il ponderarsi
del presente.

Roberto Busembai (errebi)

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GRANDE AMORE

Ti ritroverò nel riflesso
delle mie stesse lacrime versate,
ti penserò nel mare aperto
del mio cuore infranto
ma non smetterò mai
di averti accanto nel pensiero
e nella sorte.
Sarai l'icona del mio presente,
ritornerai nella mente e mi rapirai
perchè così hai sempre fatto
e mi hai abituato,
sarai nel mio passato,
come nel futuro impressa,
perchè non so trascorrere
una vita senza.
Ti ritroverò nella quotidianità
nel vivere di tutti i giorni,
sarai nei dintorni e sopra ogni cosa,
mi hai insegnato a non dimenticare
e ogni cosa rimarrà per sempre,
il mare lascia il sale
tu hai lasciato un'esistenza.
Roberto Busembai (errebi)
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venerdì 27 ottobre 2017

SONO ANCORA CIECO

Persino il silenzio,
mi tradisce, con il suo innocente
modo di fare e agire
e non dire niente,
trasmette le parole mute
che nel cuore
fendono più che
di un forte rumoreggiare,
anche il silenzio
mi vuole male.
Ma certo non ho perso
niente, un amore
e cosa vuoi che sia,
fuori c'è un mondo di persone
trovarne un'altra
è una facileria da niente,
ma io non voglio una qualunque
io rivoglio lei e mi era
alquanto sufficente.
Anche la noia e la malinconia
hanno il sopravvento,
tradito dai sentimenti vaghi
e dagli amori creduti eternamente,
e rodo sul passato per un
minuscolo tormento
grande come l'universo,
e rodo sul mio occhio destro
perchè del sinistro
sono ancora cieco
di quell'amore perso.
Roberto Busembai (errebi)
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giovedì 26 ottobre 2017

TI SENTO OLTRE

E sento anche il sottile rumore
della sera che scende,
sento il suo posare lieve
perchè io di te ancora non
sento il passo sulle scale,
e vibro nella mente il tuo
profumo, vago annusare
tra le nuvole del pensiero,
sento della sera anche
il velo che ricopre
con umile riserbo e con tutto
il bene che la notte
vuole al giorno suo compagno
eterno.
E percepisco nella mente
il tuo richiamo e il tuo
salutare sulla porta,
baciandomi soltanto
come sempre soffocandomi
nel bene che ti voglio e
che mi poni,
sento il luccicare e delle galassie
provo anche le nebbie chiare,
tanto il mio ascoltare
attende la visione.
Ti desidero oltre la notte e il giorno
e di tutto sento il tuo
forte e grande bisogno.
Roberto Busembai (errebi)
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STORIE, PENSIERI E ACCADIMENTI..... IL BASSO MEDIOEVO ( 1100 - 1449)





COSTANTINOPOLI CONQUISTATA DAI CROCIATI (1204)
La Crociata indetta da Innocenzo III per soli interessi papali, e precisamente la quarta in successione, si trasformò invece in un'avventura esclusivamente dal profitto commerciale. I crociati francesi e fiamminghi che erano partiti nel 1198 alla volta dell'Oriente capitanati da Bonifacio marchese di Monferrato, richiesero aiuto ai Veneziani per le navi da traghetto, i quali pretesero un prezzo altissimo.Non avendo a disposizione l'alto pagamento si arrivò al patto di ripagarli aiutandoli a conquistare Zara. I crociati furono poi anche sviati da gli intenti iniziali del Papa, cioè di assalire il Saladino e riconquistare Gerusalemme,dal principe bizantino Alessio che richiese il loro aiuto per rimettere il padre deposto sul trono imperiale in cambio di ingenti somme e provvigioni. Naturalmente in questa richiesta fu appoggiato anche dai Veneziani che aveva tutto l'interesse di installare sul trono un imperatore amico,che chiaramente li avrebbe favoriti nel commercio in Oriente. I crociati nel 1204 salparono alla volta di Bisanzio e misero a sacca Costantinopoli. Furono bruciati molti ricchi manoscritti, tele e dipinti di valore immenso e furono fuse sculture in bronzo o addirittura portate via ( come i famosi quattro cavalli che fino al 1981 si trovavano sulla galleria soprastante l'entrata della Basilica di San Marco a Venezia...ora una copia). Il patriarca e l'imperatore fuggirono e in al posto dell'Impero bizantino fu istituito l'Impero Latino d'Oriente.Naturalmente chi guadagnò di più da questa impresa non fu altro che Venezia che riuscì anche a mantenere i suoi possedimenti nel Levante e fondare un impero commerciale più duraturo e proficuo.
(errebi)
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FERMA LA MANO

