giovedì 31 maggio 2018

SONO TORNATA A GUARDARE NEI SASSI

Sono tornata a guardare nei sassi,
lucidi al primo piangere celestiale,
e riflettermi ancora nei loro freddi
esterni senza colore.
Ho trovato il selciato bagnato
e il volto asciutto dal piovere
fuori nel bosco,
ma ho rivisto nei sassi il colore
di quel grigio torpore che sempre
ho indosso.
Sono tornata a cercare nei sassi,
un ricordo di fiume
primo sole d'inverno alle porte
prima volta sul greto di rena
tra le canne ed i pioppi argentati,
sono tornata a vedere nei sassi
i sogni perduti, affogati nelle acque
in un giorno,
quello poco dopo l'inverno.
Sono tornata a cercarti nei sassi,
come acqua di fiume finisce nel mare.
acqua dolce ricoperta di sale.
Roberto Busembai (errebi)
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NEL BUIO PIU' TOTALE

Quando la sera avvolge
nel buio più totale,
prima che la luna
accompagni con le stelle
l'intimità del sonno,
sorge sempre prima
un ricordo,
e attraversa tutta la mente
passando velocemente il cuore
e fare visione dentro l'occhio.
Quando la sera avvolge
intimamente il giorno
ancora ti rivedo e ti penso
sommariamente traccia
si illumina nella stanza,
e ti ravviso come allora
in assoluta e distinta apparenza,
madre in eterna essenza.
Roberto Busembai (errebi)
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GIUGNO

La calda stagione si scopre
pian piano come una donna
di fronte all'amore,
si svela del meglio del suo fare
e dona agli occhi il sapore,
colore del nuovo e del delicato
respiro sui prati indorati,
di fieno ammassato
e rosso nel cuore
come papavero disperso
confine di un sogno
tuffarsi nel mare
ancor freddo
ma quanto attira quel sale,
e il corpo del velluto
richiamo
si lascia su spiagge
al primo dolce calore.
La calda stagione di un
mese di giugno da divorare,
un frutto ciliegia
che sembra mai finire la voglia
e donna rimane
del gelato il sapore,
del profumo ginestra del fiore
e chiara la luna
illumina bianca la pelle
e sveglia l'ardore
di giugno passione.
Roberto Busembai (errebi)
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CONOSCIAMO L'ITALIA.......LECCE











