E si giocava sui selciati,
su terre smosse e su finti marciapiedi
detti così perchè solo un poco rialzati
da un misto di catrame e sassi,
e si giocava nelle aie stese
come quei grani stesi al sole ad asciugare,
noi si asciugava l'esile corpo che ci adornava,
dato dalla misera fame che era
l'unica cosa che abbondava.
E si giocava ma non si aveva
menti distorte o lontane dal reale,
si viaggiava certo con la mente
ma avevamo sempre i piedi sulla terra,
la stessa che ci donava il pane
e ne eravamo subito coscienti.
E si giocava anche la vita,
ignari del domani, ma al contempo
forse più sicuri di un futuro,
lo stesso che ora non non mi è,
e nel tentennare di nuovo
come allora, nel movimento,
diverso incespicare per età e condizionamento,
mi sento più insicuro e incerto
quasi che si giocasse di nuovo,
un gioco che non conosco il nome
e neppure il modo.
E si giocava con il sapore dell'innocenza,
ora si gioca con la morte
e con la morte si vive incoscIentemente.
su terre smosse e su finti marciapiedi
detti così perchè solo un poco rialzati
da un misto di catrame e sassi,
e si giocava nelle aie stese
come quei grani stesi al sole ad asciugare,
noi si asciugava l'esile corpo che ci adornava,
dato dalla misera fame che era
l'unica cosa che abbondava.
E si giocava ma non si aveva
menti distorte o lontane dal reale,
si viaggiava certo con la mente
ma avevamo sempre i piedi sulla terra,
la stessa che ci donava il pane
e ne eravamo subito coscienti.
E si giocava anche la vita,
ignari del domani, ma al contempo
forse più sicuri di un futuro,
lo stesso che ora non non mi è,
e nel tentennare di nuovo
come allora, nel movimento,
diverso incespicare per età e condizionamento,
mi sento più insicuro e incerto
quasi che si giocasse di nuovo,
un gioco che non conosco il nome
e neppure il modo.
E si giocava con il sapore dell'innocenza,
ora si gioca con la morte
e con la morte si vive incoscIentemente.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Thomas Hoepker - Child Playing, Naples, Italy, 1956
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