mercoledì 31 maggio 2017

SE DOVESSI ASSAPORARE

Se dovessi assaporare della vita
la cosa migliore che abbia avuto,
penso che non avrei timore
nel dire l'amore, avuto e donato,
un amore che nel bello
è stato un fiore aperto,
ma come un fiore seccato
è poi apparso talvolta.
E' nell'amore che si libera
ogni puro sentimento,
si ride si piange e si muore
per questo,
e non ci sono altre soluzioni
a barattare questo incanto,
sarei banale e insulso
non saperlo apprezzare
per quello che è valso
e sempre anche nel tramonto
vale.
Si soffre e si pena,
si muore talvolta per questo
immenso sapore di miele
che scivola dentro
e scalda come una grossa coperta.
Se dovessi assaporare della vita
la cosa migliore,
direi sempre amore
soprattutto quello donato,
offerto spruzzato e elargito,
quello gratuito che ti
scioglie nel mistero
e fa di te un essere sincero
e vero su questo pianeta.
E tutt'al più potrei anche
dire qualche altra cosa,
ma cadrei sempre nel banale
e nel superfluo,
l'amore, quello vero quello
non delle poesie o dei racconti arditi,
non quello scritto come un icona colorata,
non quello che sulle bocche aperte
sventola il suo nominarlo,
ma quello che ti prende
anche quando tutto pare
che finisca come carta straccia
e s'invola al primo vento
che pare l'accarezza.
Se dovessi assaporare della vita,
la cosa migliore e peggiore
che abbia avuto,
direi l'amore,
in assoluto.
Roberto Busembai (errebi)
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SARDEGNA

Non ti conosco isola del mare,
difficile da scoprire
ma facile d'amare,
seria e cupa la persona,
non scontrosa ma seriosa,
animo duro dal lavoro
e dal vento che sopporta,
ma docile e fragile come il
suo pane fresco carasadu,
mari mozzafiato,
verdi più dei prati,
e gli interni brulli e scolpiti,
come un'isola rispetta.
Non ti conosco isola
del mio sogno lontano,
delle tradizioni chiuse
che ferre tiene nel tuo corpo,
alzi con durezza e fiera
la tua generazione,
e curi con passione
la tradizione tua cultura alta
e grande da rispettare.
Non ti conosco isola
dal sole brillante e
sale di mare bianco e splendente
che su spiagge posa come
naturale ancora processione,
mistica silente approvazione
della tua condizione
e serva del tuo paesaggio,
irrompi e scruti dentro
come dell'isolano scruti
nel cuore chiuso dentro.
Non ti conosco meraviglia
dell'Italia, sola in mezzo al mare,
sola e distaccata dalla terra,
launeddas nei tuoi suoni
e negli animi interi.
Roberto Busembai (errebi)
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MI PRENDI E MI RODI

Mi prendi e mi rodi
eppure dovrei dimenticare
tutto il passato e vivere del presente,
mi prendi e mi ledi
ogni attimo di secondo
e dovrei vivere senza, per ore
e ore,
mi prendi e mi mangi
del buono che è rimasto
dopo le battaglie e le sconfitte
avute e subite,
mi prendi e non riesco a lasciarti,
non ricordo di averti mai tradita
e non ricordo di poterlo fare,
mi prendi e ci sai fare
anche lontana sai dominare
e non riesco ancora
a procedere con il pensiero
senza.
Mi prendi e mi rodi
dentro l'anima persa
e ricominciare senza
è come passare della candeggina
come sbiancante,
pulire nettamente il cuore
e farlo divenir rosa dal sapore
attendibilmente dolce.
Roberto Busembai (errebi)
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lunedì 29 maggio 2017

NON BADARE AL MARE MOSSO

Non badare al mare mosso,
al suo alzare la corrente,
pulviscoli di sabbia e sale
alzano le tormente,
ma non farti impaurire
lo scenario è stupendo,
ti corre incontro parlando
portando da lontano
voci e canti nuovi,
silenzi sconosciuti
pieni di rassicurazioni e colori.
Non badare al temporale
lasciati andare con me addosso,
correremo come il mare
e voleremo come il vento
che ora soffia forte,
combineremo insieme
cose sconosciute e apprezzeremo
il sale che ci viene ceduto.
Non badare all'acqua che ora bagna
dal piede il mare e dalla pioggia
il corpo, saremo puliti dentro
come ora pulisce questo
piangere del sole.