Mi sono perso tra le fitte straduncole che la caratterizzano, ma non perchè non abbia più trovato la strada del ritorno, ma mi sono perso per la bellezza naturale e caratteristica che esse danno alla stupenda città di Lecce.
Lecce, capitale dell'arte barocca, è la capitale del Salento, terra d'amore e di passione, di sole e di frumento, di mare e d'uliveti, di storia e di vigneti. Visitare Lecce è un continuo via vai di meraviglie, di sorprese inaspettate, di case quasi arroccate, di palazzi decorati come fossero trine incastonate, di tuffi nel romanico e dal barocco baciati.
Partirei con il nominare la ricchezza e la bellezza che offre la Basilica di Santa Croce, che si offre in tutta la sua bellezza improvvisamente, passando per la Via Templari. Fu costruita circa nel 1549 e portata a termine quasi un secolo dopo e si succedettero alla sua costruzione ben tre architetti, Gabriele Riccardi, Francesco Antonio Zimbalo ( il più famoso e il più proficuo architetto barocco, soltanto a Lecce dominano le sue opere in quasi tutta la città) e Cesare Penna.
Di questa splendida basilica bisogna soffermarci alla ricca e elaboratissima facciata. La parte alta è nata sotto il progetto di Penna ed è la più ricca di ornamenti, con persino una balconata sorretta da figure di leoni. Grigi, draghi, colonne ecc. Al centro spicca il grande Rosone con ai lati due nicchie dove trovano dimora due grandi statue, San Benedetto e Papa Celestino V, mentre ai lati della facciata dominano due statue femminili rappresentanti la Fede e la Fortezza.
Perchè ho tenuto a descrivervi il meglio possibile questa facciata perchè alcuni studiosi la collegano a una celebrazione della vittoria nella battaglia di Lepanto del 1579. Qui le potenze d'occidente sconfissero l'Impero Ottomano e questo fece si che portasse frutto sia commerciale che economico a tutto il Salento, che al tempo era conosciuto come Terra d'Otranto, oppresso dai saraceni. Le sculture maschili denominate telamoni in vesti turche rappresenterebbero i prigionieri catturati dalla flotta veneziana, mentre gli animali raffigurati sotto la balaustra dovrebbero rappresentare le potenze cristiane alleate, il dragone per esempio era l'emblema dei Buoncompagni, il grifo rappresenterebbe Genova ecc.
Una curiosità popolare su questa facciata....pare che guardando il rosone al centro e spostando l'occhio sulla sinistra si intraveda l'autoritratto di Antonio Zimbalo......provare per credere.
Ritornando in mezzo alle stradine, non v'è occasione di poter incontrare laboratori artigianali di cartapesta, infatti quest'ultima è una forma d'arte caratteristica di tutto il Salento e naturalmente di Lecce, basti pensare che nel bellissimo Castello Carlo V al centro della città vi è la sede del Museo della Cartapesta.
A proposito di questo Castello che fu edificato dall'imperatore Carlo V d'Asburgo gira una leggenda metropolitana che narra che nel corso del trecento la famiglia degli Orsini Del Balzo tenessero nascosto nei sotterranei di questo Castello, addirittura un orso bianco, un po per facezia e un po per scoraggiare eventuali intrusi non ben accetti....mah!
E avrei ancora da citare il Duomo di Lecce con la caratteristica facciata “falsa” si perchè quella che vi appare ben elaborata e ricca non sarebbe il vero ingresso, l'ingresso vero e proprio si trova alla vostra destra, ma perchè questo gioco....essendo la chiesa rinchiusa in una piazza, al tempo esistevano proprio le porte al suo accesso, l'unica strada che vi permette di arrivarci è laterale, perciò per non presentare un insignificante muro, fu pensata questa meraviglia. La piazza poi è tutto un gioiello, l'altissimo campanile ben 72 metri, l'Episcopio , il palazzo residenza dell'arcivescovo di Lecce e il Palazzo del Seminario, pure in perfetto stile barocco.
Ma arriviamo a Piazza Sant'Oronzo, il cuore della città dove nella sua grandiosità c'è da perdersi davvero con gli occhi , basti pensare al bellissimo e aperto Anfiteatro Romano, scoperto ai primi del novecento durante alcuni lavori per una costruzione di un palazzo, ben tenuto per la parte scoperta, del resto la parte che non si vede vi è sopra costruita la Chiesa di Santa Maria della Grazia. Da vedere poi la Colonna di Sant'Oronzo, il Palazzo del Seggio, conosciuto come il “Sedile” .
Ma c'è una cosa che pochi conoscono e che voglio farvene conoscenza, a Lecce non esiste soltanto l'Anfiteatro romano ma anche il Teatro Romano, infatti per raggiungerlo dobbiamo attraversare alcune piccole viuzze, perchè in effetti si trova racchiuso tra le case. Il teatro come l'Anfiteatro fu scoperto ai primi del novecento sempre per caso e per lavori di costruzione, addirittura pare che sia stato edificato intorno all'anno I o II dopo Cristo. Alcuni resti, come statue, che furono trovati negli scavi, fanno parte del Museo del Teatro Romano che si trova nelle vicinanze.
Ecco rappresentata alla mia maniera la meravigliosa Lecce....spero che questo viaggio vi sia stato di gradimento e allora al prossimo viaggio!

(errebi)
Immagini web - Basilica di Santa Croce, Castello Carlo V,Il Duomo facciata laterale e principale, Campanile, Anfiteatro Romano, La Colonna di Sant'Oronzo, Il "Sedile", Una viuzza , Teatro Romano

CORRI, CORRI...


Corri, corri che la vita ti sorride,
e anche se non fosse
lascia crederlo al cuore e alla mente,
corri finalmente sopra i prati,
sopra valli enormi,
lungo viali alberati,
dai piccioni invadenti
e dai motori assordanti,
ma corri e vai avanti.
Corri, corri che l'amore ti prenda
ti accompagni nel gioco
anche se per tanto o per poco,
che ti spinga nel mistero
che ti baci sul fiume
o sul mare davvero,
fa che ti corra accanto
se non proprio dietro.
Corri, corri finché avrai fiato.
Roberto Busembai (errebi)
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mercoledì 30 maggio 2018

SEI LI

Sei li, sulla battigia d'oro
ancora prendi il sole
nonostante la luna,
sei li tormento di una notte
sull'onda che rovina
su spiaggia molle e sporca,
sei li dorata come miele,
dalla pelle salata,
dalla mente opaca,
come fastidiosa rena
che entra e strofina,
sei li ogni mattina
e ogni notte sempre,
sei continua angoscia
di un passato presente.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine by Pedro Gabriel

