Nel giorno che si vede,
quello che la luce preme,
sottigliezze e rilievi
mette in primo piano,
ma quando noi di questo
siamo in grado di vedere,
solo contorni poco colorati,
grigi misti a neri sfocati,
e mai più ricordiamo
i tratti o i particolari,
due occhi neri o chiari
oppure una bocca rossa
da un rossetto prorompente,
due ciglia lunghe forse false,
allora la luce non serve,
siamo ciechi e siamo nulli
anche in piazza.
Siamo senza un volto,
comuni come tanti,
numeri sulle facce
e sigle sulle spalle,
siamo sig. rag. dott
se non addirittura
conosciuti per una nostra
disavventura naturale,
siamo allora handicappati,
invalidi, e spesso scemi.
quello che la luce preme,
sottigliezze e rilievi
mette in primo piano,
ma quando noi di questo
siamo in grado di vedere,
solo contorni poco colorati,
grigi misti a neri sfocati,
e mai più ricordiamo
i tratti o i particolari,
due occhi neri o chiari
oppure una bocca rossa
da un rossetto prorompente,
due ciglia lunghe forse false,
allora la luce non serve,
siamo ciechi e siamo nulli
anche in piazza.
Siamo senza un volto,
comuni come tanti,
numeri sulle facce
e sigle sulle spalle,
siamo sig. rag. dott
se non addirittura
conosciuti per una nostra
disavventura naturale,
siamo allora handicappati,
invalidi, e spesso scemi.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Gideon Rubin “Class of 1931"facel
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