
La moglie supplicava e si contorceva dal dolore, ma lui non l'ascoltava tanto era furioso nel doverlo fare, infatti pare che un oracolo,un indovino, gli aveva predetto che un giorno un suo figlio avrebbe comandato su tutto il mondo e lui sarebbe stato spodestato in eterno.
Alla nascita del terzo figlio, che si chiamava Giove, Rea prese le precauzioni per salvarlo dal padre e con un macigno ovale avvolto tra le fasce fece credere a Saturno che quello fosse il figlio nato, e lui senza nemmeno degnarsi di guardarlo lo ingoiò come un niente e poi si addormentò.
Rea scese dall'Olimpo con il bambino in braccio, era notte fonda e approfittando della mancanza di luce arrivò fino a valle sull'isola di Creta, appena giunta, assetata e con la voglia di lavare quel piccolo bambino appena nato, cercò dell'acqua, ma la terra di allora era arida e secca e difficilmente pioveva. Disperata si inginocchiò e pregò gli Dei perchè avessero pietà del suo bambino e così facendo con uno scettro picchiò su una roccia che subito si frantumò e sgorgò acqua pura e limpida.
Una volta lavato Giove e dissetata, arrivò in una grotta poco lontana, dove sapeva che vi vivevano le Ninfe, ancelle pure e gentili, a cui affidò il piccolo bambino e di cui era certa che sarebbe cresciuto sano e felice.
Poi per paura che Saturno la cercasse, si incamminò di nuovo verso l'Olimpo ma era felice perchè aveva salvato suo figlio, il futuro Re di tutto il mondo.
ERREBI da una antica fiaba mitologica
Immagine web: Rubens - Saturno che divora i suoi figli
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