SE DELLE NUVOLE


Se delle nuvole conoscessi
il pianto
forse capirei del cielo
il temporale,
se delle nuvole sapessi
il colore
che sfuma nel volare,
forse capirei le assenze
che si formano nel cuore,
se delle nuvole potessi
toccarle con le mani,
forse avrei nei pugni
solo sogni strani
e anche belli nel suo speciale.
Se delle nuvole potessi
camminare sopra
come un uccello volarci
senza nessun sostegno
o corda in equilibrio
a sorreggermi,
forse capirei che la vita
non è che un soffio
di quel vento
che la nuvola smuove.
Se delle nuvole conoscessi
il loro formarsi
forse placherei meglio
questo vuoto dentro.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Eric Zener

martedì 29 maggio 2018

RITORNI SULLA RIVA

Ritorni sulla riva
di un mare senza passato
e canti con il muovere
delle onde salate,
ritorni poesia e
accarezzi il sogno
come un airone bianco
posa l'ali al corpo
e riposa.
Ritorni sulla riva
di un sentito sentimento
arde di quel sole
e conosce già il tramonto,
sei poesia
nel silenzio delle conchiglie
aperte ad asciugare
e sabbia rimane.
Ritorni sulla riva
bordo di labbra schiuse,
occhi aperti al cielo
e torni nel mistero,
poesia dell'amore
e lasci orma accesa
sul bagnato
a evaporare.

Roberto Busembai (errebi)
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lunedì 28 maggio 2018

PRENDI QUESTA MANO

Prendi questa mano
insieme voleremo
e sentiremo le nuvole del cielo
accarezzarci il corpo,
prendi questa mano
e tienila stretta con le dita,
insieme cammineremo
sulle stelle e sulla luna
e copriremo la notte
e il giorno di un velo di natura.
Prendi questa mano
e stringila forte al petto
ci toccheremo insieme
il corpo e la mente
saremo eternamente
unici e compatti
diventeremo un'entità splendente
e non sentiremo più niente,
soltanto il battito di un cuore,
unicamente.
Roberto Busembai (errebi)
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domenica 27 maggio 2018

E SE DOMANI

E se domani,
avessi quel rimpianto,
di non avere accanto
la felicità perduta,
penso che sarò
precipitato in un baratro
infinito.
Ma se domani,
non lo avessi affatto
perchè la felicità
è un momento,
basta crearlo
e crederci tanto,
allora sarei sopra
un aeroplano
e volerei tranquillo
come vola
e plana un uccello.
Roberto Busembai (errebi)
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SEDUTO SUL DIVANO

Un giorno, ne sono certo,
mi siederò contento
perchè non avrò più niente da fare
da dire e da pensare
e ammirerò esterefatto
dietro un'enorme finestra
dai vetri grandi e trasparenti,
le nuvole che scorrono nel cielo.
Sarò felice perchè
saprò che di quel movimento
nebuloso,
bianco o grigio tormentoso
io non ne risentirò per niente,
saprò che la tempesta
non mi appartiene come
del resto il vento e la pioggia
che l'accompagna.
Un giorno ci troveremo
su quel divano insieme
e godremo di quel paradiso,
magari litigandoci la nuvola
più bella
per tenerla in memoria.
Roberto Busembai (errebi)
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SARA' SEMPRE MAGGIO

Vorrei ora perdermi
nell'immensa sensazione
di un prato esposto al sole
avendo come rilievo
un rosso papavero fiore,
poi, vorrei con questa,
sorvolare il mondo,
lasciare le preoccupazioni
i dolori e le discussioni,
per godere dei raggi
il forte sole e
del volare provarne l'emozione.
Sarà sempre maggio
dentro il cuore
un prato verde
con un rosso fiore.
Roberto Busembai (errebi)
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sabato 26 maggio 2018

AVEVO UN SOGNO

Avevo un sogno 
quando ero ragazzino,
di volere un giorno
prendere con mano
la luna e le stelle
per poi farne decoro
per i momenti bui,
per quelli che la luce
non possono mai vedere,
per tutti quelli che hanno
spenti il cuore e la speranza.
Ora che sono assai cresciuto
la luna non l'ho presa
e le stelle sono troppo lontane,
ma spero di avere dato
un pizzico di splendore
anche se non ero
molto attrezzato.
Roberto Busembai (errebi)
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OGNI TANTO MI PERMETTO

Ogni tanto mi permetto
e mi concedo
con il cuore stretto in mano
perchè non giochi sul pensiero,
di riavere nella testa
una città nobile d'ammirare,
è sicuramente una visuale
un poco sfocata e piena d'ombre,
è un ricordo che svanisce
come ombre senza sole,
è comunque un pensarla sempre
come fosse miele
come lo è per l'ape il fiore.
Io Parigi me la sento
ogni istante e ogni momento,
e se spesso taccio e non la nomino nemmeno,
è per il soffrire poco e venire meno
altrimenti morirei di sconforto.
Ogni tanto mi permetto
questo sforzo, e sogno e
ancor più soffro.
Roberto Busembai (errebi)
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DIRTELO E SOTTOLINEARLO PURE

