Amici, stamani l'intervista entra in una dimensione direi sublime, il personaggio che avete richiesto è di per se un comune personaggio, altissimo scrittore, giornalista ma è un geniale illuminatore e portatore di assoluta “fantasia”, e proprio di quella che oggi vogliamo trattare con GIANNI RODARI.
R – Buongiorno, tutto il giorno e tutta la notte perchè anche quella fa certo parte del giorno stesso......
Io – Ecco che già cominciamo a fantasticare o almeno a giocare con le parole come lei ci ha insegnato, ovvero ha insegnato ai tanti alunni e anche ai docenti...
R – Non esageriamo, io ho soltanto preso in esame tutto quello che già esisteva, si forse l'ho capovolto, sconquassato, mescolato, ma in fondo psicologi, umanisti, sociologi, pedagoghi prima di me avevano scritto......certo ho combattuto e cercato di far capire che per avere visione totale della vita stessa, del vivere quotidiano e anche sapersi liberare dalle strutture chiuse che innatamente sono imposte, bisogna conoscere la fantasia e su quella giocare sempre....soprattutto anche da adulti ….
Io – Fantasticare sempre, dimenticare la realtà....
R - No io non ho detto di dimenticare la realtà, assolutamente, ma proprio con quella attenersi e rivoluzionarla...in fondo cosa sono le rivoluzioni se non la fantastica voglia di cambiare da parte di una certa sfera di persone, un modo diverso di vedere le cose e comunque sempre per un vivere quotidiano, certo uguale, ma forse meglio condotto.....la scarpa entra nel piede ma il piede a volte è gonfio, stanco, dolente e quella scarpa di sempre non entra..........
Io – E a proposito di “scarpe” vogliamo parlare della sua opera maggiore la “Grammatica della fantasia”che se non erro proprio in quella si citano le “scarpe”
R – Questa mia opera, che poi non ritengo tanto mia in quanto è stata il frutto di esperienze con bambini e docenti vari, esperienze che ho avuto nel tempo e ho voluto poi raccogliere aiutato eccezionalmente da quelli sopra nominati. Uno scambio d'idee e “fantasie”...Per tornare alle scarpe, tutto è nato da una storia inventata da un gruppo di bambini di cinque anni, che raccontava di come un bambino che ruba le scarpe a suo padre e poi per punizione venga attaccato alla luce, trasformandosi così in una lampada che si spegne se gli vengono tolte le scarpe.
Da questa storia naturalmente non si può ignorare il significato psicologico, il bambino che con le scarpe si cala in un'altra identità (il padre) ma soprattutto l'immagine del bambino che si trasforma in lampada perchè attaccato alla corrente. Praticamente si è verificato quella “ condensazione delle immagini” che già il grande Freud ha descritto studiando i processi del sogno.
Io – Certo che l'immaginazione è vitale, ma per descriverla ci vogliono le parole e....
R – E proprio con l'analisi della parola stessa che parto con la mia Grammatica, la parola è come un sasso gettato nello stagno.......infatti una parola gettata a caso provoca infinite reazioni che coinvolgono l'esperienza, la memoria, la fantasia, e come un sasso gettato nello stagno produce onde innumerevoli e infinite così agisce la stessa. Da una sola parola nasce il fantastico....
Io – E le fiabe di parole e fantasia ne hanno date....
R – Le fiabe popolari dei grandi come Grimm, Andersen e lo stesso Collodi sono stati i grandi liberatori della letteratura infantile ancora attaccata alle origini classiche, ma su queste si parte sempre e si trasforma, si inverte, si mischia la favola stessa, si possono cambiare i finali, si possono creare “copiare” le fiabe (un esempio l'Ulysses di Joyce che “ricalca” l'Odissea), ecco comunque la fantasia che vola, apre e inonda....il bambino è libero di creare il suo Cappuccetto Rosso, potrebbe essere giallo, potrebbe essere cattivo e il Lupo buono, potrebbe non incontrare la nonna e potrebbe addirittura volare su elicottero per attraversare il bosco.......
Io – Certo se dovessimo analizzare tutta questa sua Grammatica, non basterebbe un'intervista....
R – Ma non lo voglio nemmeno, quello che voglio rimanga di questo mio studio, che ogni persona, bambino o adulto, possa liberare ogni suo pensiero e “giochi” spesso con le stesse parole, con i fatti e l'esperienze come se fosse su una nuvola rosa a cavalcioni guardando di sotto il mondo che non conosce e di esso cominci a pensare per quello che vede e non per quello che sempre ha saputo e conosciuto.....un'auto potrebbe essere un mostro di ferro che ha invaso la terra, un mostro ne cattivo ne buono, ma che talvolta “mangia” le persone e poi le rilascia.....un essere diverso d'amare ugualmente perchè quello è il suo modo di vivere.....Oppure un'auto potrebbe essere un bambino che ha bisogno di così tanto amore che lo realizza stringendo a se le persone e facendosele entrare “dentro” per un po......
Io – Non ci avevo mai pensato....per me l'auto è un mezzo di trasporto e a volte anche fastidioso e rumoroso
R – Ma anche per me certo ma l'immaginazione, la fantasia fa si che tutto diventi diverso e possa aiutare anche a “sopportare” quello che più ci infastidisce …...ambarabacicicocò nella macchina non ci stò, ma se canta e balla, se ride e scherza, ambarabacicicocò nella macchina ci stò.....
