C'erano una volta, in un paese molto lontano, ma così tanto lontano che non mi ricordo neppure dove si trovava e come si chiamava, ma quello che ricordo è che c'erano in questo paese tanti, ma dico tanti, animali soli e abbandonati, era un po' il rifugio per quelle piccole bestiole che improvvisamente si erano ritrovate sole, forse perchè il loro precedente padrone era morto o forse, ancora peggio, perchè i loro padroni precedenti erano delle brutte persone che non volevano avere improvvisamene animali da guardare, curare e soprattutto amare.
In questo paese che era disabitato ormai da tanti anni, loro si davano daffare ad andare avanti e non c'erano distinzioni alcune, i gatti miagolavano tranquilli con i topi e questi squittivano volentieri alle orecchie dei loro acerrimi nemici,
In questo paese che era disabitato ormai da tanti anni, loro si davano daffare ad andare avanti e non c'erano distinzioni alcune, i gatti miagolavano tranquilli con i topi e questi squittivano volentieri alle orecchie dei loro acerrimi nemici,
Tutto andava per la meglio quando era primavera e poi estate, potevano trovare da mangiare cacciando tra i campi verdi e prosperosi, trovare insetti, volatili e altre cose di cui potersi sfamare, poi con il tempo sempre bello si potevano trovare in una piazza, in un cortile o in mezzo ad un campo o al bordo del fresco fiume per giocare, ballare e scherzare insieme, ma presto sarebbe arrivato anche l'autunno per non parlare poi dell'inverno. Infatti in questi mesi, soprattutto quello del grande freddo, non avevano da trovare cibo e spesso si vedevano animaletti disperati e alcuni che se ne andavano distrutti nella speranza di poter trovare in un altro posto, un caldo riposo e un giusto cibo per sfamare, ma questi non sono mai più tornati a dire che si erano trovati bene.
Un anno fece davvero tanto freddo, da gelare in pieno giorno l'acqua del fiume, tutto era diventato bianco dalla folta neve che era caduta improvvisamente e anticipatamente dalle altre stagioni, ancora era autunno e già vigeva l'inverno, tutti gli animaletti erano davvero disperati, sarebbe stata di certo una moria totale, se non avessero inventato o trovato qualche espediente per poter cambiare. Ma che potevano fare i gatti, topi e cani, mucche, galline e conigli insieme, il cibo che la natura gli poteva dare era tutto seccato e gelato, nessuno sapeva accendere un fuoco per scaldare o sciogliere quel gelo, e si moriva davvero e di fame.
Un cane, Baldo, uno dei più vecchi che c'erano nel paese, lui che veniva dalla città lontana e aveva sulle spalle e nella mente una grande esperienza di vita vissuta bene ma anche male, fece una proposta che gli era stata suggerita proprio dalla mente e dal ricordo. Quando era giovane viveva in una povera famiglia composta dal padre madre e due bambini, nonostante i loro disagi nel poter scorrere la vita, a lui non mancava mai di mangiare, anzi spesso erano proprio i bambini che si privavano di qualche pezzetto di carne o pane inzuppato per darlo a lui. Erano poverissimi e spesso c'era pure poca legna per poter ardere e scaldare, la cena era composta di pane scuro inzuppato nell'acqua e miracolosamente qualche cavolo nero che era scampato dal gelo che aveva invaso l'orto familiare. Ma nonostante tutto erano felici e spesso nominavano una persona che presto sarebbe arrivata e che li avrebbe fatti vivere meglio e anzi una sera i due bambini si misero seduti al tavolino, una penna in mano e un foglio bianco e iniziarono a scrivere sotto l'umile controllo dei genitori:
" Caro Babbo Natale,
noi siamo due bambini poveri ma da te vorremmo chiederti soltanto, non giochi perchè sappiamo come divertirci anche senza, non dolciumi perchè possiamo farne anche senza, ma se possibile portarci un poco di pane bianco che non lo conosciamo ma sappiamo davvero buono e farci avere anche un poco di sugo quello rosso con la carne perchè possiamo anche noi dire che è Natale. Grazie babbino. Paolino e Giannino."
