R – Amici eccoci al nostro consueto appuntamento con un personaggio della letteratura italiana, appuntamento che oggi lo considererei davvero eccezionale, tra poco avrò innanzi l'uomo, lo scrittore, il poeta, il regista ecc che ho sempre amato e stimato, sarà difficile mantenere l'emozione ma dovrò essere pacato come sempre....beh andiamo a iniziare sta arrivando......mi allunga la mano...
PPP – Buongiorno, Pasolini, grazie di questo insolito appuntamento, che non definirei intervista, me ne sarei guardato da farne un'ulteriore......
R- Buongiorno, Busembai, onorato e emozionato
PPP – L'emozione denota cultura, assorbe in essa tutta la sacralità della persona e dell'esperienza, io sono sempre emozionato, lo sono sempre stato anche nei periodi difficili, e in questa definiamola agitazione del cuore, ho avuto la soddisfazione e l'impeto dello scrivere....
R – Già giovane a Casarsa
PPP – Casarsa è la mia terra, il seme che ho piantato e da cui è sorto l'albero che sono diventato, non una quercia, ma mi definirei, come in una mia poesia, un semplice glicine, che cresce, si sviluppa, si intreccia, si allunga in ogni sorta, fiorisce e poi nell'inverno muore totalmente tale da sparire, mentre a primavera sorprendentemente riprende vita e ancora più determinante.
R – Le poesie dialettali “POESIE A CASARSA”
PPP – la base delle nostre terre, il dialetto, il parlare comune dei nostri contadini, delle nostre madri, dei nostri antenati, la cultura in ogni scandito suono e lettera, mi sono sempre difeso per il mantenimento di questi idiomi che ogni nostra regione ne possiede e di preziosi. Se nota le sto dando soltanto definizioni attinenti alla cultura in senso generale e non politico o religioso onde travisare continuamente il mio costante scrivere, certo le mie lotte sono state rivolte a questi sistemi di vita , non potevo certo restarne indifferente, del resto facciamo parte di una società e è di quella che dobbiamo rilevare, contestare se è da farlo.
R- ma rimaniamo in tema di scrittura e di affetti...sua madre e suo fratello.
PPP – Icone della mia stessa vita, senza di esse non sarei Pasolini ovviamente, mia madre è stata il cuore del mio agire, il frutto maturo dentro....”è difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.”..mi ripeto con questa SUPPLICA A MIA MADRE che scrissi nella raccolta POESIA IN FORMA DI ROSA.
Guido, mio fratello, è stato sempre dentro di me, il dolore della sua orrenda perdita, sentita particolarmente da mia madre, e non di meno da me stesso, è ancora insito nella mia anima. Mia hanno tolto il sapore sereno della vita a uccidere mio fratello. Dopo tutto è stato completamente diverso e differente da quello che forse sarebbe potuto essere.
R- E il primo forte dolore, oltre quello affettivo, ma morale, le infondate
PPP – accuse di corruzione di minorenne....inizia così la lotta del potere contro chi detta le prime verità, sveglia gli animi con tutte le sue possibilità, e se non quale arma meschina usa il potere per farsene libero arbitro e giudice, colpire infondatamente su una mia diversità, che ho sempre ammesso ma non certo l'ho usata per insegnamento di ogni mio culturale intendimento, da allora sono diventato il loro capo espiatorio, fino a compiere, secondo accuse varie, rapine ecc....tutto per travisare il vero che io portavo avanti.....ma rientriamo.....dopo questi primi fatti
purtroppo fui costretto a lasciare Casarsa e trovare alloggio presso amici a Roma.
