giovedì 23 giugno 2016

LA FOTOGRAFIA

Racchiusa nelle poche grigie cose,
tra un panorama sbiadito alle spalle,
una luce bianca sulla pelle
e un sorriso che emanava pace,
questa è la fotografia che mi rimane
di un grande amore perso tra le stelle
di una notte maldestramente andata
scivolata dalle nubi bianche
per perdersi nel velluto nero
di un cielo terso in un giugno strano.
Con i capelli al vento, mossi sottilmente,
gli occhi che brillano al sole già calante,
un piccolo ciuffo birichino in bocca
e sulle labbra ancor il sale
per aver baciato la mia pelle,
ecco la fotografia che feci dopo
dopo che avevamo vissuto nelle stelle
marine, di un'estate alle porte
e un inverno ancor troppo stretto
come ora tengo stretto al cuore
questa fotografia che mi rimane.
Era di giorno e poi di notte ancora
e l'alba era lontana ma già sapeva di tramonto,
e qual che sia la scusa o la voglia strana
fu tutto dopo quel tormento
e con il cuore in gola ti accompagnai a casa,
per l'ultima volta, e mi guardasti ancora
voltandoti furtiva,
salivi quelle scale mentre dal mio cuor
le scendevi, ed era notte fonda o primo mattino
io mi ritrovai sulla spiaggia
con la fotografia che non volevi
e che burla delle cosa,
in quella ancor mi sorridevi.
Roberto Busembai (errebi)

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