Mi parlerò del mio tormento,
lasciato sopito nel meandro
di uno sconosciuto cuore assorto,
mi parlerò sincero e senza fini
scoprendo cose vere e mai svelate
quelle che tengo scritte nella mente
e mai elargite o dette.
Si lo farò nel silenzio degli astanti,
dei mobili e dei libri che guardano costanti,
della sedia che spesso mi accoglie
e della voglia che ripone sulla scrivania,
quando la luce trema dalla stanchezza
degli occhi aperti per tirar la notte
e non avere che malinconia.
Lo farò forse a voce alta, ma che importanza
ha il colore del tono, sarò sincero anche
nel solo mimare dentro e non
sarò per questo meno persuasivo,
ci vuole forse un poco di coraggio
a dirsi quanto sei diverso
da quello che credevi fino ad adesso
essere tale, ma poi non lo sei davvero
sei solo quello che ti pare,
e lo hai sempre fatto,
e forse è questo il tuo peggior nemico,
il fare e agire per impulso
e non pensare qualche volta
di avere pure torto o di avere sbagliato.
Mi parlerò dicendomi come cambiano le cose,
nei tempi e nelle diverse situazioni,
che l'adattamento non mi soddisfa
e non mi consola, ma c'è un problema
e quello non lo risolvo,
il fisico ti morde e si deteriora
ed è difficile accettarlo o
almeno accettare di non poter fare
quello che ancora mi sento,
perchè la forza mi viene sempre meno.
Mi parlerò sincero, non sono ancora morto,
questo è vero, almeno non lo sono
moralmente, ma certo lottare
non ho più la vivida passione
ridere mi piace e mi diverto pure,
ma quanta, quanta delusione
la sera al calare della notte
quando le stelle brillano nel cielo,
e dentro senti sempre quel pensiero
che da un poco d'anni ti corrode,
e pensi quanto posso fingere
col male, per fargli credere che
io me ne frego?
Mi parlerò sincero questa volta
e poi mi cheto alla buona sorte.
lasciato sopito nel meandro
di uno sconosciuto cuore assorto,
mi parlerò sincero e senza fini
scoprendo cose vere e mai svelate
quelle che tengo scritte nella mente
e mai elargite o dette.
Si lo farò nel silenzio degli astanti,
dei mobili e dei libri che guardano costanti,
della sedia che spesso mi accoglie
e della voglia che ripone sulla scrivania,
quando la luce trema dalla stanchezza
degli occhi aperti per tirar la notte
e non avere che malinconia.
Lo farò forse a voce alta, ma che importanza
ha il colore del tono, sarò sincero anche
nel solo mimare dentro e non
sarò per questo meno persuasivo,
ci vuole forse un poco di coraggio
a dirsi quanto sei diverso
da quello che credevi fino ad adesso
essere tale, ma poi non lo sei davvero
sei solo quello che ti pare,
e lo hai sempre fatto,
e forse è questo il tuo peggior nemico,
il fare e agire per impulso
e non pensare qualche volta
di avere pure torto o di avere sbagliato.
Mi parlerò dicendomi come cambiano le cose,
nei tempi e nelle diverse situazioni,
che l'adattamento non mi soddisfa
e non mi consola, ma c'è un problema
e quello non lo risolvo,
il fisico ti morde e si deteriora
ed è difficile accettarlo o
almeno accettare di non poter fare
quello che ancora mi sento,
perchè la forza mi viene sempre meno.
Mi parlerò sincero, non sono ancora morto,
questo è vero, almeno non lo sono
moralmente, ma certo lottare
non ho più la vivida passione
ridere mi piace e mi diverto pure,
ma quanta, quanta delusione
la sera al calare della notte
quando le stelle brillano nel cielo,
e dentro senti sempre quel pensiero
che da un poco d'anni ti corrode,
e pensi quanto posso fingere
col male, per fargli credere che
io me ne frego?
Mi parlerò sincero questa volta
e poi mi cheto alla buona sorte.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
Nessun commento:
Posta un commento