Ferma un attimo la mano,
taci con la penna il parlare,
voglio far l'amore,
non quello scritto e decantato
voglio di te non solo
la mente alta,
voglio il tuo calore e
della pelle il tuo profumo,
cessa un attimo
lo scrivere celestiale,
donami con le carezze
quello che poni sulle righe
e fammi volare
come un airone
sopra mari di sensazioni
e cieli di impetuosi
temporali a sole acceso.
Ferma un attimo
quel dovizioso scrivere fecondo,
delle parole scritte
voglio sentire il loro agire,
capire sul mio corpo
il tuo sentire
e poi scrivi su di me
col possesso
del corpo misto al cuore.
Roberto Busembai (errebi)
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mercoledì 25 ottobre 2017

AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA

Certo che il mondo ha preso proprio una brutta piega, non credevo che si arrivasse a tanto, e anche il lamentarmi mi include mio malgrado, tra coloro che disturbano la mente e la quiete apparente del tutto va bene. Ma sinceramente non avrei mai davvero pensato che dall'oggi al domani non contasse più niente il rispetto e la considerazione, sono nato con la forte educazione dell'essere sempre cordiale con il prossimo e di porgere delicatamente la mano nel presentarsi e nel farsi ascoltare per poi a mia volta apprendere totalmente dalla sua parola, oggi viviamo con i telefonini e con essi comunichiamo, non guardiamo più negli occhi e dell'animo ben poco noi sappiamo. C'era un trasporto quasi immensurabile se per amore o soltanto per conoscenza si parlava con lo sguardo e con la pupilla aperta, navigavano nella mente e entravano nel cuore quelle sensazioni pure che diversamente non avremmo mai apprezzato e notato, ora invece perdiamo pure la vista a leggere del messaggio arrivato o email o altro, e neppure traduciamo lo scritto molto algebrato,
ma cerchiamo di sapere quando lo ha inviato, e presumibilmente anche da dove.
Siamo in un mondo dove uno viene cacciato solo perchè invadente o a malpena in difficoltà anche economicamente, mentre se della società vali come un niente e porti cassa indipendentemente allora sei osannato e avrai anche la fortuna di essere ben ricompensato,
a disdetta di coloro che davvero ne avrebbero diritto solo perchè in quel luogo ci sono solamente e disgraziatamente nati.
Leggi con postille minuziosamente poste perchè non vengano contestate, solo per fare notizia e dar visione di un interessamento sociale accorato, mentre le loro tasche suonano piene e a noi non ci rimane che contare dei filacciamenti che dalle stesse ci escono perchè rose e bucate.
Telefonini,leggi,istituzioni e che altro d'aggiungere o dire, siamo alla deriva dell'uomo competente, siamo uomini con il cervello da scimmie, tutelando appieno il fare di questo nobile animale, che come tale agisce e vive, noi neppure quello sappiamo fare o lo abbiamo davvero dimenticato? Siamo alla deriva o siamo come si vuole sperare in un trapasso di generazione e di pensiero, speriamo che in questo medioevo sorga un nuovo rinascimento, io non lo vedo e non lo vedrò neppure, ma spero che un domani se mi fosse dato di ritornare, di trovarlo migliorato........ai posteri l'ardua sentenza diceva un nostro amato scrittore e forse aveva ragione.
Roberto Busembai (errebi)
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IN VIAGGIO IN...CAMPANIA...PROCIDA






Fra le isole flegree, la meno frequentata è sicuramente quella di Procida con il suggestivo isolotto di Vivara. Il cuore dell'isola è Terra Murata, l'antico centro racchiuso con le mura, piccole viuzze e stretti vicoli cui si affacciano caratteristiche e semplici case di pescatori e contadini, chiese e persino un antico mulino settecentesco ancora utilizzato per il grano d'importazione. Poi il Castello cosìddetto, ovvero il Palazzo Reale fatto costruire intorno al 1563 dal cardinale d'Aragona Innico d'Avalos e poi usato come carcere. Il consevatorio delle Orfane fatto costruire per accogliere le vittime della peste nel 1656 . Indimenticabili una volta visitati, gli angoli di Marina del Santo Cattolico con le sue lunghe file di case ad arcate ,Marina della Corricella dalle tipiche abitazioni dei pescatori, aggrappate l'una all'altra e poi del porticciolo turistico di della Chiaiolella.
Una menzione particolare è che questo magnifico e spettacolare luogo è stato fonte di ambientazione in molti scritti di Elsa Morante e dell'indimenticabile attore-regista Massimo Troisi.
(errebi)
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DIETRO LE QUINTE

