martedì 1 novembre 2016

ANCORA UN ALTRO GIORNO

Ancora un altro giorno, ancora la stessa storia,
rode come un topo e non ha più memoria,
il dolore dentro che ormai non ha cura,
lo devi sopportare, ti si è attaccato al cuore,
ma quanto quanto male arrivare fino a dove.
Ancora un altro giorno, ancora lo stesso volto,
e non soltanto quello, si potrebbe anche accettare,
ma lo specchio non perdona, lui meschino e ingordo,
ti offre di riflesso la verità in persona,
e vedi quanto diverso è il tuo corpo ora,
e sai quanto devi patire per renderlo decente,
almeno in apparenza non certo nel presente.
Ancora un altro giorno, ancora le stesse cose,
colazione e risa vuote, sorrisi da strappare,
buongiorno sulla vita che ti mangia come sale,
forse un lavoro decente ma non vale
a far di te un uomo che ormai non conta niente,
la deriva è pronta non essere invadente,
e poi si pranza e cena, si scherza e tanto si pena,
le gioie sono quelle, poche e misurate,
ne senti anche le colpe per averle giocate,
persino hai la gran paura dello stare bene,
se bene si intende un attimo di luce.
Ancora un altro giorno, ancora con le bende
davanti a gli occhi chiusi per non veder realtà,
forse per sfuggire dalle improbabilità,
solo per avere il coraggio dentro di veder diverso,
pensare felicemente e gioire pure,
solo per il bene che porti dentro e tanto
per una persona che stimo e mi sta accanto.
Ancora un altro giorno, prima che ritorni notte.
Roberto Busembai (errebi)

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