Dirtelo e liberare un sogno
è l'immenso desiderio
perchè tenersi dentro
questa smania
è come un vetro offuscato
da nebbie di calore,
volevo dirti quello che già sai
e ti ripeto spesso,
ma oggi è diverso
perchè nasce dopo il nostro
sottile capriccio
di essersi presi per
un egoismo innato,
non rompiamo quello specchio
che poi diversamente
potremmo riparare,
il vapore svanisce
al solo raggio di calore,
e la rosa che ti rappresenta
riprende colore con poco,
i frammenti di un vetro,
rimangono tali e sono
pure taglienti.
Dirtelo e sottolinearlo
pure, che ti amo nonostante
l'errore che sempre umano rimane,
sia uguale al tuo e mio insieme,
ma sorvolare sulle facezie
e riprendere il cammino.
E poi cos'è il nostro affetto
rispetto al litigare,
soltanto un conoscersi e scoprirsi
talvolta anche male,
ma sempre con la rosa dentro il cuore
e nella mente.
Dirtelo e sottolinearlo pure,
ti amo e ti voglio bene insieme.

Roberto Busembai (errebi)
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venerdì 25 maggio 2018

BUONANOTTE

La traccia di un ragno operoso
si staglia nella notte
se pioggia s'è posata
sopra gli invisibili fili,
è dato della natura
scoprire sempre l'inganno.
Roberto Busembai (errebi)
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CANZONI D'AMORE

E cantare canzoni d'amore
sul limitare del mare,
inventarsi le parole
e stringersi le mani
per non cadere nell'immenso,
sapersi ricordare addosso
il profumo del sale
che rimane
dopo un adagiarsi
esposti al sole
in compagnia del vento
e del profumo del tuo amore.
E sognare alla prima luna
che si culla sulla cima
di uno scoglio
ardito tuffarsi dentro l'onda
infranto di un cuore ancora caldo
e di un sentimento
vero oltre il mistero.
E cantare canzoni d'amore
senza sapere il testo
e ricordarlo ancora quello
unico e diverso,
ma parlava di te e del tuo petto,
del tuo viso aperto
e della tua fresca pelle
che brezza spegne
d'ardore dell'estate
e ha spento dell'amore.
Roberto Busembai (errebi)
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giovedì 24 maggio 2018

LASCIAMO SPEGNERE I FUMI DELLA FESTA

Lasciamo spegnere i fumi della festa,
un nuovo anno da passare
con tante cose nella testa,
facciamo finta di niente
e non pensiamo a gli anni che
mi sono addosso,
nessuno conosce il suo futuro
a malapena ricorda il passato
e pure poco del presente,
gli anni hanno offuscato
la memoria e rimane
poco o niente della storia.
Lasciamo spegnere i fumi della festa,
ho ancora il dolce nello stomaco
e il vino mi fa girar la testa,
tanto non ci sono sorte
ne magie da fattucchiere
o megere maghe straniere,
si vive quello che ci è dato
e ogni attimo del futuro
è un grande dono dato.
Roberto Busembai (errebi)
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INCONTRIAMO........MANGO