R – E arriva il primo successo editoriale
PPP – Contrastato, censurato, quasi bruciato dai soliti sopra nominati, per poi ritornare eccezionalmente sui banchi di vendita......”RAGAZZI DI VITA”
R – E il primo film presentato anche a Venezia
PPP – ACCATTONE.....e subito vietato ai minori di anni 18 e polemicizzato alla rassegna stessa, ma queste erano le prime avvisaglie che la mia vita, qualsiasi cosa io avessi fatto, avrebbe avuto risvolti sempre molto eclatanti e non certo potevo pretendere che fossi compreso, dicevo del vero e di quello ne ho colorato il mio fare, ma il vero, come ora del resto, non si deve dire e anzi non si deve neppure sapere, altrimenti come si fa a farli vivere quei giochi di potere e di falsa religione,
figurini sempre pronti a farsi notare, profetizzare il bene per essere liberi di fare tutto il male possibile senza essere disturbati.
R – Se dovesse scegliere una sua opera letteraria e una di regista quali sarebbero
PPP – TEOREMA per tutte e due le cose. In esso il mio giudizio negativo dell'individualismo che la società borghese innalza e che si trasporta nel corpo, un corpo snaturato, un oggetto. In teorema sia come sceneggiatura e sia come romanzo che sono nati contemporaneamente, metto in risalto questo “oggetto” e il suo riscatto. La figura che ne uscirà indenne è la contadina Emilia perchè totalmente estranea da questo mondo borghese e infame, che una volta purificato il suo corpo, può finalmente unirsi, un miracolo come viene interpretato, ma un miracolo sarebbe se effettivamente tutti si rendessero conto di come la borghesia ci trasforma e ci adula, ci usa come oggetto.
R – Verrebbe spontaneo farle una domanda, ma certamente potrebbe apparire più di curiosità che di sapienza, ma comunque potrebbe porre fine a un enigma che rode dentro tutti coloro che la amano e la rispettano....ma cosa successe veramente quella sera del 2 novembre 1975?
PPP – Niente di tutto quello che sapete, e niente di tutto quello che presumete di sapere, sono soltanto stato ucciso e barbaramente...........
R – Vorrei chiederle soltanto un'ulteriore cosa, è disposto a ritornare perchè il suo lavoro è vasto e non siamo certo riusciti a nominarlo tutto....sia del cinema del teatro della poesia.....
PPP – Ben volentieri e per il momento vi lascio con questa mia frase.....
“La mia è una visione apocalittica. Ma se accanto ad essa e all' angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.” ( cifr- LIBERTA' E SCHIAVITU')
PPP – Buongiorno, Pasolini, grazie di questo insolito appuntamento, che non definirei intervista, me ne sarei guardato da farne un'ulteriore......
R- Buongiorno, Busembai, onorato e emozionato
PPP – L'emozione denota cultura, assorbe in essa tutta la sacralità della persona e dell'esperienza, io sono sempre emozionato, lo sono sempre stato anche nei periodi difficili, e in questa definiamola agitazione del cuore, ho avuto la soddisfazione e l'impeto dello scrivere....
R – Già giovane a Casarsa
PPP – Casarsa è la mia terra, il seme che ho piantato e da cui è sorto l'albero che sono diventato, non una quercia, ma mi definirei, come in una mia poesia, un semplice glicine, che cresce, si sviluppa, si intreccia, si allunga in ogni sorta, fiorisce e poi nell'inverno muore totalmente tale da sparire, mentre a primavera sorprendentemente riprende vita e ancora più determinante.
R – Le poesie dialettali “POESIE A CASARSA”
PPP – la base delle nostre terre, il dialetto, il parlare comune dei nostri contadini, delle nostre madri, dei nostri antenati, la cultura in ogni scandito suono e lettera, mi sono sempre difeso per il mantenimento di questi idiomi che ogni nostra regione ne possiede e di preziosi. Se nota le sto dando soltanto definizioni attinenti alla cultura in senso generale e non politico o religioso onde travisare continuamente il mio costante scrivere, certo le mie lotte sono state rivolte a questi sistemi di vita , non potevo certo restarne indifferente, del resto facciamo parte di una società e è di quella che dobbiamo rilevare, contestare se è da farlo.
R- ma rimaniamo in tema di scrittura e di affetti...sua madre e suo fratello.