Roberto Busembai (errebi)
Immagine by Alex Currie

domenica 28 maggio 2017

DONNA DA TEMERE

Io che dell'amore faccio icona,
io che non ne parlo ma so addestrarlo,
io che di ogni intarsio so lenire,
ti lascio rimirare forte e sorridere
dentro un impulso e un attimo eccelso,
io che del tutto faccio un cesto
di rose aperte dai petali falsi,
io che sono il mito della notte
nei sogni e nelle speranze vane,
io che di lui sono il diavolo nel cuore
e che con il caldo dell'inferno
so gelare il suo tormento.
Io che nelle nubi so apparire,
io che non sorrido mai per un niente
io che di lui sono invadente
quando si cede al pianto
di un trattenuto sentimento strano,
io sono il fascino comprato,
pattuito sulle strade buie,
sono il lampione dell'orgasmo
sono la luce del piacere.
Io sono donna da temere.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

E COSA FAI

E cosa fai se ti dicessi che vorrei volare,
come gabbiani al mare dispersi
e poi ritrovarmi a scendere e planare
sopra isole deserte,
e cosa fai se ti dicessi che lo vorrei fare
con te accanto per tutto il resto della vita,
quella che destino ci ha regalato
e riservato nel cielo che vorrei sorvolare.
E cosa fai se per mano io ti prendessi
e mi tuffassi in mare con te che neppure
ti accorgessi di quello che ho fatto,
certo ti bagneresti come un pulcino
e mi correresti contro irato
quanto basta per farmi perdonare.
E cosa fai se ti chiedessi di baciarmi
qui sulla battigia di questo mare calmo,
che bagna i piedi e scalzi ci ha portato
a correrci vicini, forse io dovrei arrossire
per la timidezza o per l'audacia mia avanzata,
o forse saresti te a fare la figuraccia
e con il sole dentro gli occhi
mi baceresti e non per mia richiesta.
E cosa fai se ti dicessi che ti adoro
e volo ugualmente con te addosso
perchè ti tengo dentro come
le piume stanno appiccicate all'airone
e le ali anche se non le tengo
le smuovo con il pensiero
e insieme volo e volo con te
unico amore caro.
Roberto Busembai (errebi)
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sabato 27 maggio 2017

STUPIDI

Ma quante teorie accanto
a sensazioni che non hanno
neppure il decoroso rispetto
di un ricordarle appieno
o averne da che imparare,
eppure tutti a blaterare
e dire che questo era meglio
o l'altro ancora peggio,
il tempo passato pare
che si sia vissuto nel paradisiaco
gestire dei giorni,
senza pericoli o bisogni,
senza che ci fosse un malaugurato
infastidito scombussolamento.
Ma quante teorie accanto
a processioni di parole
e magre visioni d'imbonitori
e esuli dal mondo,
solo per arrecare danno
e godere della soddisfazione,
di scoprire che in fondo
l'uomo è così banale
nel credere alle fole,
tanto da rinunciare pure
al bene primario della vita,
all'amore innato

e dimenticato nei meandri.

