sabato 4 maggio 2019

LA LETTERA

Alle prove di quello sceneggiato,
tutto in costume e molto antiquato,
dovevo interpretare una nobildonna
che all'improvviso legge una missiva,
era incerto ancora chi è che la scriveva
e assurdo, era pure in sospeso la mia interpretazione,
ovvero un attimo ero madre,
un altro una bella morosa.
La prima registrazione si fece io un poco imbiancata,
ero una madre premurosa
e leggevo una lettera di una mia figlia, separata,
che ritornava a me con una gravidanza molto avanzata,
nella speranza che io l'avessi sostenuta
sia moralmente, sia fisicamente ma certo
anche economicamente.
Poi al regista non piaceva e allora si tolse
un poco di grigio ai capelli,
ero sempre madre ma con meno anni,
stavola leggevo una lettera del figlio
che improvvisatosi studente a Londra
il destino volle che incontrasse una genovese
e io a casa lo avrei dovuto aspettare
per conoscerla e dargli la mia benedizione.
Saltò sulle sue il coreografo, lo sceneggiatore
e quasi non si prendono per le mani,
urlando che quella parte doveva essere di
una donna in attesa di un amore.
Ebbene mi misero tutta imbellettata,
i capelli tirati indietro, fermati con un fiocchino di seta,
un brillante all'orecchio
e una mossa quasi da "donzella" innamorata,
leggevo di un mio grande amore
che mi scriveva parole immense e piene
di un grande sentimento,
io leggevo tra il sorriso e il pianto
e dovevo pure fingere d'essere felice
che presto lo avrei abbracciato al suo ritorno.
Beh sapete come è andata a finire
che quella parte non l'ho fatta per niente
e della lettera non so dove sia finita,
ma vi assicuro che sopra non c'era scritto niente,
era tutta una fantasia, del regista
e pure un poco mia.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Pietro Antonio Rotari (1707-1762) A Young Woman Reading a Love Letter (detail)

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