domenica 31 dicembre 2017

VOGLIO LASCIARE A QUESTO ANNO VECCHIO

Voglio lasciare a questo anno antico
un solo e misero disprezzo,
perchè lo porti seco fino all'infinito
e non mi lasci niente appresso,
che l'anno nuovo posi sul tuo viso
la luce della speranza e della serenità di sempre,
possa sentirti vivo in ogni presente
e mi tenga sempre innamorato
come in tutti questi anni sono stato.
Voglio lasciare questo anno vecchio
con la sola volontà di poter lottare
e sentirmi grande dentro
per affrontare ogni giorno il male,
perchè del bene ci penso da me stesso
e con te accanto non ho paure
consolidiamo il resto con l'unione
e tanto la salute gira come gli pare.
Voglio lasciare questo anno vecchio
con il proposito sicuro
che non mi interessa affatto
di quello che la gente osa per dispetto,
per rabbia o per rancore,
noi viviamo insieme per scelta
e per giusto sentimento,
a gli altri, quelli veri, quelli che sono parimenti,
teniamo in serbo un augurio speciale,
che possa trovarli in pace e serenità perenne,
quelli diversi nei pensieri e negli affanni
s'arrangino da soli, noi non abbiamo inganni.
Voglio lasciare questo anno vecchio
dicendoti nello scorrere del tempo
di quel minuto tra il vecchio e nuovo,
t'amo per sempre e quel che non t'amo
almeno io ci provo.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

sabato 30 dicembre 2017

BUON ANNO A CHI VI PARE

Si spengono le luci dell'anno vecchio,
barcolla pure per andare definitivamente a letto,
inciampa tra sedie e poltrone, divani e suppellettili
non vede cosa lascia e non gliene frega niente,
l'importante è lasciare questa terra
in assoluta indifferenza, sempre quella
che ogni anno vecchio, da molto tempo,
ci lascia di trascorrere in un solo momento.
E ci si ritrova a tavola, stavolta con amici,
o almeno tali, parenti ci sono già stati a Natale,
un poco di allegria, più poco, che allegria stessa,
solite parole, qualche frase matta,
non ci ride più nessuno, è la stessa
di ogni anno finito,
qualche cosa da mangiare, tanto per riempire
lo stomaco che brontola nella pancia,
un brindisi all'ora esatta, che non è mai
quella vista nelle televisioni, o sopra il
display di un computer o telefonino,
già proprio quello che ora comincia a brillare,
Auguri ovunque tu sia, buon Anno a te
e a chi vi pare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine The conversation at the round table, 1866, Vasily Perov

venerdì 29 dicembre 2017

SENZA SENSO

Le tracce di nuvole dissolte,
affondano nel cielo,
come cicatrici aperte,
sembrano solchi profondi
che scavano nel vuoto
sapendo che poi basta
un sottile vento
a disperderle nel niente,
un assoluto e immenso
senza senso
come in un cuore malato.
Roberto Busembai (errebi)
Imamgine web

FA MALE

Ci sono momenti in cui ti viene voglia di fuggire, di esternarti da tutto e da tutti, e realizzi in te stesso quello che ti gira intorno e il più delle volte, e soprattutto in questi ultimi tempi, ti rendi conto amaramente di non avere niente o quasi da tenere a mente o ricordare, e in questi momenti fa male.
Fa male riscoprire la malvagità e la pochezza delle persone con le quali avevi “tentato” un minimo approccio, uno scambio semplice e quasi banale di vita quotidiana, di pensiero e di parole, e poi invece ti ritrovi a dover sopperire e combattere con invidie, gelosie, cattiverie immani che neppure avevi sentore di tanta cattiveria.
Fa male donare un pizzico di serenità, che avresti potuto magari serbare per i tuoi giorni duri e sempre uguali dovuti a una malattia o chissà che altro, e poi ritrovarti come ringraziamento uno sberleffo, un voltafaccia e per non dire peggio, un vaff..senza senso e senza un ben preciso motivo, solo per il dispetto di farti del male.
Fa male sapersi intorno a tanta simile gente, doversi salvaguardare dalle parole e dalle frasi, dagli abbracci e dalle mani protese per donare, fa male non riconoscere il bene dal male e avere sempre la paura innata di avvicinarsi ( sia realmente ma anche virtualmente) di chiedere, di parlare, di sorridere, avendo timore di chissà che cosa l'altrui persona pensi o decida della tua stessa vita.
Fa male arrivare in fondo a un anno e rammaricarsi per aver perso del tempo e della fiducia per un non sai nemmeno te per quale motivo, fa male sentirsi deriso, abbattuto, scansato, beffeggiato, clonato, copiato e oltraggiato solo perchè non fai parte del “coro” degli stupidi e insolenti, degli approfittatori e dei beffeggiatori, dei falsi e dei nulla facenti e pensanti, degli approfittatori...ecc...e sono purtroppo tanti.
Fa male dover fermarsi nel tuo fare e lasciare persone che invece ti sono care e credono in te e ti senti a loro devoto, fa male ma non sempre si ha la forza di andare avanti e quando si tocca il fondo, come tutte le cose, riprendere la salita ci vuole un po' di tempo....e spero che quel tempo sia sufficiente prima che tutto sia crollato.
Fa male dire buona anno, quando l'anno che stai lasciando ti ha già deteriorato......
Amici cari, quelli che ci sono e che so benissimo essere tanti, vi auguro un buon 2018 sperando di poter riavere la volontà nel nuovo di fronteggiare a tutto questo bailamme di cose e persone che purtroppo e sottolineo purtroppo sono sempre di più e sempre più sono di grande valenza anche nel reale.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine ©Svoboda