Roberto Busembai (errebi)

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PRIMA COMUNIONE



Armonioso e grave suonare cadeva sontuoso,
la chiesa era tutta indorata di fiori
bianchi e puri all'altare maggiore
e cadevano petali di pulviscoli gialli
polveri alzate da genti e dai raggi colpiti,
era celeste pure la vita e innocente il colore
degli occhi vivaci e contenti,
tutti vestiti di bianco e tutti in corteo diligente,
attraversare la navata centrale,
re e regine per un giorno speciale,
e tutta la gente s'inchinava al passare.
Era del giorno un incanto di rose bianche,
gigli profumosi sul cuore e
calore di cose gradite e baci soffusi,
della fede forse poco capivamo,
ma di certo nel cielo ancora eravamo
con il cuore e la mente
e l'animo pure.
E era di maggio e sempre era sole
perchè la festa pareva più grande e bella,
e nel riso dei denti ancora di latte
scoprivamo per un giorno soltanto
la vetta del felice vivere insieme,
e l'incanto del bianco
sul riflesso del sole,
colombe eravamo terrene.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Duverger Theophile Emmanuel 1821-1886 Premiere Communion 1867

PRIMO PIANO

Nel primo piano di un particolare,
risaltano note di colore e striature,
appaiono malformazioni o sottili disegni
nature tenute nascoste seppure evidenti,
miscugli di scorie del tempo posatesi
in sottili pulviscoli opachi,
nel primo piano di un semplice
stelo di erba si scoprono valori mai notati,
di come natura sovrappone come in puzzle
materie e colori, per farne un insieme.
E allora si apprende di come
la stessa vita dell'uomo
possa essere quella che poi
a occhio nudo non vede e non sente,
se solo provassimo a scendere dentro
a accelerare lo zoom del nostro occhio
sensore dell'anima vera,
potremmo scoprire le cose che
trasparenti e velate costruiscono
il nostro pensare e l'anima pure,
scoprire del meglio e del nuovo
e avere forse meno paura.
Roberto Busembai (errebi)
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venerdì 26 maggio 2017

PICCOLA DONNA

Sorridevi cantando, e cantare era ridere
scherzare e volare,volare come palloncini
che liberavi apposta per vederli sorvolare
felici sopra monti e mari e sognavi 
dei lori incontrati amori sulle nuvole bianche.
Sorridevi e speravi, cantavi e credevi
delle rose i petali rossi e le spine
gettavi nei fossati e nelle pozzanghere,
resti bagnati di piogge cadenti
e stelle filanti erano i fiocchi di neve,
bambina innocente.
Cantavi e ridevi di niente e per niente
ma nulla traspariva sui cuori e su gli occhi,
e nel petto stringevi la rosa
che presto sfioriva,
e l'amore tradiva dei sogni
il presente.
Roberto Busembai (errebi)
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TI TELEFONERO'

Ma quante attese, quanti cuori battenti
sospirati e menti, menti che volavano nei pensieri,
...dov'eri, con chi eri soprattutto..
e attese da non poter chiamare perchè
tu eri fuori naturalmente,
e le sere nei letti, avvolti dal filo di quel
telefono col dito, quanti sospirati amori,
baci caldi sulle cornette bagnate dalle salive
salate sulle labbra e dalle lacrime per
addii dell'amore o del passato sentimento
lasciato alla stazione in un suo dipartito viaggio,
promesse e scaturite sensazioni,
......ti sento triste o sbaglio?....
e sorrisi forzati e risa a crepapelle.
Ma quante sospirate voglie parlarti forte,
nelle cornette scure o chiare,
telefono unico spiraglio di sentita vicinanza,
lontananze avvicinate,
....l' America è lontana mamma..
ma ti voleva bene dall'altra parte del filo,
e ancora sogni e deliziosi fiori
freschi dentro il vaso,
a rendere profumi andati,
o tra poco carezzati .
Roberto Busembai (errebi)
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giovedì 25 maggio 2017