Vengo a presentarvi,
miei diletti ascoltatori
colui che nascosto vive tra i retro delle scene,
nei camerini sospira appieno
e del teatro fa la sua vita personale.
Uno qualsiasi che si aggira tra le poltrone
quando vuote rimangono
ancora calde delle rappresentazioni,
colui che spolvera i braccioli
usi dal poggiare per sventolare di signore,
nobili o comunque così pare.
Figlio di un commediante e
di una prima donna, teatranti
stabili, perchè di viaggiare
non ce n'era l'economia e la convenienza,
tra pochi applausi e magre riscossioni
tra stenti e risa dietro
quelle degli spettatori,
cresciuto con la forza di lottare,
conquistare anche una corda
o una sola maschera,
solo per pensare liberamente
una volta indossata,
scuola la primaria e poi
la sala.
Questo è come tutti
il personaggio di una vita,
trattenuta a stento
tra un sorriso vago e
un lamento, tra palchi vuoti
e suonate di violino
per smorzare il pianto,
la vita di colui che mi assomiglia
e anche tanto.
Roberto Busembai (errebi)

ANCHE GLI ANGELI

Anche gli angeli
lasciano nel cielo
il dolore delle anime
che proteggono,
portano nel cuore
il mesto rimpianto
di non aver saputo fare,
piangono
sulle stelle 
lacrime amare ,
anche gli angeli
hanno un cuore
che pulsa 
nel soffrire,
hanno il momento
del riflettere e pensare,
hanno momenti
di dubbio amore.
E anche gli angeli
vanno a morire
nelle notti insonni
e nei giorni senza colore.

Roberto Busembai (errebi)
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BACIAMOCI ORA

Perchè non ci baciamo
in questo caldo colore
d'autunno alle porte,
perchè non ci doniamo
alle foglie morte
che nella passione
aranciano e ingialliscono
questo nostro rosso cuore,
amore sento di te
il caldo dentro il riccio
di castagna al sole,
di te provo il seme
morbido dentro zucche
d'arancio colore,
perchè non ci baciamo
al cadere delle foglie
che neve paiono
senza bagnare.
E' caldo l'autunno
nella sua espressione,
e caldo è pure
questo nostro amore,
baciamoci ora
prima che il vento
ci freddi nella mente
e sulla pelle,
prima che l'inverno
ci copra raffreddandoci
per sempre.
Roberto Busembai (errebi)
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martedì 24 ottobre 2017

L'APPARENZA DI UN AMORE

L'apparenza di un amore
sorge dentro gli occhi,
quando senti del clamore
nascere nel cuore,
e delle lacrime il maturare,
come crescere nel ventre
un nuovo fiore,
l'apparenza è il suo sentimento
il nuovo profumo
di rosa dentro l'anima persa,
il sodalizio tra il buio e
la luce immensa.
E dietro l'improvvisa
tenerezza e timido ritenersi,
scuote l'ingordigia
di avanzare e cogliere
di questo sentimento
tutto quello che
avrai da provare.
L'apparenza di un amore
è sempre avanti
alla mente e al cuore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

CONCERTO

Concerto d'arpe e violini,
semplici note pizzicate,
armonie di nuvole
appena accennate,
un vaporare di nebbie
leggere come piume
e dietro le colline
illuminare del continuo sole
che mai va a dormire,
si copre solamente
del velo della notte
e tace all'imbrunire.
S'alzano con i vapori
dalle acque ferme,
i sogni e le speranze
posate come foglie
caduche di una stagione,
involano e tornano
alle menti ferme,
al nuovo giorno
che piano piano sale.
Concerto appassionato,
soffice e dolce
come una fetta di pane
di miele spalmato
in infantile tempo passato.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Baker Lake | Thomas Kong

lunedì 23 ottobre 2017

CAPOVOLTA E RIFLESSA (Tour Eiffel)

E' nella pozzanghera
il mio sogno, riflesso
e capovolto,
è nel primo racchiudersi
di piovana acqua,
riflessa la mia
unica voglia,
pazzesca armonia
eterna,
è nella pozzanghera,
capovolta e raccolta,
l'icona di ferro,
la padrona
dell'amata città,
è nel suo riflesso
che mi specchia
la speranza.

Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

GIUSTO IL TEMPO

Giusto il tempo
di riempire il secchio,
giusto il tempo di chinarsi,
nella speranza che divenga pieno,
della fonte aperta
vede scendere la purezza,
del suo secchio basso in rame,
vede il riempirsi di colore,
e nella schiena cede al dolore
abituale movenza che
si tempra in un altro ben
chiaro colore sulla testa.
Giusto il tempo di
prendere dell'acqua
per assaporare la visione
di una vita che continua,
con le sue abitudinarie cose,
con l'appoggio alla fonte
per sostenere il corpo
e soprattutto
la mente ancora chiara
come l'acqua stessa
che ora cola.
Giusto il tempo
di una vecchia a riempire
di acqua alla fonte
per credere di
essere ancora viva.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Ivan Pili

APPUNTAMENTO CON......LUIGI PIRANDELLO




R – Buongiorno Maestro, non può immaginare l'emozione mista a imbarazzo, che ho nell'averla tra le mie pagine, questa fresca mattina ottombrina....
P – Buongiorno a lei, io ne sono alquanto lieto e divertito di questo incontro, non conoscendo queste nuove opportunità di scambi concettuali, immagini e colori, il cosiddetto virtuale, non può capire quanto sia eccitato, denoto che avete inventato una nuova e più potente maschera per coprire come sempre le congetture della vita e della società....e poi perchè imbarazzo...per la mia barbetta ormai più bianca che nera che mi da quell'aspetto torvo e serio da incutere soggezione? Ma si figuri....faccia conto che anche io ho la Mia maschera!
R – E' entrato in materia con assoluto vigorismo, tipico del suo nobile carattere, deciso e strutturale e...
P – Lei ha un suo modo di vedere, che naturalmente è totalmente diverso dal mio, ma io sono quello che sono e non mi faccio tante elucubrazioni mentali, sono nato in un quartiere della così allora chiamata Girgenti, attuale vostra Agrigento, nominato Caos, si figuri lei cosa altro potevo io rappresentare e essere, difatti l'ho sempre asserito che ero “figlio del caos” .
R – Disillusione del Risorgimento..
P – I miei genitori erano stati forti sostenitori del movimento e capisce bene che le aspettative erano poi totalmente diverse, e in questo bailamme di cose arrivo io (fortunatamente).
R – Gli studi alla facoltà di lettere a Roma e....
P – La fantastica laurea a Bonn, una laurea che mi ha dato la soddisfazione di poter esporre in un ambiente totalmente autoritario e fedele ai principi di nazionalità, siamo in Germania, una Germania teutonica, una tesi sul dialetto di Agrigento, non può immaginare quanto ancora ne sia orgoglioso......la mia opera migliore.
R – E proprio in questo periodo nasce la sua prima grande opera....
P – L'ESCLUSA. In effetti poi non è altro che ciò che ho vissuto nel primo momento giovanile, contraddizioni dell'animo umano con la ferma convinzione di rimanere ancorati a convenzioni e convinzioni anche se sbagliate, il tutto contornato dal forte chiacchiericcio di coloro che ….come direste oggi giorno....non si fa i c...avoli suoi.
R – Ottimo Maestro, anche ironico....
P – Non è una meraviglia, ho scritto un saggio apposito sull'umorismo.....a parte lo scherzo, in effetti la miglior cura dell'uomo stesso per poter sopravvivere è proprio la capacità di possedere un poco di ottimismo, e non dico di essere comici, mi riferisco alla capacità di vedere le cose strane e diverse che accadono, sotto l'aspetto sentimentale , ovvero capire cosa c'è dietro questo atteggiamento “diverso”, dietro questa maschera, insomma non ridere a crepapelle ma un sorriso quasi amaro consapevole sempre della tragicità del mondo.
R – Un quadro piuttosto pessimista
P – Realista, amico, soltanto realista, non dimentichi che il mio grande Maestro è stato il Verga, e le mie novelle non distanziano dalle sue in quanto a realtà verista!
R – Comunque dopo la laurea i primi romanzi di successo ...come IL FU MATTIA PASCAL