martedì 26 dicembre 2017

IL RUMORE DEL CUORE

Il rumore del cuore
ha lasciato un frastuono
sulla scia del petto,
come fosse il varco
di un'aratura aperta,
che invece di raccogliere
la nuova semente,
rilascia traccia fresca
uscire lievemente.
Il rumore del cuore
non assorda l'orecchio,
a chi lo sente,
ma cupa assai e forte
la mente.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

MIRACOLO

Si sono spente le luci
sul viale e la neve
incessantemente 
cade come fosse pioggia
o pulviscolo di stelle,
tanto brilla sui lampioni
e sui rami spogli
di amiche foglie perse.
Tutto è ritornato
a dormire dentro i letti
o sotto i cartoni,
negli angoli di ponti
o dentro i vagoni,
ma un miracolo ancora
avviene,
in quella piccola bottega
di artigiano falegname,
sua moglie dopo tanti aborti
naturali,
un figlio gli ha donato,
e tutto il legno
è diventato improvvisamente
caldo,
e della neve sul giaciglio
si è sciolta in panna
lieve e saporita
quasi da mangiare.
Si sono spente le luci
del Natale,
ma si accendono
nel miracolo del giorno
dopo, uguale.

Roberto Busembai (errebi)
Immagine Walter Rane - Nativity

lunedì 25 dicembre 2017

L'ALTRO NATALE

E anche quest'anno
ho visto passare
sul volto del tempo
quel delicato pensiero
di quando lontano
tenevo per mano
il suo dolce candore,
e anche quest'anno
ho provato il silenzio
di un posto nel sole
pianure e profumi di viole,
e fiocca la neve
o scende la pioggia,
Natale ha coperto
la vaga speranza,
e ancora rivedo
della stalla la luce
ma ho perso da tempo
il calore.
E anche quest'anno
assorbo del meglio
un briciolo di dolce
caduto da un terrazzo
e piovuto dal cielo,
lasciato da un cuore
che vive migliore,
e spengo del giorno
il tempo anche oggi passato.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

domenica 24 dicembre 2017

IMMAGINAVO

Immaginavo lunghe strade bianche,
di neve alta e con le renne volanti,
sentivo il tintinnare dei campanelli
e sulla slitta i pacchi ad abbondare.
Immaginavo Babbo Natale indaffarato,
rosso nel viso per il forte freddo,
bianco nel capo e nella barba lunga,
nel suo rosso vestito ornato di pelo lungo,
e il suo corpo lo immaginavo grasso
ma simpaticamente arzillo.
Immaginavo sotto le coperte,
cercando di carpire un rumore,
uno scendere piano dal caminetto
o il posarsi delle renne sul marciapiede,
poi mi addormentavo quasi sempre
e l'indomani al freddo
correvo nel salotto, quello buono,
per vedere se c'erano pacchetti.
Immaginavo che questo durasse sempre
o almeno ci ho sperato.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