RICORDO IN BIANCO E NERO

E' un bianco e nero il ricordo,
diversamente il colore è svanito
come svanisce il giorno al posare 
del sole nell'inverno,
e rimangono sfumature,
tenui grigi pacati su patinate carte,
foto antiche o soltanto perse,
nei meandri della mente matura.
E' un ricordo di una pozzanghera
sulla piazza a ricordare la tempesta andata,
o rimasuglio di una “acqua alta” passata,
per un inverno solito e freddo,
è un ricordo di riflesso di come
quel San Marco cattedrale,
possa donare sul selciato
ancora lo splendore innato.
E' un bianco e nero il passato,
o forse lo è sempre stato,
ma c'erano sicuramente altri colori,
ne sono convinto, il cielo era azzurro,
e ricordo il giallo, giallo sole
che cadeva a picco sulla piazza grande,
a disegnar le ombre della miriade
di gente, e piccioni in volo,
le ombre mosse sull'asfalto,
ricordo in bianco e nero adesso,
ma colorato, colorato tanto.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine @Regrann from @andrea_copparini - Mirror

SMUOVE LA SERA

Smuove la sera il passare dei giorni,
agita e fluttua come onda nel mare
e schianta su scoglio sporgente,
smuove la sera , la voglia di niente.
Forse la luna ristora il chiarore regala
spiraglio di luce che infonde calore,
forse le stelle anche in maniera minore,
e languida scende come fiume nella valle
scorre lenta e scivola fluida corrente
nel cuore la mente.
Smuove la sera, la voglia di cedere 
riposo del tutto, pure il cuore si vorrebbe tacere,
e nel cielo oscurato da nubi imperiose
si vedono cose e si pensano altre,
della sera siamo rapiti dal sonno imminente.

Roberto Busembai (errebi)

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UN PENSIERO SU VENEZIA

UN PENSIERO SU VENEZIA
Sono colori nuovi, e sapori anche, ma oltre il limite del naturale e del misterioso, oltre quello sempre conosciuto e facile da percepire, oltre il pensare e lo scontato, oltre il fascino e il passato,non avrei mai creduto tale la presenza di una simile città che t'inonda alla sua improvvisa parvenza, e non si può non rimanere per sempre colpiti dentro al cuore del fluttuare delle sue onde contro le pareti di mura abitative, contro merletti in pietra e marmi, passare inosservati sotto ponti, fluendo come l'acque circostanti e vivere dei sogni dei gondolieri a trascinare i loro ricordi e passioni, e come non incantarsi al volo di piccioni sulla piazza enorme, dei Dogi sentirne ancora il dominio forte, come se il Bucintoro da poco entrasse in porto, e come non volare come il leone accorto sopra la colonna a rimirare verso l'est suo natio pensiero e basi della terra che ora dondola su questo mare bello ma avverso in acque variabili da portare la stessa città sotto in misteriosi fondali come misteriosa è al di fuori la terra. E' tutto un soffice vetro soffiato, fragile al toccarsi e trasparente nel suo mostrarsi, un vetro come quello che produce, dai colori e dalle varie conformazioni, come non rimanerne affascinati dalle maschere signorili, costumi del '700 ancora vivi nelle calle e nei porteghi stretti, campi spaziano per inchinarsi come in un minuetto ballo, e ancora merletti ricamati in cotoni veri e pensieri erranti sopra gli azzurri cieli.
Sono colori nuovi e sapori anche che dona la visione di un paradiso che Venezia soltanto concede e vive in assoluto, rispettoso silenzio dei canali e delle gondole nere in ancorate piazze vicine.
Roberto Busembai (errebi)
Immagini web : VENEZIA

TRE ROSE

TRE ROSE
E basteranno tre rose soltanto,
a profumare del giorno a venire,
tanto da farlo incantare e sorprendere pure,
saranno steli di spine ugualmente
ma del fiore dobbiamo trovare
anche il magico segno,
che sempre, pure d'inverno,
lui trattiene il cuore in subbuglio
e poi sempre, nella nuova vita
ha il suo ritorno.
Sono rose dal petalo chiaro,
rosso vivo sul bordo di un
bianco sentire e vivere intorno.
Basteranno tre rose a significare
un amore che deve trovare forza
al suo interno e mai cedere
il sogno a nessuna lotta esteriore,
l'amore è la forza maggiore,
e la rosa il colore,
il profumo contorna la cosa,
e tre rose significano molto.
Roberto Busembai (errebi)
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mercoledì 24 maggio 2017