PPP – Icone della mia stessa vita, senza di esse non sarei Pasolini ovviamente, mia madre è stata il cuore del mio agire, il frutto maturo dentro....”è difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.”..mi ripeto con questa SUPPLICA A MIA MADRE che scrissi nella raccolta POESIA IN FORMA DI ROSA.
Guido, mio fratello, è stato sempre dentro di me, il dolore della sua orrenda perdita, sentita particolarmente da mia madre, e non di meno da me stesso, è ancora insito nella mia anima. Mia hanno tolto il sapore sereno della vita a uccidere mio fratello. Dopo tutto è stato completamente diverso e differente da quello che forse sarebbe potuto essere.
R- E il primo forte dolore, oltre quello affettivo, ma morale, le infondate
PPP – accuse di corruzione di minorenne....inizia così la lotta del potere contro chi detta le prime verità, sveglia gli animi con tutte le sue possibilità, e se non quale arma meschina usa il potere per farsene libero arbitro e giudice, colpire infondatamente su una mia diversità, che ho sempre ammesso ma non certo l'ho usata per insegnamento di ogni mio culturale intendimento, da allora sono diventato il loro capo espiatorio, fino a compiere, secondo accuse varie, rapine ecc....tutto per travisare il vero che io portavo avanti.....ma rientriamo.....dopo questi primi fatti
purtroppo fui costretto a lasciare Casarsa e trovare alloggio presso amici a Roma.
R – E arriva il primo successo editoriale
PPP – Contrastato, censurato, quasi bruciato dai soliti sopra nominati, per poi ritornare eccezionalmente sui banchi di vendita......”RAGAZZI DI VITA”
R – E il primo film presentato anche a Venezia
PPP – ACCATTONE.....e subito vietato ai minori di anni 18 e polemicizzato alla rassegna stessa, ma queste erano le prime avvisaglie che la mia vita, qualsiasi cosa io avessi fatto, avrebbe avuto risvolti sempre molto eclatanti e non certo potevo pretendere che fossi compreso, dicevo del vero e di quello ne ho colorato il mio fare, ma il vero, come ora del resto, non si deve dire e anzi non si deve neppure sapere, altrimenti come si fa a farli vivere quei giochi di potere e di falsa religione,
figurini sempre pronti a farsi notare, profetizzare il bene per essere liberi di fare tutto il male possibile senza essere disturbati.
R – Se dovesse scegliere una sua opera letteraria e una di regista quali sarebbero
PPP – TEOREMA per tutte e due le cose. In esso il mio giudizio negativo dell'individualismo che la società borghese innalza e che si trasporta nel corpo, un corpo snaturato, un oggetto. In teorema sia come sceneggiatura e sia come romanzo che sono nati contemporaneamente, metto in risalto questo “oggetto” e il suo riscatto. La figura che ne uscirà indenne è la contadina Emilia perchè totalmente estranea da questo mondo borghese e infame, che una volta purificato il suo corpo, può finalmente unirsi, un miracolo come viene interpretato, ma un miracolo sarebbe se effettivamente tutti si rendessero conto di come la borghesia ci trasforma e ci adula, ci usa come oggetto.
R – Verrebbe spontaneo farle una domanda, ma certamente potrebbe apparire più di curiosità che di sapienza, ma comunque potrebbe porre fine a un enigma che rode dentro tutti coloro che la amano e la rispettano....ma cosa successe veramente quella sera del 2 novembre 1975?
PPP – Niente di tutto quello che sapete, e niente di tutto quello che presumete di sapere, sono soltanto stato ucciso e barbaramente...........
R – Vorrei chiederle soltanto un'ulteriore cosa, è disposto a ritornare perchè il suo lavoro è vasto e non siamo certo riusciti a nominarlo tutto....sia del cinema del teatro della poesia.....
PPP – Ben volentieri e per il momento vi lascio con questa mia frase.....
“La mia è una visione apocalittica. Ma se accanto ad essa e all' angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.” ( cifr- LIBERTA' E SCHIAVITU')
(errebi)
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