Da una finestra semichiusa,
la luce della sera s'intravede
e illumina quel che basta
per capire del muoversi
familiare dentro,
cucina dal tavolo apparecchiato,
televisore acceso,
computer in linea,
e messaggeria del cellulare
in continuo display vivente,
e movimenti pure
tralasciano le ombre
a chiudere fasci di luce,
quasi a intermittenze.
Da una finestra semichiusa
si puè vedere la piazza,
l'angolo della chiesa chiusa,
il lampione stile ottocento
con luci a led in contrapposizione,
macchine dai fanali accesi
illuminano il selciato
nel loro vagare svelto,
gente poca, negozi dalle saracinesche
grigie ormai tenute a fermo,
e sulla panchina un desco
di panino secco e acqua in
una bottiglia in plastica rotta.
Da una finestra semichiusa
traspare la vita dentro e fuori
diversa ma uguale,
dentro la miseria della comunicazione
e degli affetti,
fuori la miseria della disperazione
e della vita a pezzi.
la luce della sera s'intravede
e illumina quel che basta
per capire del muoversi
familiare dentro,
cucina dal tavolo apparecchiato,
televisore acceso,
computer in linea,
e messaggeria del cellulare
in continuo display vivente,
e movimenti pure
tralasciano le ombre
a chiudere fasci di luce,
quasi a intermittenze.
Da una finestra semichiusa
si puè vedere la piazza,
l'angolo della chiesa chiusa,
il lampione stile ottocento
con luci a led in contrapposizione,
macchine dai fanali accesi
illuminano il selciato
nel loro vagare svelto,
gente poca, negozi dalle saracinesche
grigie ormai tenute a fermo,
e sulla panchina un desco
di panino secco e acqua in
una bottiglia in plastica rotta.
Da una finestra semichiusa
traspare la vita dentro e fuori
diversa ma uguale,
dentro la miseria della comunicazione
e degli affetti,
fuori la miseria della disperazione
e della vita a pezzi.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
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