VOGLIO SOLO BACIARTI

Voglio baciarti e non mi tengo,
lascio libero sfogo e non mi arrendo,
voglio baciarti e sul collo e sul corpo
mi protendo,
com'è bello questa vicinanza di pelle,
primordiale contatto d'amore
con le labbra sul seno di madre.
Voglio baciarti e lo faccio col cuore,
con lo spasimo dentro e non mi pento
di questo mio impulso corrente
che prende, quando vedo il tuo
essere nuda nel letto e protendi
le tue braccia in attesa timidamente
di un abbraccio e di labbra infuocate,
che salivano forte, scorrendo
sulla schiena e giungendo alle spalle.
Voglio solo baciarti sulla fronte
ora libera dai forti pensieri,
e scendere piano dal naso
alle labbra tue rosse,
immergersi piano in un trapasso
di fiati e risorse
di sentimenti invadenti,
voglio solo baciarti
e farlo per sempre.
Roberto Busembai (errebi)
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INNOCENTI

Sono fogli volati nel vento,
folate improvvise che dal libro
hanno strappati,
e mietono nei cieli il loro sorriso
innocente,
bianco colore di nero scalfito.
Sono fogli di spezzati romanzi
di vite sui libri posati,
aperti nel caso e nel niente
dispersi per sempre.
Sono fogli che tengono
impressa la speranza svanita,
sulle nuvole posano
viva la vita.
Roberto Busembai (errebi)
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OLTRE L'ORIZZONTE

L'orizzonte apre al mondo,
un deserto di cose da scoprire,
oltre il limite che occhio percepisce,
oltre c'è la sapienza vera del
conoscere il presente e realizzare
quello che insito dentro vige
sotto il sale di un mare immenso,
che non cede ingresso
a chi non sa percepire, del suo incanto
il nesso, del suo bagnare il sapore.
Oltre il limite sovrasta un cielo,
ma sotto non si vede e non lo conosciamo,
il segreto del rinascere e sfiorire,
del piangere e sorridere,
del nascere e morire,
perchè oltre il limite
c'è quel vero sconosciuto
che il veliero si trascina
ignaro, sulla vela aperta,
e la barca che cammina
nella scia apre un varco,
ma la schiuma bianca
si richiude e calma
l'apparenza.
Oltre il limite,
dove l'orizzonte frena il mare
e s'alza l'onda,
sarà bene pensare,
se si vuole imparare a volare.
Roberto Busembai (errebi)
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PADOVA









Nebbia ricordo, tanta tanta nebbia,
e il viaggio non aveva fine,
e campi immensi alternati da alti pioppi,
cascinali aperti a coltivazioni,
granturchi e risi o verdure ancor minori,
e silenzio, tanto silenzio
bagnato dai vapori di quella
nebbia sovrastante.
Ma sotto il sole vigilava e
cheto attendeva,
un sospirato vento,
che mai arrivava ma si sperava,
e quando il giorno si faceva avanti,
allora anche i fumi salivano in alto
e sotto si apriva il fasto
di una città di antico ricordo,
bizantino intarsio,
ricordo vago ma presente
di una Venezia sua parente.
Erano giorni grigi non tanto
dalla meteorologia, ma dai dissapori
dei momenti, giovani in lotta,
città divise, parti nere e parti rosse,
colori allora vitali, oggi soltanto
sfumature, ed erano botte
se non proprio botti,
e fuochi, non di ceppi,
ma di pistole.
Erano giorni che di Padova,
io non conoscevo altro,
che misere mura scritte,
e armi puntate, esami saltati,
alcuni persi per docenti ammazzati,
e si ritornava con il cuore e con la mente
nelle oscure nebbie apparenti.
Ho rivisto la cara città,
anni e anni dopo in gita rispettosa,
gioiello di conchiglia,
prezioso confetto rosa,
Prato della Valle, un'oasi
di assoluto sogno, tra il fosso rotondo
e le statue che stanno a far da guardia,
a rimembrare forse il passato,
ma donato tutto al Santo Patrono,
non lontano che s'affaccia
con la cattolica basilica,
Sant'Antonio protettore,
che i mariti pare faccia trovare.
E di Giotto ricordo soltanto
le stelle sul tetto in un prato
tenuto e rumori di auto,
le piazze di merletti e trine
decori di pregiato passato,
e Padova ora era bella,
e non era davvero più quella.
Roberto Busembai (errebi)
Immagini da web - Padova

