Dalla pagina FB " Rileggendo"
Vorrei far menzione di un libro-saggio che ho letto alcuni anni or sono e che in un'ultima passeggiata fatta a Firenze ne ho avuto memoria, si tratta del “ Al traditor s'uccida” dello storico e professore Niccolò Capponi, che analizza in fare storico ma anche liberamente romanzato, la congiura de' Pazzi contro i fratelli Giuliano e Lorenzo Medici. Da questo fatto poi si spiegheranno gli eventi di tutta la storia in poi del quattrocento, che porterà a far capire quanto ci fossero mandanti ben più grossi e importanti dietro questo fatto criminoso.
La congiura de'Pazzi è una congiura verso gli allora dominatori della città di Firenze, i nobili Medici che sotto la guida del capostipite Cosimo, seppero costruire un potere non indifferente, naturalmente come tutti i poteri ci sono le buone e le cattive azioni, ci sono coloro che seguono e amano quel determinato potere e altri che invece, discordi per pensiero o per fattore d'invidia soprattutto economica ma anche di rispettabilità sociale, aspirano a togliere a quei tenutari il cosiddetto “scettro” dominatore.
Il 26 aprile del 1478 Giuliano e Lorenzo Medici si recano a messa nella Cattedrale di Santa Croce, sono eccitatissimi, quel giorno devono festeggiare il giovane cardinale Raffaele Sansoni Riario pronipote di Papa SistoIV. Quasi al termine della funzione alle grida di “Ah traditore! Franceschino de' Pazzi e Bernardo Bandini pugnalano a morte il vicino Giuliano de' Medici mentre Lorenzo, che era viene ferito al collo da due preti sicari, riesce a fuggire e a rinchiudersi in sacrestia. La città è in subbuglio.
La ferocia dell'attentato non sarà mai tanta quanta quella che avrà Lorenzo su gli esecutori e su tutta la famiglia intera de' Pazzi.
Da questo fatto eclatante verranno comunque fuori nomi molto in alto, che presumibilmente saranno considerati mandanti come ad esempio Federico da Montefeltro o il re di Napoli Ferrante d'Aragona compreso addirittura il Papa Sisto IV.
In questo libro-saggio viene analizzato momento per momento questo crimine a tal punto da descriverlo così bene che pare trovarsi in Santa Croce in quel momento, e il susseguirsi poi degli eventi che ne scaturiranno cercando sempre di conoscerne le verità, centellinando la storia del secondo quattrocento non solo Italiana ma Europea e il tutto sullo sfondo della storia di un contadino toscano, Cecco d'Andrea detto Veggio, che suo malgrado si trova a svolgere un ruolo importante di potere, più grande di lui.
Se avete occasione di leggerlo, vi assicuro che passerete dei momenti in cui vi identificherete in quei personaggi e vivrete quei momenti storici tanto lo scritto è semplice e scorrevole.
La congiura de'Pazzi è una congiura verso gli allora dominatori della città di Firenze, i nobili Medici che sotto la guida del capostipite Cosimo, seppero costruire un potere non indifferente, naturalmente come tutti i poteri ci sono le buone e le cattive azioni, ci sono coloro che seguono e amano quel determinato potere e altri che invece, discordi per pensiero o per fattore d'invidia soprattutto economica ma anche di rispettabilità sociale, aspirano a togliere a quei tenutari il cosiddetto “scettro” dominatore.
Il 26 aprile del 1478 Giuliano e Lorenzo Medici si recano a messa nella Cattedrale di Santa Croce, sono eccitatissimi, quel giorno devono festeggiare il giovane cardinale Raffaele Sansoni Riario pronipote di Papa SistoIV. Quasi al termine della funzione alle grida di “Ah traditore! Franceschino de' Pazzi e Bernardo Bandini pugnalano a morte il vicino Giuliano de' Medici mentre Lorenzo, che era viene ferito al collo da due preti sicari, riesce a fuggire e a rinchiudersi in sacrestia. La città è in subbuglio.
La ferocia dell'attentato non sarà mai tanta quanta quella che avrà Lorenzo su gli esecutori e su tutta la famiglia intera de' Pazzi.
Da questo fatto eclatante verranno comunque fuori nomi molto in alto, che presumibilmente saranno considerati mandanti come ad esempio Federico da Montefeltro o il re di Napoli Ferrante d'Aragona compreso addirittura il Papa Sisto IV.
In questo libro-saggio viene analizzato momento per momento questo crimine a tal punto da descriverlo così bene che pare trovarsi in Santa Croce in quel momento, e il susseguirsi poi degli eventi che ne scaturiranno cercando sempre di conoscerne le verità, centellinando la storia del secondo quattrocento non solo Italiana ma Europea e il tutto sullo sfondo della storia di un contadino toscano, Cecco d'Andrea detto Veggio, che suo malgrado si trova a svolgere un ruolo importante di potere, più grande di lui.
Se avete occasione di leggerlo, vi assicuro che passerete dei momenti in cui vi identificherete in quei personaggi e vivrete quei momenti storici tanto lo scritto è semplice e scorrevole.
(errebi)
Immagine copertina libro
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