VIGILIA DI NATALE

La festa si preannuncia,
sulle strade dai suonatori,
pive di una volta,
zampognari,
s'alzano dai deschi
bambini irruenti,
genitori, zii e parenti,
giungono dalle strade,
sui balconi freddi
e alle finestre aperte,
canti d'angeli correnti
sulle nuvole chiare,
preannunciano l'arrivo
di un qualcosa di grande,
sarà la luce eterna,
e si ritorna a mangiare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

sabato 23 dicembre 2017

ALL'AMICO LONTANO

Non è mai abbastanza
L'amore che si dona,
tanto ne rimane dentro
e bolle per uscirne fuori,
si crede di avere dato a tutti
e poi ti chiedi chi altro
è ancora senza,
che subito ti viene da lontano
un saluto, un dolce ricordo e pensiero,
e allora ti affanni e ti rammarichi
di non averci pensato,
o almento di averlo momentaneamente
dimenticato.
Tanti auguri a te e famiglia
amico lontano mai trovato,
ma vicino come
il fuoco sta al legno
dentro il caminetto
posato.

Roberto Busembai (errebi)

Immagine Lennart Helje

A VOI GRANDI AMICI

A voi che poeti siete veramente,
che del pensiero e della fantasia
rendete cielo e stelle,
che della realtà sapete leggere
le cose belle e farle credere
nel mondo della gente,
a voi che avete un cuore
grande come una cometa
la stessa che posò sopra una capanna,
voi che brillate oltre quella stessa luce,
voglio donarvi, come umile pastore,
un grosso augurio di bene 
che vi inonda,
come una cascata di polvere
dalla bianca via lattea del cielo.
Auguri amici, questo il mio pensiero.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

VORREI MA NON POSSO, E NON SO SE SARA' VERO

Vorrei ma non posso,
e non so se sarà vero,
un Natale diverso,
dalla terra al cielo,
come un grande velo
vorrei che si posasse
un fascio di sole ardente
da bruciare il male,
radere le male erbe
i vizi, le ingiurie e le pretese,
vorrei formasse un
grande monte di cenere sul mare,
dove la prima onda
nel fondo lo portasse.
Vorrei ma non posso
e non so se sarà vero,
ma questo Natale
è uguale se non peggio
a quello che credevo.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine René Magritte (Belgian, 1898-1967), Le mois des vendanges, 1959

NATALE E' UN GIORNO

E senti dell'attimo
quel brivido dentro,
trattienilo forte
in questa grande giornata,
Natale è soltanto un giorno
e l'incanto di essere
di nuovo bambino
è un brivido grande
da tenerlo stretto nel cuore,
un bene prezioso.
Natale è festa d'amore
eterno nel tempo,
quel brivido forte
di questa giornata
è ritornare innocente,
sull'albero posa il pensiero
e intorno risenti
del tempo passato
il sorriso di sempre
e di quelli che forse
lontani si perdono i fiati.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine da web

BUON NATALE AMICI

Consuetudine o meno, ma è prassi di scambiare auguri per queste feste maggiori, le feste del Natale e del primo dell'Anno Nuovo, è ormai abitudine e tradizione dai nostri tempi, tempi in cui ci insegnavano e ci imponevano a rispettare le altrui persone e a saper accettare anche coloro che magari erano un poco differenti da noi, per abitudini, concetti o anche caratterialmente, saper condividere con ceti e generazioni diverse, magari più anziane di noi che eravamo bambini, obbligatoriamente non distinguere ne colore ne astrazione sociale, ne etnia ne chissà che altro, noi eravamo abituati a conoscere tutti e a tutti augurare un felice trascorso festivo.
E' consuetudine e è anche bello poterlo proseguire, anche se tantissime cose sono cambiate, ma del resto non è questo quello che mi propongo di dover dire, la vita ha sempre avuto innovazioni e noi ( intendo quelli che sono dall'altra parte della strada) ci meravigliamo forse molto di più in quanto non abituati o diversamente cresciuti, e come dicevo è bello scambiarsi questi auguri e farlo con le nuove tecnologie, i nuovi metodi di vicinanza, non più con un vero abbraccio o un relativo bacio o stretta di mano, ma con icone di faccine sorridenti o con tanti cuoricini, o con pollici alzati o altri diversi e innumerevoli disegnini festosi e divertenti, oggi si fanno gli auguri cosiddetti virtuali, verso coloro che magari hai scambiato qualche pensiero, qualche divertente selfie, hai letto le sue poesie o ammirato le sue tecniche artistiche, hai saputo dei suoi piccoli e talvolta anche grandi malanni e in qualche modo hai anche gioito o sofferto insieme a loro per le traversie stesse della vita....insomma un augurio a tutti quelli che non conosci fisicamente, non ne sai il profumo e nemmeno sentito il respiro e la voce, ma hai a memoria un volto raccolto in un piccolo cerchietto sulla sinistra del tuo video.......
Amici vi auguro un bene di vita per questo ennesimo Natale, non saprei dirvi altro, so benissimo che non tutti passano felicemente questo momento, molti stanno soffrendo e in tanti combattiamo per una malattia, so benissimo che ci sono persone rimaste sole perchè qualcuno ha fatto le valigie prima, che alcuni sono stretti da insofferenze naturali e perenni, altri che combattono un diritto come quello di una casa o di un lavoro, o altri che magari se la passano forse meglio e comunque tutti hanno un qualcosa che diversamente gli offusca il vivere quotidiano.....insomma un accorato e sincero augurio che tutto vada per il meglio e che sia per voi tutti quanti un grande e prosperoso e salutare Natale.
BUON NATALE A VOI E ALLE VOSTRE FAMIGLIE E AMICI.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

