domenica 29 maggio 2016

LETTERA A UN AMICO (David)

Volevo soltanto dirti,
che nelle sfaccettature di una vita,
specie se trascorsa già
nella sua vasta entità permessa,
sorgono sempre indecisioni,
imperfezioni e mancamenti
naturali e improvvise,
e proprio perchè
matura è la conoscenza
si deve saper cogliere il meglio
della soluzione e lasciare
che non ferisca più quel tanto
che non potremmo sicuramente sopportare.
Volevo soltanto dirti
che in questo personale marasma
di confusione fisica e mentale,
la vicinanza anche morale
di una persona che definire
amica può al momento
essere vitale se non decisiva,
l'avere la certezza,
nella vita che sfiora,
di una persona che ti dice
fidati ci sarò anche
nei momenti che non credi
nei momenti che non pensi,
anche se lontana
ma prossima quasi accanto
si presenta col pensiero.
Volevo dirti che quando si
diventa vecchi si piange
troppo facilmente e troppo facilmente
si soffre anche di un sorriso storto
di un voltafaccia strano
di un silenzio cupo,
e allora cadono le forze
e le speranze interiori
e si naviga nei capelli bianchi
come se fosse navigar nella neve
quando già si scioglie.
Volevo dirti solamente
non affogar nel nulla del niente
e credi almeno ancora,
nell'amicizia che non pare
ma pure se non corre per i viali
se non si fuma di nascosto
se non si ama per complicità
la stessa persona,
ma esiste ancora
nonostante non solo i capelli
ma anche la barba è bianca.
Roberto Busembai (errebi)

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