Io – Da oggi penso che cambierò il mio scorrere giornaliero
R – E io avrò un'altra esperienza da raccontare, sono stato su un social e non sapevo come fare.......grazie amici
Io – Ecco che già cominciamo a fantasticare o almeno a giocare con le parole come lei ci ha insegnato, ovvero ha insegnato ai tanti alunni e anche ai docenti...
R – Non esageriamo, io ho soltanto preso in esame tutto quello che già esisteva, si forse l'ho capovolto, sconquassato, mescolato, ma in fondo psicologi, umanisti, sociologi, pedagoghi prima di me avevano scritto......certo ho combattuto e cercato di far capire che per avere visione totale della vita stessa, del vivere quotidiano e anche sapersi liberare dalle strutture chiuse che innatamente sono imposte, bisogna conoscere la fantasia e su quella giocare sempre....soprattutto anche da adulti ….
Io – Fantasticare sempre, dimenticare la realtà....
R - No io non ho detto di dimenticare la realtà, assolutamente, ma proprio con quella attenersi e rivoluzionarla...in fondo cosa sono le rivoluzioni se non la fantastica voglia di cambiare da parte di una certa sfera di persone, un modo diverso di vedere le cose e comunque sempre per un vivere quotidiano, certo uguale, ma forse meglio condotto.....la scarpa entra nel piede ma il piede a volte è gonfio, stanco, dolente e quella scarpa di sempre non entra..........
Io – E a proposito di “scarpe” vogliamo parlare della sua opera maggiore la “Grammatica della fantasia”che se non erro proprio in quella si citano le “scarpe”
R – Questa mia opera, che poi non ritengo tanto mia in quanto è stata il frutto di esperienze con bambini e docenti vari, esperienze che ho avuto nel tempo e ho voluto poi raccogliere aiutato eccezionalmente da quelli sopra nominati. Uno scambio d'idee e “fantasie”...Per tornare alle scarpe, tutto è nato da una storia inventata da un gruppo di bambini di cinque anni, che raccontava di come un bambino che ruba le scarpe a suo padre e poi per punizione venga attaccato alla luce, trasformandosi così in una lampada che si spegne se gli vengono tolte le scarpe.
Da questa storia naturalmente non si può ignorare il significato psicologico, il bambino che con le scarpe si cala in un'altra identità (il padre) ma soprattutto l'immagine del bambino che si trasforma in lampada perchè attaccato alla corrente. Praticamente si è verificato quella “ condensazione delle immagini” che già il grande Freud ha descritto studiando i processi del sogno.
Io – Certo che l'immaginazione è vitale, ma per descriverla ci vogliono le parole e....
R – E proprio con l'analisi della parola stessa che parto con la mia Grammatica, la parola è come un sasso gettato nello stagno.......infatti una parola gettata a caso provoca infinite reazioni che coinvolgono l'esperienza, la memoria, la fantasia, e come un sasso gettato nello stagno produce onde innumerevoli e infinite così agisce la stessa. Da una sola parola nasce il fantastico....
Io – E le fiabe di parole e fantasia ne hanno date....
R – Le fiabe popolari dei grandi come Grimm, Andersen e lo stesso Collodi sono stati i grandi liberatori della letteratura infantile ancora attaccata alle origini classiche, ma su queste si parte sempre e si trasforma, si inverte, si mischia la favola stessa, si possono cambiare i finali, si possono creare “copiare” le fiabe (un esempio l'Ulysses di Joyce che “ricalca” l'Odissea), ecco comunque la fantasia che vola, apre e inonda....il bambino è libero di creare il suo Cappuccetto Rosso, potrebbe essere giallo, potrebbe essere cattivo e il Lupo buono, potrebbe non incontrare la nonna e potrebbe addirittura volare su elicottero per attraversare il bosco.......
Io – Certo se dovessimo analizzare tutta questa sua Grammatica, non basterebbe un'intervista....
R – Ma non lo voglio nemmeno, quello che voglio rimanga di questo mio studio, che ogni persona, bambino o adulto, possa liberare ogni suo pensiero e “giochi” spesso con le stesse parole, con i fatti e l'esperienze come se fosse su una nuvola rosa a cavalcioni guardando di sotto il mondo che non conosce e di esso cominci a pensare per quello che vede e non per quello che sempre ha saputo e conosciuto.....un'auto potrebbe essere un mostro di ferro che ha invaso la terra, un mostro ne cattivo ne buono, ma che talvolta “mangia” le persone e poi le rilascia.....un essere diverso d'amare ugualmente perchè quello è il suo modo di vivere.....Oppure un'auto potrebbe essere un bambino che ha bisogno di così tanto amore che lo realizza stringendo a se le persone e facendosele entrare “dentro” per un po......
Io – Non ci avevo mai pensato....per me l'auto è un mezzo di trasporto e a volte anche fastidioso e rumoroso
R – Ma anche per me certo ma l'immaginazione, la fantasia fa si che tutto diventi diverso e possa aiutare anche a “sopportare” quello che più ci infastidisce …...ambarabacicicocò nella macchina non ci stò, ma se canta e balla, se ride e scherza, ambarabacicicocò nella macchina ci stò.....
Io – Da oggi penso che cambierò il mio scorrere giornaliero
R – E io avrò un'altra esperienza da raccontare, sono stato su un social e non sapevo come fare.......grazie amici
(errebi)
Immagine web
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