venerdì 22 dicembre 2017

SENTILA NEL CUORE

Sentila nel capo,
sui capelli,
morbida sulla pelle,
liscia come miele
neve bianca,
anima ribelle
del cielo terso
che s'apre cupo
nella valle
e piange nel
silenzio
di una notte.
Sentila nel cuore
la poesia
della festa
imminente.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine Alexander Grishkevich (b.1961) - The Last Snow. Oil on canvas.

giovedì 21 dicembre 2017

FORSE E' VIGILIA

Se della nebbia che sale
dalla bianca neve sul prato
seduta leggera,
viene anche un calore
che prende nel cuore,
significa che la vigilia
della festa migliore
nasce come nuvola e
vola sulle cose e
sulle persone.
Se poi senti una canzone
che dal cielo pare volare
e inonda nelle case
e negli ospedali e negli ospizi,
sotto i ponti e sopra le panchine,
sui rifugi e rifugiati,
sui poveri e sui tanti miserandi
che sopravvivono per sopravvivere soltanto,
se cadono note su tutte
queste immense diversità
del mondo,
allora la vigilia forse è pronta,
la festa si rinnova sulla
stessa neve
che riposa leggera
come goccia su una rosa.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

mercoledì 20 dicembre 2017

IL MIO PAGLIACCIO

Immenso oltre l'occhio
vedo il cammino della gente,
immenso è dentro l'occhio
il mio vivere forzatamente,
immenso il silenzio
che corre tra il mio divertire
e le risa della stessa gente,
immenso come non parlare
ma mimare del dolore
il tragico divertimento della sorte.
Immenso il sogno della morte
tra le rughe bianche del cerone,
immenso è il mio amore,
e immenso è il non averlo mai capito.
Sono la maschera del giorno
che viene, scherza e maschera ritorno.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

E' GIUNTO IL MOMENTO


E' giunto il momento di
infilarsi quella giacca rossa
a risvolti bianchi,
un poco di trucco sul naso
per renderlo sempre più rosso,
il bianco della barba
fortunatamente è naturale,
è giunto il momento di
indossare quei pantaloni rossi
con il fondo di pelo lungo,
un paio di scarponi da neve
e farsi posto sulla slitta
che ho sempre pronta
in garage,
il tempo passa e sempre
più divento grasso ma
ogni anno riesco a entrarci
tra tutti quei pacchi da portare.
E' giunto il momento di
partire e lasciare
il vero e il reale al suo scorrere
normale, da oggi io non esisto
per quelli che ancora fanno i conti,
mirano al progresso e corrono
per un niente da raggiungere,
io sono solo per coloro
che nella fantasia ancora
trovano colore,
vivono della fiaba quel giusto
che basta a farli felici,
e sanno ancora donare
quel sorriso che riposto
hanno dentro il cuore
e lo sanno dimostrare.
E' giunto il momento
di volare e allora anche
quest'anno con le mie renne
vi voglio portare.

Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

HO ATTESO

Ho cercato di raccogliere
dei petali caduti
ma ho preferito lasciarli
al loro destino
non si devia il profumo
del fiore che vola,
non si devia la vita
che scorre nel fluire.
E fermo ho atteso
il loro seccare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

