mercoledì 1 maggio 2019

JEAN FOUQUET - MADONNA DEL LATTE

Non si può non rimanere indifferenti e non si può certo non avere un attimo di choc, un disorientamento se non altro, nell'ammirare questa singolare e pungente opera d'arte.
La “Madonna del latte” di Jean Fouquet esula completamente dall'iconografia di base nel rappresentare la Madonna, tutto il pudico e dolce affetto, l'usuale atteggiamento materno e devoto che si è soliti vedere e pensare, quando si parla di questo particolare personaggio mistico, in questa rappresentazione svanisce completamente, lasciando di stucco e anche con un attimo di ritegno, ma se diamo spazio alla visione notiamo che poi in effetti è una rappresentazione curata e ben distinta, dove non si apporta nessun sacrilegio e non si vuole affatto deteriorare il simbolo del materno e del sacro.
Il dipinto è databile intorno alla metà del 1400 e faceva parte di un dittico, il “Dittico di Melun,” ormai distrutto e fu commissionato al Foquet da parte di Etienne Chevalier, in effetti il dittico era composto da due ben definiti scomparti, nel primo a sinistra era rappresentato proprio il committente presentato da Santo Stefano e lo scomparto destro dalla Madonna del latte in trono con il Bambino.
Voci magligne ( e poi non si sa poi se fossero poi tanto maligne) vollero attribuire la somiglianza della madonna alla favorita del re di Francia Carlo VII, Agnes Sorel.
Correva voce infatti che Agnes Sorel fosse una donna bellissima, molto elegante e altresì intelligente, che amava vestirsi con pregiate stoffe e adornarsi con i più svariati e preziosi gioielli,e non contenta di ciò tendesse spesso a scoprirsi sia le spalle che il petto.
L'amore con il re però fu di breve durata, perchè Agnes morì giovane in seguito ad un aborto.
Ecco perciò il dittico, commissionato dal tesoriere del re, che potrebbe perciò essere identificabile come omaggio alla signora dal bel seno.
Dietro il trono spiccano audaci cherubini di colore rosso, è una controversia, infatti il colore rosso era riservato ai serafini in quanto simboli d'intelligenza divina , mentre per i cherubini l'identificazione era con il colore blu. Ma comunque questa differenza cromatica non fu la sola in assoluta, un'altra Madonna accerchiata da questi cherubini rossi apparirà più tardi in un dipinto di Giovanni Bellini, che comunque manterrà l'iconografia di Maria tradizionale.
Al di là di tutto comunque questa bellissima opera lascia comunque aperta una certa ambiguità, un soggetto sospeso tra il sacro e il crudele. Tutto questo è dovuto anche dal metodo di pittura, senza sfumature, colori netti che delineano forme tornite e sode su campi piatti.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

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