Poi quella lettera fu imbucata come tante altre e loro per tanti giorni e giorni attesero parlandone come un grande evento.
" Ora devo dirvi" continuò a parlare Baldo agli animali accorsi intorno " io quel Babbo Natale non l'ho mai visto e non so neppure chi sia e come sia fatto, ma vi assicuro che una mattina, sopra il tavolo della cucina, c'era un grosso pane bianco, una pentola che fumava e emanava un profumo di sugo che a pensarci ora mi viene da svenire e una lettera per i genitori in cui, seppi, c'era un indirizzo per rivolgersi di trovare da lavorare"
Ci fu un boato di sorpresa tra tutti gli animali, i cani abbaiarono per la felicità, i gatti cominciarono a far le fusa e a strusciarsi vicini alle zampe delle mucche, i topolini correvano tra un animale e un altro, le galline cantavano a più non posso e tante altre manifestazioni di gioia, finchè il cane disse di nuovo:
" Perchè non proviamo anche noi a scrivere a questo Babbo Natale?"
Si fece avanti un giovane gatto, quello che era additato come il più intelligente di tutti loro messi insieme e disse:
"Parli davvero bene maestro cane Baldo, ma forse noi animali sappiamo scrivere? Sarebbe bello quello che hai proposto ma come potremmo realizzarlo?"
Un piccolo topino si fece avanti spavaldo e urlando perchè tutti lo potessero sentire disse:
" Io la soluzione la conosco, prendiamo un grosso foglio bianco e sopra lasciamo le nostre impronte, ognuno con la sua zampa, così sono sicuro che quel Babbo Natale capisce da chi la lettera è inviata"
Fu acclamata davvero quella genialità e dopo alcuni giorni si ebbe a fare come era stato detto, ognuno sporcava una zampa in una pozzanghera di acqua che a malapena si era scongelata, e con la fanghiglia che si era formata, la zampa lasciava nel grande foglio un perfetto disegno dell'animale, si videro orme di cane, gatto , topo, gallina e tante altre.
L'indomani la lettera era "scritta" non restava che inviarla ma rimanevano ancora due grosse problematiche.
"E l'indirizzo ?" disse la gallina
Silenzio assoluto misto a disperazione, già si sentivano alcuni che si lamentavano per avere aderito, quando si sentì la voce di un'anatra che disse starnazzando:
" Cogliamo nel bosco un ramo di agrifoglio con le palline rosse che ha di frutto e il ramo lo infilziamo nella busta, quello è il simbolo del Natale, almeno nella fattoria dove abitavo un tempo, vedrete che capiranno a chi la lettera deve andare"
Non si aspettò nemmeno l'approvazione generale che subito qualcuno aveva colto quel rametto con ben tre palline rosse, venne infilzato nella busta e .......
"E adesso è da impostare.....chi si offre volontario?"
Un cane, un gatto e un topo partirono e arrivati alla buca delle lettere che per loro risultava troppo alta, trovarono la soluzione, il cane si fece salire sulla groppa il gatto in piedi che sulla testa aveva il topo con la lettera tra le zampine, e fu proprio lui ad imbucare. Quando c'è condivisione, amicizia e amore si può fare di tutto senza pensare ad alcuna distinzione, perchè se il cane avesse pensato per se proprio non avrebbe mai scritto la lettera a Babbo Natale, se non ci fosse stato il gatto ad avere la geniale idea, niente sarebbe stato fatto e se non ci fosse stato il topo a trovare la soluzione all'indirizzo la lettera non sarebbe neppure arrivata.
Pare che in quel paese d'allora in poi, fossero ritornate le persone ad abitare e che gli animali vivessero in piena allegria, insieme e con il ricordo della loro unità che anche gli uomini, loro padroni, iniziarono ad invidiare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web by Petra Brown
Nessun commento:
Posta un commento