SENTO DELL'INVERNO

Sento il gelo dell'inverno
che attraversa la campagna,
vedo il bianco del suo gelo
che come un velo posa,
e del cielo sempre prendo
quello che mi dona al nuovo giorno.
La stagione è il finale
di una successione
che dell'anno fa partire
con la primavera con un fiore,
è la vita che si srotola
sul fluire degli attraversamenti,
sono stagioni diverse
ma sempre uguali
solo sfumature rendono
la differenza.
Sento il respirare freddo
che entra fumoso nella gola,
sento lo scivolare delle
gocce di rugiada
che si scioglie a un tiepido sole,
e sento di quel fiore
di primavera,
sempre caldo il cuore
nonostante,
e vivo indifferentemente
questo istante.
Sento il freddo dell'inverno
ma godo la primavera della mente
che mai sopisce e scalda
come un sole d'agosto.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine “Kyoto, Hokuraku“ by

martedì 19 dicembre 2017

E DOVREBBE ESSERE NATALE



E dovrebbe essere Natale, o almeno nelle sfaccettature appare, ma dentro il cuore, sono sincero, questo non lo sento,
sono morto nel sentimento o forse sono scettico e diventando
sempre più vecchio trascuro il superficiale e scendo troppo nell'interno per scoprire un poco di sorriso o pace che non trovo.
Dovremmo essere felici, e forse lo nascondiamo bene, almeno con i bambini ci sforziamo amorevolmente, ma quanta tristezza preme dentro per quello che il futuro ( non so quale) ci promette, e non spaventa noi che del passato abbiamo già dato e avuto necessariamente e con sacrificio pure ma intensamente, ma spaventa il futuro di questi giovani e questi che ancora hanno da crescere per diventare tali e altri ancora che sono vicini a respirare......
Non è un pensiero pessimistico, non voglio rovinare niente ognuno accenda pure la candela nel suo cuore e pensi veramente a quanto intorno vige e non sia poi così tanto ipocrita da non vedere, soltanto guardare e pensare, poi ditemi con quanto calore ancora accendete il caminetto e guardate scendere la neve oltre il monte?
Natale consumato, corroso e pure inventato ogni presente, su carta velina patinata, su rosse scale dipinte da icone illuminate, da case sorprendentemente calde di stufe e termosifoni, da gelidi visioni sulle tv pubbliche o private, da infinite invenzioni di regalie abbordanti e stupidi pensieri vaganti, sulle false retoriche di sempre colorite da abbaglianti colori e profumi inebrianti.....e sempre più solo senti quanto il mondo muore dietro una rincorsa vaga di una festa che pure il sacro ha perso nella misera fede di una capanna....pure quella in cartone espanso e figure in polisterolo pressato e duro......e buon Natale con i tuoi che manco sai dove trovarli, tra quelli che per poter sbarcare un lunario devono lavorare e sodo e pure mal retribuiti, oppure tra quelli che persi e abbandonati dal destino delle nostre società di burattini, vagano in cerca di lavoro che non troveranno mai più perchè non facenti parte di un certo ceto che non si sa nemmeno noi quale.
Natale della pace, del ringraziamento, del sentirsi buoni per concetto, ma solo per un mero rientro nelle tasche, ti dono un panettone se mi dai un determinato appoggio, ti regalo pure Babbo Natale se mi lasci il posto.........
E tra pochi giorni saremo di nuovo, se non peggio, a correre per sopravvivere e faremo ancora di tutto per inventare.....
Non sento questo Natale come da tanti già ho perso negli annali, non voglio rovinare il vostro incanto, anzi ne sono partecipe e vi invidio forse un poco che ancora lo sapete ritrovare.....non vi voglio criticare anzi spero che quello che voi andate a festeggiare sia davvero quello che il Natale vuole,
una pace verso il prossimo presente e non soltanto quello virtuale. Un caloroso abbraccio a tutti quanti indistintamente tra quelli che mi amano e quelli che non sentono in me assolutamente niente, senza escludere naturalmente quelli che mi odiano e anche assai appassionatamente.
BUON NATALE
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

NATALE INCANTATO

E prendeva quel dolce sorriso
nel cuore,
del mondo credevi soltanto
alle risa e ai baci dei genitori
e alle strette serate
passate nel caldo di un
vago silenzio dorato,
fatto di gesti e
di sguardi felici,
di carezze nei sogni
e sbiaditi attimi
di pioggia negli occhi.
E credevi a Babbo Natale,
a quello che poco
poteva portare,
ma tanto, per
quello che niente
si aveva e si sperava,
e credevi alla pace che
dal camino inondava
con fumi e profumi di dolci,
di cose lontane come polente fumanti.
E prendeva nel cuore
quel Natale incantato.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

domenica 17 dicembre 2017

COME STATUA DI MARMO

E sento che scende
nel corpo un velo di tulle
un bianco tessuto che trama 
la luce e ombrata la pone,
e copre nel tempo il colore
come fosse neve
che rende uniforme
il tono del bianco,
un dolce candore
freddo al sentirlo
ma caldo nel cuore.
E scende la malinconia
di un giovane andato
come un viaggio
nel cielo lontano,
una nuvola che posa
sulla vetta e sfuma
dal vento in nebbia leggera.
E come statua di freddo
marmo compiuta,
rimango a sorreggere
gli amori e i sogni
passati e presenti
e mi fermo cauto
a scrutare il futuro,
e sento che scende
nel vuoto il colore
e dorato è il sapore di sempre.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Bob Clyatt

