Dalla pagina FB: CIAK SI GIRA
Telefono casa.....
...e basterebbe questo appello a far rientrare nei nostri ricordi il “brutto ma buono” alieno che supplica aiuto e il pubblico tutto che lo guarda commosso....Avrete certo capito il film che io oggi voglio menzionare, era il lontano 11 Giugno del 1982 e nelle sale si proiettava per la prima volta una “favola” ultraterrestre, una storia impossibile ma fattibile, insomma un'eroe diverso che aveva bisogno di aiuto e che lo ottiene dalle persone più insignificanti e piccole di questo pianeta, i bambini. Eppure questa pellicola era stata rifiutata dalla Columbia Pictures perchè la definì “ un classico strappalacrime adatto per la Disney”, fortunatamente il tenace Spielberg non si lasciò intimorire e trovò (fortunatamente) il consenso dalla Universal Pictures. Il titolo semplicemente “ E.T.” a significare extraterrestre ha un che di magico e di assoluto fascino, finalmente si parla ( dopo il suo film “Incontri ravvicinati del terzo tipo”) di estraterrestri non più conquistatori di mondi e alieni brutti e violenti, sadici e disfattori, ma di un piccolo essere abbandonato per un incidente su un pianeta lontano, la terra . E' un film che parla di integrazione, di soccorso, di quell'essere “diverso” che cerca aiuto, di liberarsi dalle dicerie e dalle false congetture, questo è un alieno e non sempre alieno significa nemico, ma soltanto il cuore innocente e vero di un bambino può capire il valore immenso di un “simile” che chiede aiuto. E saranno proprio i bambni a rivoluzionare tutto lo status sociale e rigoroso del sistema, supportando in tutto e arrivando al lieto fine per questo piccolo “diverso” essere “umano”. La scena finale in cui Elliot rilascia ET finalmente ai suoi simili, è esclusivamente “vera” infatti l'interprete bambino Henry Thomas, si commosse realmente in quanto pensò al suo cane morto circa tre anni prima. Un piccolo segreto, l'idea di questo film a Spielbeg è dovuta alla sua infanzia, in quanto lui a 14 anni , trovatosi “vuoto” dal divorzio dei genitori, lo riempiva parlando (con un amico immaginario) che altri non era che un alieno. Un film assoltuamente per tutti ma a quei tutti, soprattutto i grandi, proporrei di guardarlo in silenzio, da soli, avendo cura di non farsi prendere troppo dalle scene ma ponderare soprattutto sulla storia.
Telefono casa......
...e basterebbe questo appello a far rientrare nei nostri ricordi il “brutto ma buono” alieno che supplica aiuto e il pubblico tutto che lo guarda commosso....Avrete certo capito il film che io oggi voglio menzionare, era il lontano 11 Giugno del 1982 e nelle sale si proiettava per la prima volta una “favola” ultraterrestre, una storia impossibile ma fattibile, insomma un'eroe diverso che aveva bisogno di aiuto e che lo ottiene dalle persone più insignificanti e piccole di questo pianeta, i bambini. Eppure questa pellicola era stata rifiutata dalla Columbia Pictures perchè la definì “ un classico strappalacrime adatto per la Disney”, fortunatamente il tenace Spielberg non si lasciò intimorire e trovò (fortunatamente) il consenso dalla Universal Pictures. Il titolo semplicemente “ E.T.” a significare extraterrestre ha un che di magico e di assoluto fascino, finalmente si parla ( dopo il suo film “Incontri ravvicinati del terzo tipo”) di estraterrestri non più conquistatori di mondi e alieni brutti e violenti, sadici e disfattori, ma di un piccolo essere abbandonato per un incidente su un pianeta lontano, la terra . E' un film che parla di integrazione, di soccorso, di quell'essere “diverso” che cerca aiuto, di liberarsi dalle dicerie e dalle false congetture, questo è un alieno e non sempre alieno significa nemico, ma soltanto il cuore innocente e vero di un bambino può capire il valore immenso di un “simile” che chiede aiuto. E saranno proprio i bambni a rivoluzionare tutto lo status sociale e rigoroso del sistema, supportando in tutto e arrivando al lieto fine per questo piccolo “diverso” essere “umano”. La scena finale in cui Elliot rilascia ET finalmente ai suoi simili, è esclusivamente “vera” infatti l'interprete bambino Henry Thomas, si commosse realmente in quanto pensò al suo cane morto circa tre anni prima. Un piccolo segreto, l'idea di questo film a Spielbeg è dovuta alla sua infanzia, in quanto lui a 14 anni , trovatosi “vuoto” dal divorzio dei genitori, lo riempiva parlando (con un amico immaginario) che altri non era che un alieno. Un film assoltuamente per tutti ma a quei tutti, soprattutto i grandi, proporrei di guardarlo in silenzio, da soli, avendo cura di non farsi prendere troppo dalle scene ma ponderare soprattutto sulla storia.
Telefono casa......
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
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