Era d'aprile, con i giaggioli in fiore,
gialli o viola lungo i cigli erbosi,
su clivi di colline ai bordi dei cipressi,
quando prendevi il sole
distesa sul prato in vetta del colle
al casolare antico, stendevi i panni lavati
e ti donavi un attimo posando la tinozza.
Era d'aprile quando studiavo Omero,
quando di Ulisse ne facevo prosa,
e in Nessuno pure io mi ci nascondevo,
non per astuzia ma sol per timidezza.
Era d'aprile e il cuore era leggero,
un vento birichino rapì una camicetta,
in volo con le maniche che facevano ali,
cadde dal filo fino ai miei piedi,
e lei gridava "fermala" come se fosse una farfalla.
Era d'aprile con un fiore in tasca,
il regalo per la riuscita impresa,
lei sorridente con la camicetta,
io innocente con una mela in bocca
il libro sotto la testa come guanciale,
e sopra di noi il mondo che ci veniva incontro,
forse non ricordo abbiamo fatto l'amore.
Era d'aprile con i giaggioli in fiore
gialli o viola sulle colline
dai cipressi scuri e
dai primi meli in fiore rosa.
gialli o viola lungo i cigli erbosi,
su clivi di colline ai bordi dei cipressi,
quando prendevi il sole
distesa sul prato in vetta del colle
al casolare antico, stendevi i panni lavati
e ti donavi un attimo posando la tinozza.
Era d'aprile quando studiavo Omero,
quando di Ulisse ne facevo prosa,
e in Nessuno pure io mi ci nascondevo,
non per astuzia ma sol per timidezza.
Era d'aprile e il cuore era leggero,
un vento birichino rapì una camicetta,
in volo con le maniche che facevano ali,
cadde dal filo fino ai miei piedi,
e lei gridava "fermala" come se fosse una farfalla.
Era d'aprile con un fiore in tasca,
il regalo per la riuscita impresa,
lei sorridente con la camicetta,
io innocente con una mela in bocca
il libro sotto la testa come guanciale,
e sopra di noi il mondo che ci veniva incontro,
forse non ricordo abbiamo fatto l'amore.
Era d'aprile con i giaggioli in fiore
gialli o viola sulle colline
dai cipressi scuri e
dai primi meli in fiore rosa.
Roberto Busembai (errebi)
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