SFUMATO DI ROSSO

Era un romanzo, dal titolo intrigante,
Sfumato di rosso, e era accattivante,
l'avevi riposto sopra il comodino
e raramente ti ho vista leggerlo,
o almeno così a me pareva.
Non so di cosa mai parlasse
o cosa vi era raccontato,
solo che la curiosità
non mi ha mai abbandonato,
ma sono sicuro e certo
che era un qualcosa di scabroso,
conturbante e pure scandaloso,
mi rispondevi alle mie domande
quando allo spengere le luci
nel letto poi la sera,
mi venivi accanto e ....
ma questa è storia vera
e non romanzo.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

TI RIPETO ANCOR CHE T'AMO

Sarebbe bello fosse 
un refrain di una canzone,
un motivo lento,
leggero nelle note
e nell'interpretazione,
come un eterno
insostituibile momento
che sempre porti dentro
a ricordare.
Ma è solo un mio parlare
dire, esclamare
ti amo a non finire,
e te le dico forte 
e piano, per 
non fartelo dimenticare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

venerdì 15 dicembre 2017

ANCHE UN UOMO

Anche un uomo,
può avere i veli sulla
sua forma,
può nasconderci
con sottile timore
il suo debole provare
delle cose che
dovrebbe giustificare,
può dubitare nel velato
l'amore soffice
che lo prende dentro
e non riesce
a dimostrare.
Anche un uomo
soffre dei mancamenti,
quelli che non dovrebbe
dimostrare,
che nonostante non
dovrebbe neppure possedere,
anche un uomo,
pur non convenzionalmente,
ha un cuore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

FATA

Nevica, come non mai
sulle cose e sulle strade tutte,
nevica come se piovesse 
e bianca come un pennello
sulla tela, solo bianco,
guardo da questo viale
d'alberi dai rami spogli,
erti verso temporali,
e immagino la tua posa
attimo di poesia, apparire
in assoluta forma di rosa,
come un fuoco a scaldare,
vedo l'apparenza e
provo di te il flusso
di una fata in
un incantesimo trasformata.
Nevica, e s'alza il vento,
fioccano leggeri
i batuffoli di neve,
mentre te scompari
come fata dalle mille
sorprese, e nonostante,
mi appartieni,
incantesimo del pensiero
e cuore vivo intero.
Immagine web

ROSA D'INVERNO

Lo so bene che le rose
in un inverno avanzato
non profumano e non sbocciano 
nemmeno,
lo so che un fiore così bello
non si presenta sulla neve,
ma come faccio a non
pensare a te
senza raffigurarti tale.
Sei tu la rosa tra le poche
che non conosce le stagioni,
che rilascia il nettare nell'aria
anche senza che sia sbocciata
ma bocciolo tenuta
dentro come perla preziosa,
sei tu il delicato petalo
sempre lisciato dalla rugiada fresca
che vellutata tiene e accarezza.
Lo so bene che le rose
sono delicate e vanno
trattate con delicato amore,
e proprio per questo
io di te tengo l'affetto
e ti tratto come fossi
il mio più bel fiore
che la stessa rosa assomiglia,
di te ho paura persino
a stringerti troppo forte
perchè possa pensare male,
di te tengo soltanto
devozione e assaporo
del tuo amore
quanto basta
per sfiorire anche d'inverno
e essere sempre rosa, il fiore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

giovedì 14 dicembre 2017

A ME BASTAVA

A me bastava il sole,
per capire la neve,
e poi volare altrove
come un'astronave.
A me bastavano i tuoi baci
per capire l'amore
e poi sentirti oltre
come sopra un ascensore.
A me bastava tutto quanto
per capire la felicità
che la vita pone
quando hai una persona accanto.
A me bastava
e non saprò mai
calcolare quanto!
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

