martedì 22 gennaio 2019

DEPOSIZIONE DI VOLTERRA - ROSSO FIORENTINO


Dalla pagina FB - Arte in cornice

La magnificenza dell'opera che voglio presentarvi oggi, non ha eguali, sinceramente è un'opera molto particolare, sia per l'innovazione pittorica, sia per i colori e sia per l'effetto scenografico e rappresentativo che è molto particolare. Si tratta della conosciutissima Deposizione di Volterra del Rosso Fiorentino.
Rosso Fiorentino in realtà Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, soprannominato tale dal colore dei suoi capelli, fu commissionato per questa opera dalla Compagnia della Croce di Notte , un gruppo di frati che svolgevano la loro attività nella chiesa di San Francesco a Volterra. C'è da considerare che nel lontano '500 essendo il dominio della Chiesa molto influente e ricco anche economicamente, per poter esaltare il suo potere e rendere indimenticabile e sempre presente la storia del Cristo, investiva in maestose opere , quali ad esempio la costruzione di chiese, e naturalmente si avvaleva dei maggiori architetti come nella pittura per riempire queste chiese si avvaleva dei maggiori pittori del momento. Il Rosso Fiorentino quando si trovò a dover fare questa opera su legno aveva appena 26 anni ma già era noto nell'ambito, e appena finita fu subito deposta nella chiesa di San Francesco dove ebbe dimora per moltissimo tempo fino a che alla fine del 1700 la cappella in cui era conservata fu acquistata dai conti Guidi, di li a poco fu allora portata nel Duomo di San Carlo. Oggi è visibilissima nella pinacoteca della città di Volterra.
E' un'opera cosiddetta di impatto, infatti colpisce subito all'occhio, innanzitutto per i colori sgargianti che il Rosso seppe imprimere, da notare che in questa pittura non esiste il classico “chiaro scuro” infatti i colori sono miscelati prima e poi spalmati, questo cambia già la cromatura e l'effetto visivo molto fuori dal classico a cui siamo abituati, una netta particolarità che salta all'occhio è il movimento, in effetti il Maestro uscì completamente dalla statuaria rappresentazione del tempo e in questo atto innovativo dette un magistrale insegnamento alla pittura italiana. Tutti i personaggi sono impegnati e al contempo per dare ancora più tono alla scena e valore emozionale, i movimenti delle persone sono quasi forzati, diciamo esaltati, dal pianto straziante della Maddalena in basso ( quella vestita in rosso che abbraccia le gambe di Maria), ai personaggi che fanno scendere dalla croce il Cristo, da notare anche le imperfezioni come quel personaggio che sostiene i piedi di Gesù in bilico sulla scala, tanto in bilico che in realtà sarebbe certamente caduto, oppure il vecchio al di sopra della croce che pare schiacciato dalla scena e quel braccio alla sua destra troppo lungo per il suo corpo, ma sono i colori e questa rappresentazione in se stessa che forniscono un contrasto forte al valore intrinseco della scena. Non dimentichiamo che è rappresentato il momento più cupo e triste della vita del Cristo, qui c'è la disperazione dei parenti e amici ma non solo, qui c'è la disperazione di coloro che nel Cristo hanno creduto e che ora se ne sentono allontanati e perduti, il loro benefattore, la loro fonte di sostegno umano è li abbandonato che presto verrà deposto come tutti i mortali di questa terra.
Giovanni è rappresentato al di sotto della croce, anche lui prostrato, la stranezza che ha i capelli rossi, mai era stato rappresentato così, alcuni critici presumono che si l'autoritratto del Rosso Fiorentino.
A dare valore all'opera è la firma del Maestro, che volutamente e con sagacia professionale lui oppose ai piedi della scala sulla destra.
Un'opera piena di misteri come per citarne un altro, portate l'occhio al di fuori della scena principale, dietro, in lontananza, ci sono delle figure, se le guardate con attenzione noterete che sono vestite molto diversamente da come lo sono i personaggi principali, il motivo? Soltanto il Rosso Fiorentino potrebbe rispondere.
(errebi) Roberto Busembai

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