IL MIO SILENZIO

Il mio silenzio vale cento parole
gettate al vento,
o sono solo congetture,
ma non so dire altro che apprezzare
in questo nostro infinito,
sono traverso a un cielo
e non riesco a dimenare altro.
Parole e parole fanno certo bene al cuore,
ma nel silenzio si tengono anche
le frasi più dorate e preziose,
che il cuore non può certo
elargire con la paura che vadano perse.
Ti parlo nel silenzio
più di un oratore nella piazza,
ti dico quello che non sentiresti
mai da nessun altra bocca aperta,
ascoltami se puoi, saprai sentire
il mare dentro una conchiglia,
saprai apprezzare la montagna
sulla cima a scrutare la vallata,
saprai scrutare nello sguardo
l'immensità del mio cielo,
saprai nel gesto e nello sguardo
leggere parole immense d'amore.
Il mio silenzio
è la punta del mio massimo
sentimento
che entra docilmente e
con assoluta discrezione
nel tuo di cuore,
ascoltalo se puoi,

apprezza queste silenti parole dorate.

Roberto Busembai (errebi)

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martedì 23 maggio 2017

SONO NATO DI MAGGIO

Sono nato tra la rosa e il papavero,
tra il trifoglio e il gelsomino
di ginestra profumo e di rondine volo,
sono nato nel mese del sole che scalda,
sono nuvola bianca,
sono nato nel risveglio di gemme,
sono frutta acerba invernale,
sono ciliegia rossa d'amore,
sono nato e non lo ricordo neppure,
vedo prati e colline,
imparare dovevo questo mondo a venire,
e nel cielo volare con il pensiero
e con le gambe camminare nel vero,
sorvolare coi sogni i ricordi
e con il corpo affrontare le grandi montagne,
sono nato tra le mille e più cose,
sono nato tra le tante meravigliose,
forse sono stato un poco accorto,
forse non sono stato nessuno,
sono uno comune,
sono nato per un trascorso
quello di vivere bene
e del bene farne trasporto,
sono nato per amare e
essere felicemente amato,
dalla natura, dal mondo e da
milioni e milioni di gente che incontro
e dei tanti che mi sono accanto,
se non fisicamente,
ma con il cuore.
Sono nato in un giorno di maggio
e mi faccio gli auguri,
se non altro per il coraggio
di apprezzarmi nel vivo
e ringraziare di esserci ancora
a ricordarmi il
giorno che caddi nel mondo.
Roberto Busembai (errebi)

domenica 21 maggio 2017

AZZURRA NOTTE


E' azzurro il cielo anche 
se la notte lo serba scuro,
è azzurro sempre sotto le stelle
e sotto la luna lucente,
azzurro ripone il suo trascorrere
del giorno
e posa come su rosa il suo
colore tenue.
E' azzurro il sogno che entra
dentro il cuore anche se il dormire
è scuro dalle palpebre chiuse
abbandonate al sonno,
posano le speranze
l'azzurro loro colore
su una rosa
che li richiama all'amore.
E' azzurro il cielo
anche se pare nero.
Roberto Busembai (errebi)
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PORTAMI CON TE, VENTO