mercoledì 13 dicembre 2017

CARO BABBO NATALE

Non ho cose da volere,
ne possiedo già molte,
non ne voglio di ulteriori
ne sono altamente soddisfatto,
le cose sono solo apparenze,
e di apparenze ne è stracolmo il mondo,
non voglio per me nessuna attenzione
o dono in particolare,
tanta attenzione vorrei invece fosse
posta ad altro che di particolare
ha bisogno.
Caro Babbo Natale da te vorrei il sogno,
quello dell'amore intero
e del bene immenso e umanitario,
che prenda tutti e di tutti faccia vedere
solo il cuore e non il suo aspetto esteriore,
vorrei che l'uomo comune capisse finalmente
che vivere non è pretendere
ma accettare,
vorrei che capisse
che le bolle di sapone hanno fine e
che cedono all'evaporare dell'acqua,
e come la vita cede al passo della morte,
viverla nel meglio che si possa,
con assoluta maestria e gioia nel
saperla apprezzare e condividere.
Non voglio altro che
provare un giorno queste cose,
che il destino mi ha dato modo
di conoscere e apprezzare,
potessero essere comprese
da tutto il mondo intero,
senza ricorrere,
come me,
da un male.
Grazie
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Fonte: OldFarmHouse

SENTO E MUTO ASCOLTO

E' una sfida o soltanto
un leggero ripensamento,
del soffrire questo amore
anche se non ha tormento,
è un pesante rimuginare
nella mente tra il pericolo
invadente e la smorzata capacità
di sentire che si calma
sulle labbra delle frasi,
la paura del distacco o
della semplice abitudinarietà
delle cose.
Fa più male questo atroce
altalenare tra le idee e le spezie
del frizzante gioco delle parti,
quasi che l'amore
fosse in bilico dei momenti
e dei ricordi, se non proprio
dei forti accarezzamenti.
Sento e muto ascolto
nel silenzio del momento
quanto un sentimento,
vago o condensato,
rifugga dentro
e assorba dei mutamenti.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

lunedì 11 dicembre 2017

PASSA E VIA

Passa come un velo trasparente
passa e non lascia niente
come un'ombra che non ha passato
solo il momento del risveglio
di riflesso sul selciato,
passa come foglia caduca
che si lascia portare
dove il destino vuole
senza criticare
e morire tra le tante
in cumuli come neve accumulata.
Passa come il cielo
azzurro nell'estate
e pure uguale
nell'inverno
tanto da rimanerci male,
il solito colore
che ti adombra sulle mani
vuote di parole.
Passa e non lascia traccia
sulla neve come un'orma,
non pesa nel camminare
non ha materia viva
è soltanto un fremere
costante
che non trova pace sulle spiagge,
sorvola nelle valli,
accarezza nel silenzio
come vellutata pesca
frutto nobile dell'estate,
e passa sempre
sopra il cuore e nella mente bussa.
Passa e non si volta indietro
è uno straniero perenne
vicino astante e umile parente,
è il suono della voce roca
che ti spruzza e che rode nella voglia,
passa e non ti lascia remora nessuna,
l'amore è una visione acerba
sull'infinito che ti appare e scompare,
passa e via.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Winter trees by Colin Bowles

domenica 10 dicembre 2017

UN PICCOLO RICORDO

Lascio sul finire di ogni giorno
un piccolo ricordo raccolto
dentro un minuscolo pensiero,
te lo dono come fosse
una luce che ti possa
accompagnare nelle notti
scure e tristi che talvolta
incombono nella mente,
te lo regalo per fartene
decoro e brillare sopra
il tuo cuore sperando
che possa illuminarti
nel cammino, per trovare
strade che nell'ombra
delle notti senza luna,
male vengono a distinguere.
Ogni sera al tramontare
del sole e al sorgere
di una luna anche solo
pensata, ti lascio
la speranza di rivederti
domattina come
un germoglio che
sempre trova
la voglia di
scansare la terra
e sfiorire alla luce odierna.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

" Vivo la vita...."

" Vivo la vita
come fossi un treno in corsa.
Non rimpiango le fermate
che ho lasciato alle spalle,
ma guardo avanti.
Non supplico nessuno
di salire a bordo,
ma faccio salire,
in prima fila,
chi vuole davvero
farne parte."
Immagine web

NATALE CON I TUOI E.......

