giovedì 29 giugno 2017

IL SILENZIO

Attorno cade improvviso
il sonno delle cose,
i colori perdono valore
come un soffuso scolorito
tocco di pennello,
e nel rumore dell'intorno
cade un mesto e inatteso silenzio.
Scivolano pure i pensieri,
quelli del momento, quelli
che facevano scorrere il di fuori,
e sempre lentamente ma
con decisione s'aprono
le porte dei serbati ricordi,
delle paure innate e dei
rancori forse o torti.
Paure delle rabbie o dei capricci
personali, dei mitici egoismi naturali,
dei rigori contro e di quelli subiti,
paure di malanni andati o tenaci
e mai diluiti, o pure con ignoranza
magari sospettati, e ancora
miriadi di suoni e voci,
parole perse e ora ritrovate
come perle in conchiglie serbate,
frasi o carezze, baci o schiaffi
reciprocamente dati o ricevuti pure,
s'aprono anche le stanze del riserbo,
quelle del personale e del privato,
luci tenue per non far entrare
chi avrebbe il coraggio di farlo,
guardare con occhio attento
il dietro e sospirare avanti,
e poi nel lento procedere
degli eventi,
il silenzio diventa rumoroso
e s'ode al cuore un tonfo
e poi di nuovo cade
in un vuoto che non ha fine
e si ritrova a maturare sulla
guancia bianca di paura fine,
una lacrima precoce, un
vago tirare di labbra verso l'interno,
un grumolo di roca voce
in gola fermo,
e silenzio puro e vero intorno.

Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

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