mercoledì 22 maggio 2019

NATALIE GINZBURG - LESSICO FAMIGLIARE

Dalla pagina FB "Rileggendo".

Io penso che spesso venga a mente il pensiero di Giambattista Vico, riscoperto poi da Benedetto Croce che asserisce in un sunto di poche parole una realtà purtroppo, e in certi versi forse per fortuna, che la storia ha i suoi corsi e ricorsi. E mai come in questo periodo viene sottolineato questo pensiero, senza dare attiubuzioni politiche o di parte, soltanto una mera constatazione. E proprio per questo mio “assurdo” pensare ho avuto alla mente un libro che riletto oggi penso che dia proprio quella risposta al suddetto pensiero filosofico “dei corsi e ricorsi storici”
Nel lontano 1963 fu edito un libro da Einaudi, che poi in quell'anno raggiunse l'ambito premio Strega, LESSICO FAMIGLIARE di Natalia Ginzburg.
Dal titolo si può ben capire di cosa tratta, è uno scorcio autobiografico del trascorso suo familiare dagli anni 30 a quelli 50, dove si avvicendano figure e personaggi, che spesso non hanno un senso gerarchico ma vivono attraverso i gesti e le parole, espressamente sottineate le parole (il linguaggio, il lessico) della sua famigli,Levi, soprattutto la madre e i fratelli.
E' un insieme di ricordi infantili, un susseguirsi di vicende familiare ma soprattutto una ricerca interiore di ricostruire, talvolta diverso nel ricordo, quell'ambito familiare disperso a causa della guerra. Da considerare che l'autrice aveva cinque fratelli e tutti abitavano l'uno con l'altro distanti.
Ecco allora che appaiono importanti alcune frasi, alcune parole che venivano sottolineate nei loro incontri, nei loro giochi infantili, ricordi di parole che la madre le ha insegnato, perchè lei non ha mai frequentato la scuola.
Una famiglia movimentata quella del professor Levi (docente di anatomia comparata) dove si succedevano figure più o meno importanti, come Vittorio Foa, Filippo Turati, Cesare Pavese, Felice Balbo e pure Eugenio Montale compagno della zia Drusilla.
Natalia annota ogni parola, ogni frase pronunciata, ma anche le liti dei fratelli, gli amori della sorella Paola, le stenuanti e obbligate gite in montagna precedute da faticosi e leziosi preparativi e da ferrei divieti imposti ai figli.
Naturalmente il tutto legato a quelle vicende storiche che hanno influenzato il periodo, partendo dala seconda guerra mondiale, dal fascismo che è poi l'artefice dell'uccisione del marito della scrittrice perchè legato ad attività politica antifascista (Leone Ginzburg), la persecuzione degli ebrei,fino persino ad arrivare al suicidio di Cesare Pavese e alle cadute illusioni della Resistenza.
Natalia, diceva che le famiglie somigliano a un vocabolario, come la sua partendo dal padre e elencando via via tutti gli altri appartenenti, sottileandone le caratteristiche sia fisiche sia morali, e riportando un sopito richiamo al tempo passato in cui determinate cose e atteggiamenti erano dati e voluti più dal cuore e dalle usanze, che dall'imposizione e dal dominio.
“…....e la politica era nascondere un cospiratore o avere per casa i giovani di Giustizia e Libertà”(N.Ginzburg)

Roberto Busembai (errebi)

Immagine web copertina del libro

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