E ogni anno era Natale, ovvero ogni anno si vedevano i parenti lontani, gli sconosciuti di sempre, gli ufo dei paesi lontani se non addirittura di un altro continente....c'era sempre un parente in America che ti veniva a trovare, una lontana zia dell'Argentina se non addirittura dall'Australia....ma quelli erano casi eccezionali...i più sconosciuti erano quelli che magari distavano dalla tua città massimo venti km o anche meno...e quelli erano i parenti che ne avresti fatto a meno. E si imbandivano tavolate intere, si allungavano con improvvisati tavoli o fattispecie, magari prestati dai vicini che ne avevano di riserbo, e allora camminavano sedie per le corti, sopra i capi della gente che le trasportava, si vedevano i quattro gambi d'acciaio lucido argentato sovrastanti un due gambe e due mani che stringevano il sotto tavolo in formica colorata, spesso rossa o verde, erano i tavoli della nuova era, il progresso che si intrufulova......
E tovaglie multicolori, ovvero rosse bianche e verdi come bandiere, ricami di aghifoglio raffiguranti con palline rosse e pupazzi di neve, tentativi di pettirossi schematizzati e poi abeti a non finire e fiocchi rossi di ogni specie......e si ponevano come cose preziose su tavole ricoperte da altre tovaglie di meno valore e assolutamente bianche, riparo delle ulteriori macchie prorompenti che avrebbero rovinato il sotto di pregiato legno del salotto buono, quello sempre chiuso e ben curato da far visionare solo in certe occasioni e poi richiuderlo come dimenticato.
E si sentivano i profumi delle cucine, gli arrosti e i brodi di gallina lessa, i ragù preparati con maestria e i ripieni della pasta fresca, capponi, conigli, lepri e ogni fattispecie di animali della corte che si ritrovavano accerchiati, nudi e cotti, tra patate arrosto, insalate e miridadi di verdure tutte certamente colte e di stagione, spinaci o rapini e cavolfiori.......e per i più particolari sottolineati ci stavano pure gli antipasti di grissini arrotolati in fette (care) di prosciutto di parma.....crostini di pane ricoperti dai fegatini cucinati (residui degli animali sopra) oppure ancora più sfiziosi salatini tondi di una certa marca famosa, vista spesso nel Carosello, spalmati con burro e pasta d'acciughe mista .......e c'era la lotta del servito di porcellana, quello della nonna con il bordo d'oro o quello forse più moderno con i fiori intorno e il bordo rosso come d'uopo esigeva la festa......e c'erano pure le posate per i più fortunati in argento con le cifre, ma solitamente, per i tanti, in acciaio buono quello inox, tenute in riserbo proprio per queste occasioni e mancava sempre un cucchiaio o un coltello e la mamma o la nonna si accontentavano della solita forchetta.
E i regali sotto l'albero deposti, quelli dei parenti erano sempre i più minuti, quelli ti portavano i biscotti, talvolta le "marie" perchè facevano bene, così si diceva, e i pacchi improvvisati dai genitori, i pacchi di babbo natale (così si credeva e ci tenevamo pure a questa storia) contenenti una maglietta quella buona vista nel famoso negozio, un pantaloncino o una camicetta, un paio di calzini lunghi di lana folta e poi cioccolatini, quelli dell'alimentari di sotto che li faceva in casa, senza tante pretese, ma erano i più buoni.
E .....potremmo continuare all'infinito a ricordare, oggi il Natale è cambiato anche in queste emozioni, ora siamo vegani e i polli fanno male, il riso scuoce e gli antipasti sono più sfiziosi, quelli mini di formaggio caprino ricoperti da un filo di spezie, quelli comprati in infiniti centri commerciali racchiusi in plastiche colorate trasparenti, le tavolate non occorrono per niente, basta un piccolo tavolo rotondo, tanto ci saranno solo il nonno e due nipotini di dodici e quattordici anni che non lo noteranno nemmeno tanto sono presi con il cellulare o con ll tablet a scambiare indecifrati messaggi tipo TVB, Xche', ecc o infiltrati in giochini di avventura, quelli che si combatte con il mitra e la bomba a mano e si muore come mosche tanto è un gioco mica fanno male........e si mangia cibo precotto, elaborato dai mass media, il sale non si mette, lo zucchero alza il diabete e consuma, il pepe forse meglio la paprika e il peperoncino, vino e meglio birra a bizzeffe, l'acqua è per disgraziati e solo quando è caldo forte......e ci troviamo sempre più soli , la mamma lavora nel discount e papà infermiere e oggi che è Natale sono di turno e dei parenti non se ne vede più nessuno intorno ( e questa forse è l'unica cosa bella che ci rimane).
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

IL LIMITARE DEI PIOPPI

Vado camminando come un elefante poso le tracce ma infondono soltanto come un passerotto, e lascio nel cielo un alito leggero di profumo mis...