E scrivo, perchè altro forse non so fare,
e scrivo per dimenticare o forse
per non dimenticare affatto,
cercando invece di solcare
del passato un netto segno,
e scrivo parole e invento nuvole
chiare su cieli che d'azzurro
hanno un triste colore,
e scrivo, e cerco invano
di riportare quel lontano
sentire, che nebbia nel cuore
hanno posato, e resta
del trascorso soltanto un
mesto sbiadito volto offuscato.
E scrivo, e mi illudo
di provare ancora il minimo leggero
candore, il calore di sempre
che tengo nel cuore, ma
vago mi appare nell'occhio
e sulla pelle,
io scrivo di te, che lontana
fisicamente sei andata,
che mesto ho il rimpianto
di averti perduta e per sempre,
corrode nelle pagine bianche
e langue sull'animo perenne.
E scrivo e mi duole
non sapere per niente
fermare. con le vaghe parole,
e con il ricordo nella mente,
il tuo dolce parlare,
il tono sottile della voce,
la cadenza e la tonalità,
mi manca più forte
il non ricordare di te
il timbro della voce parlare.
E scrivo e mi duole
di non percepire,
o madre cara,
il tuo sottile parlare
più del resto. che
sfocato comunque
riesco leggermente a realizzare.
e scrivo per dimenticare o forse
per non dimenticare affatto,
cercando invece di solcare
del passato un netto segno,
e scrivo parole e invento nuvole
chiare su cieli che d'azzurro
hanno un triste colore,
e scrivo, e cerco invano
di riportare quel lontano
sentire, che nebbia nel cuore
hanno posato, e resta
del trascorso soltanto un
mesto sbiadito volto offuscato.
E scrivo, e mi illudo
di provare ancora il minimo leggero
candore, il calore di sempre
che tengo nel cuore, ma
vago mi appare nell'occhio
e sulla pelle,
io scrivo di te, che lontana
fisicamente sei andata,
che mesto ho il rimpianto
di averti perduta e per sempre,
corrode nelle pagine bianche
e langue sull'animo perenne.
E scrivo e mi duole
non sapere per niente
fermare. con le vaghe parole,
e con il ricordo nella mente,
il tuo dolce parlare,
il tono sottile della voce,
la cadenza e la tonalità,
mi manca più forte
il non ricordare di te
il timbro della voce parlare.
E scrivo e mi duole
di non percepire,
o madre cara,
il tuo sottile parlare
più del resto. che
sfocato comunque
riesco leggermente a realizzare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
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