La ricerca della poesia nel contesto musicale, o la ricerca della musica con la poesia, insomma MANGO
M – Buongiorno, buongiorno a tutti
R – Grazie di avere accettato questo “diverso” invito, grazie a nome di tutti i tuoi fan e...
M – Sono grato di questo, è dimostrazione del mio vivere che non è stato certo insulso, questo continuo pensarmi e lodarmi mi da segno che le mie parole, le mie musiche, la mia poesia naviga come volevo navigasse negli animi, un ricordo perenne.
R – Te ne sei andato con uno “scusa”....
M – Si perchè ho percepito il vero distacco, ho avuto l'attimo di certezza che qualcosa di grosso stava accadendo e ero davvero dispiaciuto più per il pubblico, per la mia gente in quel momento che era venuta per me, per ascoltarmi,per applaudirmi, ed io, non volutamente, ma fisicamente li stavo deludendo, li abbandonavo....ma non era così, non per mia volontà....e perciò “scusate” è stato la parola che racchiudeva in se tutto questo rammarico, “ scusate ma devo uscire di scena”.
R – Ancora commuove il senso della cosa e comunque la tua assenza
M – Ma io non sono assente, lo hai notato da solo, è bastato fare un piccolo test di votazioni ed eccomi qua, io sono presente in ogni cosa, ogni giorno, ogni momento, la mia presenza sono le mie canzoni, la poesia che rilasciano, perchè quella è importante.
R – Poesia in ogni sfaccettatura...
M – Vedi io ho sempre creduto, e ora ne ho quasi la certezza, che la poesia sia l'arma migliore
per colpire il cuore e l'anima, il termine arma inteso come mezzo non come oggetto per fare male,
senza poesia non esiste umanità, la poesia si trova in qualsiasi cosa noi facciamo, respiriamo insomma viviamo, non può esistere il mare se non c'è poesia, non può esistere la pioggia se non si fa poesia, e non si può capire l'uomo se non si comprende a fondo la poesia
R - E se poi la si sa esprimere anche in musica....
M- Certo la musica è il complemento necessario per evolvere il sentimento poetico, ma la maturazione avviene prima, nel pensiero....alcune mie canzoni, testi miei o comunque di altri grandi parolieri a cui mi sono affidato, nascono proprio da questa ricerca interna, io ho sempre agito secondo l'incanto poetico che mi nasceva dentro, ho cercato di amare e rispettare il mondo seguendo le orme di quelli che mi avevano preceduto, ovvero , e questo l'ho sempre ripetuto ai miei concerti, quando ero sul palco tra le prime cose che dicevo mettevo in chiaro che la poesia che avrei narrato non era altro che il frutto di altra poesia che in quel palco era già trascorsa negli anni, nei secoli, tra quelle mura, tra quei fondali, sugli stessi palchi si era tramandata l'intelligentia di molti,
la poesia è nell'aria, bisogna soltanto saperla catturare e donare.
R – Resto senza parole a sentirti parlare, il tuo è un canto senza musica, la musica è il tuo pensiero, certo anche la tua voce non è stata indifferente.....
M – Quello è stato un dono divino, e ringrazio con tutto il cuore, certo la mia voce ha avuto modo di modulare il suono, il pensiero e l'incanto
R – Quanto ti manca il pubblico?
M – Per niente....io ci sono ancora con il pubblico, sapessi quanto mi sento enunciare, nominare, sapessi quante canzoni ancora girano nel piatto, Oro, La rondine, Lei verrà, Nella mia città, Bella d'estate....e potrei continuare ….No non mi manca il pubblico, ho il loro affetto e il loro amore appiccicato addosso e vive nell'aria come ossigeno da respirare.
R – Hai citato vari tuoi successi tra cui la mia città, te sei sempre stato comunque attaccato alle tue origini....
M – Sono nato a Lagonegro e ne sono sempre stato fiero, fiero perchè essendo un piccolo paese del Sud ho conosciuto i valori e la tempra della vita, la conquista sudata di un pezzo di pane, il coraggio di cambiare e la forza di mantenere i propri costumi e profumi. Sono venuto via da ragazzo, ma non sono fuggito, sono soltanto uscito per conoscere, per poter poi ritornare sempre più ricco dentro e poter così donare quello che avevo appreso di buono e di bello.
R – Mango voce e anima angeliche.....
M – Mango..soltanto un cantautore, un navigatore come mi sono sempre qualificato, perchè io mi sono sempre creduto un Cristoforo Colombo che navigava alla ricerca di una terra che sapeva esistesse ma da raggiungere diversamente, io ho cercato sempre una poesia che sapevo esistesse ma da raggiungere attraverso la musica e il cuore, attraverso l'esperienze di vita, attraverso l'amore della terra e delle persone, ecco allora Pino Mango cantautore.
R – Sono soltanto senza parole, grazie Pino di questo tuo intervento
M – Grazie a voi tutti e a te che comunque navighi come me con la poesia in poppa
(errebi)
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E STAMMI A SENTIRE

Sarò sfrontato ma di questo
tuo lasciarti andare,
non mi pare proprio il caso,
sei una stella in mezzo al cielo,
sai brillare con un poco o niente
e ti crei mille ostacoli nella mente,
sarò forse marginale, forse anche
poco celebrale,
ma vederti consumare per
una ruga sopra il volto
o un leggero tuo ingrassare,
a me pare proprio sciocco,
tu sei bella non per quello
che si vede, siamo tutti
fatti come siamo
e non certo per quello
che vorremmo e che pretendiamo,
ma è il dentro amore mio
quello a cui devi pensare,
tu sei bella e solare,
sei sopra ogni cosa la migliore,
e che importa se i capelli stanno imbiancando,
se il camminare è diventato lento,
se il tuo volto non è più una fresca rosa,
se la pelle è sempre più grinzosa,
non c'è fiore sulla terra
che ti sappia emulare,
sei unica e inimitabile,
sei la perla del mio cuore.
Sarò forse materialista,
forse un poco qualunquista,
ma di te non posso stare
inerme, voglio il tuo sorriso
su quel volto maturo
e poi lacrima scenda pure
ma di felicità nel cuore.
Roberto Busembai (errebi)
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mercoledì 23 maggio 2018

