
apre il cielo al movimento,
nuvole sparse nelle corse frenetiche
di raggiungere quel che non sanno,
sabbie smosse in un rincorrersi
di pulviscoli da sembrare evanescenti,
onde a malapena smosse
in un crinale bianco e spumoso,
e sulla roccia ramo spoglio rimane
inerte come un legno grosso
impassibile e irremovibile
nel carezzare del soffio,
è il respirare piano
del silenzio sulle note
della vita accorsa,
solitudine nella corsa
o nell'attesa,
incongrua speranza spesa
e lieve ritorna al vento
come foglia persa,
posata sulla sabbia,
che di rovente ha solo
l'anima del ricordo,
il sole bruma
all'orizzonte e tramonta.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine © víctor m. alonso
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