venerdì 11 gennaio 2019

ACI TREZZA ( 'A TRIZZA in Siciliano)

Dalla pagina FB - Quattro passi in Italia

In un mattino d'inverno, dal sole affacciata e dal mare più limpido e azzurro baciata, sorse dal nulla un borgo marino e l'occhio rimase stupito e allibito nell'ammirare quel vero che sogno di fatto non era, Aci Trezza baciava quel mare con il porto, le case e dagli scogli si faceva accarezzare.
Potremmo già qui terminare il parlare per descrivere questo borgo marino che tra leggende e destini, tra le lettere e miti ha vissuto nei tempi, quelli scogli che Polifemo pare abbia scagliati per la rabbia contro colui che lo aveva accecato, un Ulisse di nome Nessuno, quell'intero paese che un filone letterario verista ne fece capitale con i pescatori Toscano nei Malavoglia romanzo e di cui pare ancora sia, quel museo che ne è diventato, l'abitazione di Patron 'Ntoni, la Casa del Nespolo, e sulle scene di nuova tecnologia l'ha resa ancor più famosa di un notevole Visconti regista nella sua rivisitazione del nominato romanzo Verghiano, con un film tutto italiano “ La terra trema”.
Ma poco distante da questa costa un'isola spicca nello già spettacolare paesaggio, l'isola Lachea che ancor rimanendo nella leggenda voglia sia riconosciuta come l'omerica isola delle Capre.
Tutto questo arcipelago, dei Ciclopi, sono protetti da una riserva naturale integrale, offre oltre che il valore naturalistico ma anche archeologico in quanto pare siano stati trovati siti di presenza umana primitiva. L'isola Lachea è dimora di un particolare e rarissimo tipo di lucertola, la Podarcis sicula ciclopica, piccolissima e da una macchia rossa sul collo.
La storia dice che il borgo fu fondato alla fine del Seicento da un nobile palermitano, Stefano Riggio, per farne un importante scalo portuale. Don Luigi Riggio invece volle costruire un'imponente struttura residenziale che pare si affacciasse tutta sul mare. Un immenso e ricco palazzo, pieno di decorazioni sia sulle pareti che sui soffitti, dominato e baciato dalla luce e dal sole. Alla caduta della dinastia Riggio il palazzo passò tra vari signori fino ad ultimo a una famiglia di commercianti di grano. Ma le intemperie, l'incuria degli eredi ecc ne portarono al totale smembramento. Oggi di quel “Palazzo del Principe” non ne rimangono che tracce solo sulle carte e documenti negli archivi storici o nel ricordo tramandato dagli anziani.
Un piccolo cenno alla cucina che naturalmente è legata al mare, ricco e prosperoso nel donare acciughe, tonno rosso e sarde a beccafico, ma la tradizione vuole che Aci Trezza sia la patria del gelato e soprattutto delle granite che pare siano nate dall'idea di un locale cuoco un certo Francesco Procopio Coltelli.


(errebi)

Immagini web





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