giovedì 23 giugno 2016

PICCOLA STAZIONE

Al limitare di un piccolo paese,
nascosta tra i cipressi e salici piangenti,
c'è una piccola stazione fatta di due binari,
uno per partire e l'altro per il ritorno.
Ci son panchine in legno per mettersi
ad aspettare, magari il primo treno
che parte per un sogno, o forse
con accorato pensiero
attendere dell'amore il suo ritorno.
Un piccolo bar vicino alla biglietteria,
giusto per un caffè bevuto in compagnia
della commessa sempre gioviale,
che ti raccomanda pure un pezzo dolce
e la lettura di un giornale,
in libera visione sul tavolino appresso
con una sedia in formica e un posacenere in lamiera.
Alla biglietteria c'è un solo addetto,
un anziano uomo con il beretto della divisa
l'unico ormai rimasto fedele a quel lavoro,
oltre a procurarti il fatidico biglietto,
ti informa su quale nuvola vuoi andare,
su quale sogno speri di raggiunger
o darti l'ora quasi precisa
di quando il tuo amore potrebbe arrivare.
Il capostazione vestito in verde
sta sempre pronto ad ogni movimento,
scruta i binari al mimimo sentore
e aspetta di soffiar al fischietto
per far partir il vagone
verso lidi lontani dove ognun vuole
dove la fantasia ognuno porta
dove la felicità non costa niente
e basta che non si perda poi la coincidenza.
Al limitare di un piccolo paese
c'è la stazione dei sogni persi,
di quelli che vogliam riconquistare
e di quelli che parlano d'amore,
chi è che non conosce questo luogo famoso,
ognuno ne ha di certo un ricordo gioioso.
Un gatto è l'unico che rimane
e mai non parte,
lui controlla ognun che arriva e
chi invece lascia,
lui sa cosa vuol dir l'amore di una notte
e poi il treno che te lo rapisce,
lui sa cosa vuol dire amare con ardore
e poi trovarsi solo per quel dolore,
andate sembra dica, teneteveli stetti
i vostri cari sogni,
e non scendete mai da quel treno
e tornate sani a questa stazione,
forse scoprirete davvero il grande amore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine by Fulvio Ervas

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