LUCE

Luce in trasparenza,
luce in essenza,
sei la perla della vita
in una conchiglia del mondo,
luce sei sul cuore
in apparente mitico splendore,
luce dell'animo
del suono e delle parole,
sei del sentimento
l'ardore
e dell'amore il fuoco,
luce della notte e
astro del giorno intero,
luce del mistero
e del momento,
sei tu la luce
del mio respiro
e del mio cammino
tra le nebbie,
sei tu luce e per sempre.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: André de Dienes :: Marilyn Monroe at Tobay Beach, Long Island, 1949

OLTRE

Oltre il pensiero e la mente,
oltre il cielo e il profondo mare,
oltre il sole e la luna,
oltre il cuore e l'anima che tiene,
oltre la pioggia e il vento,
oltre il piacere e il dolore,
oltre il conoscere e il sapere,
oltre l'amore e oltre la pace,
oltre l'immenso e l'irreale,
oltre l'ammirare e l'essere ammirato,
oltre il tutto e il creato,
io nascerò sempre
e sarò un fiore aperto
nel verde prato.
Immagine Pink Side by fs999 on Flickr.

GRANDE GUERRIERO

Voglio donarmi questo umile fiore,
una margherita dentro un bicchiere,
un gesto umile e naturale,
un simbolo di quando ero bambino,
che nei prati al correre sotto il sole
frequentemente raccoglievo
e con l'amore di una cara donna
venivo a porlo nell'acqua per decoro,
ebbene oggi io ci riprovo
a dare un tocco a questo mio compleanno,
vorrei che questo fiore
durasse in eterno,
non tanto esteriormente
ma dentro il cuore espressamente,
e fare con pensiero
lo scorrere del tempo,
come da giovane facevo
con il fiore
classico gioco dell'amore eterno,
m'ama non m'ama era la sorpresa
e la compagna che rideva accanto,
si voglio una margherita
sul mio desco giornaliero
da farmi sentire ancora un
grande guerriero.
Roberto Busembai (errebi)
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martedì 22 maggio 2018

SEDIE VUOTE

Sono soltanto sedie vuote
abbandonate al cielo,
attimi di sconforto 
che fanno certo sentire meno
il coraggio di sopravvivere
per una non precisa
causa da sbrogliare,
sono soltanto sedie
lasciate a scaldarsi al sole
se tanto valesse dargli
un poco di calore,
i sentimenti arditi
e quelli un po pacati,
sorretti, conquistati
e poi anche elargiti,
sono soltanto sedie
in totale solitudine,
dimenticate e quasi
tutte arrugginite,
le storie del passato
e quelle del prossimo
presente,
si vale ormai poco
e si aspetta la morte,
perchè non c'è un falso
retorico rimedio
al dolore subito,
a quello vero,
soltanto un posto occupato
tra sedie vuote al cielo,
e nel silenzio dell'intorno
si fantastica pure
un altro giorno.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine Leonard Freed. Amsterdam. 1964

lunedì 21 maggio 2018

SCIVOLA LA GOCCIA

Scivola come una goccia
posata dalla rugiada
su un petalo di fiore
al primo raggio che s'indora,
illumina di riflesso
e dona refrigerio
al già bruciante sole.
Scivola dentro il cuore
la lacrima sommersa,
trattenuta e persa
come un ricordo vago,
imprime come un ago
e arde come tizzone.
Scivola la vita
come un liquore.
Roberto Busembai (errebi)
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domenica 20 maggio 2018

LA NOTTE ARRIVA COME ARRIVA IL GIORNO

La notte arriva come arriva il giorno
nascendo all'orizzonte
e nello stesso tramontando,
invece di una stella,
enorme grande e calorosa,
una miriade brillante
da farne un velo di una sposa,
ed un satellite misterioso,
pallido talvolta giallo,
che emana il giusto tiepido
calore e luce,
da far sognare anche chi non dorme.
La notte arriva come arriva il giorno.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Let’s stay awake all night (by Milamai)

ICONA DEL MIO CUORE

Sei diventata la traccia
di una matita scura,
delinea la figura su carta stampata,
fogli di vita scritta e scolorita
e con il sentimento ormai vissuta,
sei il profilo che dentro io mi tengo,
e qualche volta scarabocchio
in vivo, per mantenere impresso
nella mente,
il volto, la bellezza e il tuo amore.
Sei diventata semplicemente
un'icona fissa dentro il cuore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine by Loui Jover

sabato 19 maggio 2018

UGUALE DESIDERIO

Esprimi un desiderio,
all'ultimo guardare
del sole dentro il mare,
pensalo silenziosamente
e non lo far sapere,
se vuoi avverare un sogno
senza farlo cadere.
Ma non dimenticare,
di chi hai vicino,
potrebbe anche lui
avere lo stesso
unico pensiero,
e allora ti immagini
che meraviglia,
se dopo al primo chiarore
della luna,
noi ci guardassimo negli occhi
e scoprissimo la fortuna!
Roberto Busembai (errebi)
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SOCCHIUDI GLI OCCHI