P – E pensare che questi sono nati nel periodo penso peggiore della mia esistenza, mi trovai nel dissesto economico totale dopo che la miniera di zolfo dei miei genitori venisse totalmente allagata e nel contempo inizia quel calvario fisico- mentale che mia moglie dovette sopportare fino alla sua fine...
R - ...e dalla letteratura al Teatro
P – Lei mi vuole commuovere, certamente il Teatro è stata la mia più grande passione artistica e direi anche di vita, sono quasi nato con il teatro, pensi ero ancora studente a Roma e nei momenti di pausa e libertà frequentavo tantissimi teatri della città, adoravo sentirne il solo profumo, la polvere del palco e il pulviscolo della platea, tanto innamorato che lo accennai anche in una lettera a mio padre........”Oh il teatro drammatico! Io lo conquisterò. Io non posso penetrarvi senza provare una sensazione strana, un eccitamento del sangue per tutte le vene.”
R – Un teatro nuovo il suo, un teatro....
P – Senza maschera e senza autore talvolta! Si ho tuffato i personaggi nella realtà e di questa farne teatro, lo spettatore diventa attore, e si rappresenta, praticamente ho tolto quella parete invisibile tra palco e platea, e la maschera cadeva indossandone al contempo altre e diverse a seconda degli avvenimenti e accadimenti. Oh il teatro....trovai e mi innamorai, e questo ultimo termine sapesse quanto mi è costato di pettegolezzo, di una giovane attrice, la cara Marta (Abba..n.d.r.), solo lei ha saputo leggere e interpretare i miei personaggi, e devo a lei il mio successo indipendentemente dal soggetto e dalla stesura.
R – E comunque il premio Nobel “ per il suo audace e ingegnoso rilancio dell'arte drammatica e scenica”...
P – Ho rivoluzionato un Teatro senza sapere di farlo......ho iniziato con un teatro grottesco, rappresentando la vita di tutti i giorni dimostrandone il paradosso e la contraddizione, con annesse maschere e trappole, insomma COSI' E' (SE VI PARE),per poi raggiungere il concetto basilare del cosiddetto “metateatro” ovvero il teatro nel teatro dove viene svelata la finzione del teatro stesso e dove ancora navigano i SEI PERSONAGGI IN CERCA DI AUTORE,per poi cadere nel fantastico con I GIGANTI DELLA MONTAGNA...
R – Una perfetta esposizione di se e delle sue opere …..vogliamo menzionarne.....
P – Ho un grosso rammarico e se vogliamo anche una forte rabbia, non sono mai riuscito in vita e anche poi dopo a far conoscere ai più le opere poetiche delle quali ne ho un eccessivo affetto. Sono esse che poi in definitiva mi hanno dato la possibilità di scrivere tutto il resto, tutto è partito da questa ricerca interiore da questo aspetto intrinseco della mia anima che ho potuto fare Romanzi, Novelle e soprattutto Teatro.....bene oggi vorrei ricordarvi una di queste mie poesie, raccolte in FUORI DI CHIAVE e proprio con la prima che ha inizio la raccolta.....
PRELUDIO ORCHESTRALE
Al violin trillante una sua brava
sonatina d’amor, con sentimento,
il contrabbasso già da tempo dava
non so che strano, rauco ammonimento.
Allora io non sapea, che ne la cava
pancia del mastodontico strumento
si fosse ascosa una mia certa dama
molto magra, senz’occhi, che si chiama?..
come si chiama?…..
E invano imperioso, nella destra
la bacchetta ora stringo: quella mala
signora è del concerto la maestra.
Da quel suo novo nascondiglio esala
il suo frigido fiato nell’orchestra:
sale di tono ogni strumento o cala,
le corde si rilassano, gli ottoni
s’arrochiscono o mandan certi suoni…
Dio le perdoni!
M’arrabbio, grido, spezzo la bacchetta,
balzo in piedi, m’ajuto con la mano.
La sonata è patetica: dian retta
i violini: piano, piano, piano…
Ma che piano! Di là, la maledetta,
sforza il tempo, rovescia l’uragano!
Da otto nove a due quarti, a otto sei…
Vi prego di pigliarvela con Lei,
signori miei.
(errebi)
Immagini: Luigi Pirandello, Pirandello e Marta Abba, la famiglia, Sei personaggi in cerca di autore della compagnia di Gabriele Lavia

IL LIMITARE DEI PIOPPI

Vado camminando come un elefante poso le tracce ma infondono soltanto come un passerotto, e lascio nel cielo un alito leggero di profumo mis...