PRIMA CLASSIFICATA AL CONCORSO MENSILE NEL GRUPPO FB 
IL VOLO DI UN AIRONE "ARMONIA DI VERSI TRA ARTE E POESIA"


Portami lontano al di la del porto,
sopra le nuvole bianche
vento che mi rapisci il cuore
e il corpo.
Portami dove il sogno è svanito,
dove il mare non finisce
e il cielo è infinito
nel suo essere azzurro.
Portami verso il sole caldo
e del raggio inebriami nell'animo,
perchè perdutamente amo,
e sento che non posso
non dimostrarlo perchè solo.
Portami tra i gabbiani
e delle ali insegnami il volo,
fammi pensare a piogge
e nevi da distribuire,
temporali e fulmini
siano forza nelle mani
e della luce immensa
sia la mia coscienza.
Portami con te vento,
e sarò tuo per ogni momento,
portami nell'incanto
e accetta il mio
umile sentimento,
un amore grande dentro.
Roberto Busembai (errebi)

LE COSE DA DIRE

Le cose da dire, sono svanite
in fumose battaglie del cuore,
si sono esaurite in perdite
vane di scontri dell'animo chiaro,
e vivono nel silenzio assoluto,
le cose da dire
rimangono perse nel vuoto.
Che altro dovremmo
aggiungere in questo bailamme,
che soltanto il sentimento
sentito e voluto
potrebbe riordinare il percorso,
sono state elargite diverse
e pure penose tracce di odio,
sparsi segni di rancori tenuti,
di sprechi dei baci,
e carezze diventate passate di mano.
Le cose da dire,
vanno oltre il pensato,
lasciano aperte ferite e
non riposano menti e sospiri
indecenti diventati tali
dopo urla innocenti
ma dettate dal cuore.
Le cose da dire rimangono
forse racchiuse per
non subire ulteriore
distacco di un passato
sentore di amore sopito
ma ancora presente,
e si tace e si mente parlando,
le cose da dire,
stanno in silenzio
nel cuore.
Roberto Busembai (errebi)
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sabato 20 maggio 2017

STRINGIMI STANOTTE

Sono le stelle a brillare nella notte,
a indicare le strade del cielo,
sono luci sicure e non ti lasciano solo,
sono le strette di mano,
a portarti lontano nel mondo
nelle notti di lune scure.
Stringi forte la mano,
voglio avere nel tatto
la certezza di un sospiro,
di un gradito coraggio,
e pensare a domani
quando notte svanisce,
e nell'immenso sole,
troveremo di nuovo la luce.
Roberto Busembai (errebi)
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SCRITTO ROSA

E' un foglio bianco
nel cielo, a volare come
foglia al vento,
libero e con due righe
sopra, scritte
con la matita rosa,
come rosa è la nuvola
che ora vi si posa.
E' un foglio strappato
per errore,
e trafugato dal cuore
in un momento di disappunto,
tra una storia di giovani
ragazzi,
liberi come daini
nei prati, tra i fiori aperti.
E dalla nuvola,
ora cede ancora
e viene
riposto sulle rive
di un mare, che conosce
tante e tante storie,
volate come aironi,
verso lidi certi,
tanti abbandonati,
tanti, forse troppi,
persi.
Roberto Busembai (errebi)
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BUONGIORNO


Ed era di nuovo giorno, 
o almeno dalla luce lo pareva,
si apriva verso est un bagliore,

e certo dietro la montagna il sole,
ma come non essere felice,
se ancora sentivo dei rumori
farsi sotto, voci primaverili
degli uccelli in volo,
canti di merli e tortore sul filo,
e come non gioire al profumo
di lilla e di lavanda sul terrazzo,
gelsomino in fiore a smielare
nel recintare dei giardini
e del primo caffè che brontolava
dentro una moka vecchia
ma ancora brava da lasciarsi
andare in un liquido scuro e
accattivante.
Ed era di nuovo giorno,
un altro ancora,
e che altri poi chissà
se lo seguiranno,
prendiamo di questo sole
che alto già mi sfiora,
e usciamo a conquistarmi
un piccolo ma degno posto
in questa grande valle
di sogno e di avventura.