Socchiudi gli occhi, lasciati guidare,
ti porterò dove non sentirai mai il male,
perchè voglio di te l'assoluto bene
in ogni cosa e in ogni fare,
socchiudi gli occhi e fidati del cuore,
non sono un santo e nemmeno un mago,
ma so trasformare la mia crudezza
in un tenero orsacchiotto bisognoso,
e cedere all'amore vero
come un bambino cede al seno
per la fame.
Socchiudi gli occhi, non pensare
guida soltanto il tuo esile corpo
e posa su di me la testa e tutto
perchè tu possa riposare
dai pensieri e dalle paure,
sono soltanto un uomo
che veramente e da semrpe
ti vuole bene.
Roberto Busembai (errebi)
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MA TU CHI SEI?


Ma tu chi sei,
come ti permetti
di cambiare il mio volto,
chi sei che ti prendi
questa libertà?
Ero sempre stato
quello, e mai 
mi interessava di cambiare,
e tu stamani 
ti sei vestito diversamente
e oltretutto mi hai 
cambiato completamente.
Non credo al tuo riflesso,
quello che proponi
è sicuramente un altro,
io non sono così grigio 
io amo il colore,
e immensamente mi dipingo
ogni qualsiasi tempo
in diversa tonalità,
chi sei e come ti permetti
di rivoluzionare il mio aspetto
e di rimarcare l'animo dentro?
Io in quel corpo non mi ci sento
e non te lo concedo,
ma tu chi sei, specchio,
e come ti permetti
di darmi un altro aspetto?

Roberto Busembai (errebi)

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venerdì 18 maggio 2018

AZZURRO NOTTE

Azzurro resta il ricordo
di una notte di cielo,
azzurro pure se pareva nero
chiarore della luna
e delle stelle
infrante sopra l'onde
di un autentico mare,
azzurro resta ancora da pensare
pure se i sogni remano
contromano e controvento,
io dormirò contento
anche questa sera,
perchè ci sarà sempre
quello che c'era,
e sarà questo azzurro dentro.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine Simon Prades

RICOMINICARE

Ricominciare come
se un libro scritto si potesse
cancellare,
dei suoi capitoli e delle
sue storie e avventure,
si potessero far svanire,
come se in una stanza
vuota e aperta a un fugace
sole invadente,
si chiudessero le imposte
facendo finta di niente
e fingere che sia notte.
Ricominciare e poi
avere il seme dentro
che come bulbo
nell'inverno riposa e
poi sempre cresce,
il ricordo e i rumori
di un trambusto d'anime
che si è scontrato.
Ricominciare e poi
restare seduti in quella stanza
come assenti e senza la
più pallida voglia
che sempre ha dato consistenza.
Ricominciare è
come una luna senza,
la notte e le stelle
che la confortano e cullano
riflettendosi in un mare calmo.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

giovedì 17 maggio 2018

QUESTO AMORE E' BLU

E' sicuramente blu
questo amore,
questo immenso mare
di sentimento,
diversamente non avrebbe
senso altro colore,
da raccogliere la pace del momento,
il gusto del paziente trasporto
d'animo e di vita
che ci offriamo,
è blu credimi,
noi ci amiamo.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine:Marc Chagall - Le amoureux en bleu, c. 1930.

