CALABRIA
E' ormai lontano il lido
che mi accolse,
quando ancor giovane e imberbe,
ebbi ad approdare a questa
regione dalle spiagge grandi
e dalle rocce a picco
su un mare cristallino,
che ancora ricordo
il suo profumo inebriante,
il lento muovere delle onde
al mattino,
quando svegliandomi
da un sacco a pelo,
facevo il bagno nudo
su quelle spiagge isolate,
in un caldo agosto fatto
di sole, mare salato, pesce abbondante
e tanto tanto peperoncino.
Ricordo della regione i
suoi interni dai monti prosperosi
come la Sila e l'Aspromonte,
ricordo i resti di un'antica
dominazione di Magna Grecia antica,
e ricordo il suono della tromba
ad annunciare nella storia,
il ferire del condottiero Garibaldi.
C'è in questa regione ancora
la vita di una volta, fatta di tradizioni
acute, religiose miste a folklore,
penitenti dentro cesti di spine,
e flagellazioni in processioni
dovute ai Santi e alle Madonne.
Ricordo di San Rocco in Agosto,
le feste a lui rivolte,
il silenzio dei paesi ancora
cotti sotto il sole rovente,
ancora non si erano
trovati i Bronzi che a Riace
fanno da padroni,
ma lo Jonio frange e domina
una buona sua parte,
e ancora sole e mare insieme
da non poterne fare a meno e
da non poterlo ricordare.
Gente forse chiusa, ma soltanto
apparentemente,
calorosa se di te scopre
la volontà naturale di apprezzare,
il loro vivere diverso
che poi a noi tanto comune,
ma dimenticato.
Calabria terra da scoprire
come si scopre un libro,
piano piano sfogliandone
le città, i monti, laghi e
le spiagge bianche.
Calabria a un passo
dallo stringere con se l'isola grande,
Sicilia che Ulisse pare conoscesse
nei suoi fantastici viaggi,
come Scilla e Cariddi,
promontori ancora vicini,
ma lontani senza un fatidico ponte.