Roberto Busembai (errebi)

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venerdì 19 maggio 2017

DUBBIO

Volevo scriverti un qualcosa di gentile,
una frase per ricordarmi,
un piccolo monile la pagina del cuore,
volevo solo dirti ti amo
ma non solo con le parole.
Volevo farmi desiderare diversamente
dalle solite frasi fatte e dai
pensieri comuni che ti ho detto fino
ad adesso,
ma cosa mai di differente potrei
dirti che ancora non ti ho detto?
Volevo scrivere qualche cosa di diverso,
ma poi mi sono detto perchè cambiare?
Ti amo e ti amo tanto,
penso che basti
per il momento.
Roberto Busembai (errebi)
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FORSE PIOVERA'

Si preannunciano nella lontananza,
bagliori di lampi e rumori di tuoni,
tempesta prepara nel cielo già cupo,
vento anticipa con la sua forza trascinante,
spostando rami e foglie, fiori ed erbe,
e terra prepara alla bagnata sorte.
Cantano e stridono uccelli nell'aria,
gatti trovano riparo in fienili e dormono
ormai da anticipate ore,
s'ode il gallo che canta fuori orario
e nel pollaio uova non covano
s'agitano polli e anatre starnazzano forte,
si preparano in terra a vivere delle gocce.
Spighe in grano acerba pianta,
verde mare fluttuano e onde paiono
in quel deserto di pianura,
è un richiamo nell'animo e turba 
pure la mente, temporale s'avvicina
e scarica tensioni e frenetiche apprensioni,
siamo tutti rapiti dagli effetti 
di madre natura, e da essi 
dipendiamo, soccombere dobbiamo,
ma quanta gioia ci dona
quella pioggia che lava,
non soltanto pulisce e limpida
strade, case e motori,
ma rianima cuori e animi persi.
Roberto Busembai (errebi)
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giovedì 18 maggio 2017

NOTE DI PIANOFORTE

E' bastato un piccolo accordo
di pianoforte,
sentito casualmente 
da una radio lontana,
solo quattro o cinque
movimenti di mani
sopra i tasti bianchi e neri,
per sentire uno strizzare
forte il cuore,
la mente che si è offuscata
vedendo cose che non
sono più reali,
ma tangibili nella testa,
e poi sentire le stesse
sensazioni,
di brividi di un amore
baciato in riva al mare
in una notte di luna piena,
di un agosto caldo da morire.
E' bastato un piccolo
movimento di note
posate con la stesso
caldo colore di allora
a far di questa sera banale
una nuova sera
ancora da sorridere
e passare.

Roberto Busembai (errebi)
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SOSPIRAMI ANCORA

Sospirami ancora ,
l'alito di vita che mi abbisogna,
sorprendimi e irradiami
come sempre
per sorvolare del mondo
trascinato dai venti,
sospirami i tuoi silenzi
le tue preoccupazioni,
ne farò nuvole da gettare
nei cieli tempestosi
e farne nuvole nere
per improvvisare piogge
e fulmini lontani,
sospirami le tue paure,
incertezze e timidi
modi d'agire,
saprò ancora portarli
nel sacco del cuore
e lavarli con acque di mare,
limpide e saline
trasformarle in stelle marine
e vivere nei fondali
d'alghe verdi e spugne di mare.
Sospirami non farmi aspettare,
del tuo dolce e sottile fiatare,
vivo e mi nutro ogni giorno,
come ape su un fiore,
il tuo nettare colgo.

Roberto Busembai (errebi)
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IL LIMITARE DEI PIOPPI

Vado camminando come un elefante poso le tracce ma infondono soltanto come un passerotto, e lascio nel cielo un alito leggero di profumo mis...