mercoledì 16 maggio 2018

INCONTRIAMO........GIANNI RODARI



Amici, stamani l'intervista entra in una dimensione direi sublime, il personaggio che avete richiesto è di per se un comune personaggio, altissimo scrittore, giornalista ma è un geniale illuminatore e portatore di assoluta “fantasia”, e proprio di quella che oggi vogliamo trattare con GIANNI RODARI.
R – Buongiorno, tutto il giorno e tutta la notte perchè anche quella fa certo parte del giorno stesso......
Io – Ecco che già cominciamo a fantasticare o almeno a giocare con le parole come lei ci ha insegnato, ovvero ha insegnato ai tanti alunni e anche ai docenti...
R – Non esageriamo, io ho soltanto preso in esame tutto quello che già esisteva, si forse l'ho capovolto, sconquassato, mescolato, ma in fondo psicologi, umanisti, sociologi, pedagoghi prima di me avevano scritto......certo ho combattuto e cercato di far capire che per avere visione totale della vita stessa, del vivere quotidiano e anche sapersi liberare dalle strutture chiuse che innatamente sono imposte, bisogna conoscere la fantasia e su quella giocare sempre....soprattutto anche da adulti ….
Io – Fantasticare sempre, dimenticare la realtà....
R - No io non ho detto di dimenticare la realtà, assolutamente, ma proprio con quella attenersi e rivoluzionarla...in fondo cosa sono le rivoluzioni se non la fantastica voglia di cambiare da parte di una certa sfera di persone, un modo diverso di vedere le cose e comunque sempre per un vivere quotidiano, certo uguale, ma forse meglio condotto.....la scarpa entra nel piede ma il piede a volte è gonfio, stanco, dolente e quella scarpa di sempre non entra..........
Io – E a proposito di “scarpe” vogliamo parlare della sua opera maggiore la “Grammatica della fantasia”che se non erro proprio in quella si citano le “scarpe”
R – Questa mia opera, che poi non ritengo tanto mia in quanto è stata il frutto di esperienze con bambini e docenti vari, esperienze che ho avuto nel tempo e ho voluto poi raccogliere aiutato eccezionalmente da quelli sopra nominati. Uno scambio d'idee e “fantasie”...Per tornare alle scarpe, tutto è nato da una storia inventata da un gruppo di bambini di cinque anni, che raccontava di come un bambino che ruba le scarpe a suo padre e poi per punizione venga attaccato alla luce, trasformandosi così in una lampada che si spegne se gli vengono tolte le scarpe.
Da questa storia naturalmente non si può ignorare il significato psicologico, il bambino che con le scarpe si cala in un'altra identità (il padre) ma soprattutto l'immagine del bambino che si trasforma in lampada perchè attaccato alla corrente. Praticamente si è verificato quella “ condensazione delle immagini” che già il grande Freud ha descritto studiando i processi del sogno.
Io – Certo che l'immaginazione è vitale, ma per descriverla ci vogliono le parole e....
R – E proprio con l'analisi della parola stessa che parto con la mia Grammatica, la parola è come un sasso gettato nello stagno.......infatti una parola gettata a caso provoca infinite reazioni che coinvolgono l'esperienza, la memoria, la fantasia, e come un sasso gettato nello stagno produce onde innumerevoli e infinite così agisce la stessa. Da una sola parola nasce il fantastico....
Io – E le fiabe di parole e fantasia ne hanno date....
R – Le fiabe popolari dei grandi come Grimm, Andersen e lo stesso Collodi sono stati i grandi liberatori della letteratura infantile ancora attaccata alle origini classiche, ma su queste si parte sempre e si trasforma, si inverte, si mischia la favola stessa, si possono cambiare i finali, si possono creare “copiare” le fiabe (un esempio l'Ulysses di Joyce che “ricalca” l'Odissea), ecco comunque la fantasia che vola, apre e inonda....il bambino è libero di creare il suo Cappuccetto Rosso, potrebbe essere giallo, potrebbe essere cattivo e il Lupo buono, potrebbe non incontrare la nonna e potrebbe addirittura volare su elicottero per attraversare il bosco.......
Io – Certo se dovessimo analizzare tutta questa sua Grammatica, non basterebbe un'intervista....
R – Ma non lo voglio nemmeno, quello che voglio rimanga di questo mio studio, che ogni persona, bambino o adulto, possa liberare ogni suo pensiero e “giochi” spesso con le stesse parole, con i fatti e l'esperienze come se fosse su una nuvola rosa a cavalcioni guardando di sotto il mondo che non conosce e di esso cominci a pensare per quello che vede e non per quello che sempre ha saputo e conosciuto.....un'auto potrebbe essere un mostro di ferro che ha invaso la terra, un mostro ne cattivo ne buono, ma che talvolta “mangia” le persone e poi le rilascia.....un essere diverso d'amare ugualmente perchè quello è il suo modo di vivere.....Oppure un'auto potrebbe essere un bambino che ha bisogno di così tanto amore che lo realizza stringendo a se le persone e facendosele entrare “dentro” per un po......
Io – Non ci avevo mai pensato....per me l'auto è un mezzo di trasporto e a volte anche fastidioso e rumoroso
R – Ma anche per me certo ma l'immaginazione, la fantasia fa si che tutto diventi diverso e possa aiutare anche a “sopportare” quello che più ci infastidisce …...ambarabacicicocò nella macchina non ci stò, ma se canta e balla, se ride e scherza, ambarabacicicocò nella macchina ci stò.....
Io – Da oggi penso che cambierò il mio scorrere giornaliero
R – E io avrò un'altra esperienza da raccontare, sono stato su un social e non sapevo come fare.......grazie amici
(errebi)
Immagine web

IL LIMITARE DEI PIOPPI

Vado camminando come un elefante poso le tracce ma infondono soltanto come un passerotto, e lascio nel cielo un alito leggero di profumo mis...