E' un'immagine che spande gioia solo nel primo attimo che ci coglie alla vista, e sicuramente era l'intento del Maestro nel farla apparire tanto è curata e leggera, sia nello sciogliere delle marcate tracce di uno stretto palco di teatro e sia nelle spennellate che sfumano soltanto il colore mentre lasciano netto quello che deve apparire. Il Palco, è uno dei primi lavori del maestro Auguste Renoir che dedica al teatro, e assurdo ma al tempo stesso affascinante, è un quadro che è nato a getto in uno studio, e i personaggi rappresentati altri non sono che la bellissima modella Ninì elegantemente vestita con i capelli raccolti, un filo di perle al collo, e fiori sul petto e sulla testa, mentre l'uomo, anche lui elegante come del resto esige una rappresentazione teatrale, è il fratello del pittore, Edmond. L'opera fu presentata alla prima mostra impressionista che fu realizzata a Parigi nel 1874 e che si realizzò nello studio del grande fotografo Nadar.
Renoir per dare ancor più rilievo ai due personaggi e al loro “processo” di spettatori, ha creato uno sfondo sfumato, a malapena percettibile che contrasta nettamente con le delicate tinte delle carnagioni e i bianchi e neri degli abiti, una perfezione quasi impressionante il cangiare dell'abito della signora sulla linda camicia del consorte. La scena è tipica del tempo e dell'usuale teatrale lei intenta a seguire la scena e rivolta certamente verso la rappresentazione, lui invece distratto da un binocolo a “curiosare” tra il pubblico per cercare volti noti e familiari.
E come non rimanere sospesi e in attesa che si apra il sipario guardando l'apprensione nello sguardo della donna e della sua compita signorilità, già si sentono gli applausi che richiamano gli attori o ballerini, ma lui non si scompone, il suo ruolo maschile è di rimanere il più possibile indifferente alle frivolezze dei cantori e ballerini e cedere alla compagnia d'obbligata parvenza e costume e abbandonarsi a intravvedere alcuni suoi simili, per poi chissà un giorno parlarne insieme.
Una sottigliezza, un particolare se vogliamo essere proprio pignoli fino in fondo, notate con quale fantasia pittorica Renoir ha voluto farci intendere che i due, nonostante distaccati e impegnati diversamente, sono vicendevolmente una coppia affettivamente unita, lo scollo nero del vestito della donna si fonde nella giacca dell'uomo all'altezza della sua spalla destra.
Renoir per dare ancor più rilievo ai due personaggi e al loro “processo” di spettatori, ha creato uno sfondo sfumato, a malapena percettibile che contrasta nettamente con le delicate tinte delle carnagioni e i bianchi e neri degli abiti, una perfezione quasi impressionante il cangiare dell'abito della signora sulla linda camicia del consorte. La scena è tipica del tempo e dell'usuale teatrale lei intenta a seguire la scena e rivolta certamente verso la rappresentazione, lui invece distratto da un binocolo a “curiosare” tra il pubblico per cercare volti noti e familiari.
E come non rimanere sospesi e in attesa che si apra il sipario guardando l'apprensione nello sguardo della donna e della sua compita signorilità, già si sentono gli applausi che richiamano gli attori o ballerini, ma lui non si scompone, il suo ruolo maschile è di rimanere il più possibile indifferente alle frivolezze dei cantori e ballerini e cedere alla compagnia d'obbligata parvenza e costume e abbandonarsi a intravvedere alcuni suoi simili, per poi chissà un giorno parlarne insieme.
Una sottigliezza, un particolare se vogliamo essere proprio pignoli fino in fondo, notate con quale fantasia pittorica Renoir ha voluto farci intendere che i due, nonostante distaccati e impegnati diversamente, sono vicendevolmente una coppia affettivamente unita, lo scollo nero del vestito della donna si fonde nella giacca dell'uomo all'altezza della sua spalla destra.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Auguste Renoir - Il palco
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