venerdì 16 agosto 2019

LE INDAGINI DELL'ISPETTORE NONLOSO' - FERRAGOSTO AL LAGO (Seconda parte)

Si chiamava Marta, Marta Antoni, aveva circa vent'anni, era bella come tutte le ragazze in quella giovane età, bruna di capelli e occhi neri come il carbone ma grandi e di un immane splendore, era stata la ex ragazza di Nicola, ma la cosa era durata poco e forse Paolo ci aveva provato, ma qualcosa non doveva aver funzionato perchè sul fondale di quel dolce lago, qualcuno della finale di pesca, era rimasto agganciato con l'amo a qualcosa di grosso e di impossibile da trascinare a riva. Si era allertata la protezione civile, la polizia, la scuola subacquea dei carabinieri e si era trovato quel sacco nero con avvolto dentro il corpo esanime di Marta. Era stata certamente presa per la gola e soffocata, visti gli arrossamenti e abrasioni sul collo, non c'erano segni di arma da taglio o di fuoco, il resto si sarebbe scoperto, il prima possibile, dal servizio di investigazione medica e criminologia, con l'autopsia.
E Paolo era definitivamente scomparso..
L'ispettore Nonlosò, mal volentieri, si sentì purtroppo costretto a seguire quelle indagini con il collega del posto, un certo Martini, primo per l'amicizia nei confronti del Rubini, secondo perchè il giovane Martini, gli fece una richiesta scritta, voleva che mettesse a prova la sua grande esperienza e che lo aiutasse in quanto alle prime armi.
Quella chiacchierata con Nicola, riguardo a chi fosse la ragazza con cui si era fermato a chiacchierare Paolo, non era stata fatta, perchè la notizia del ritrovamento avvenne proprio quando i due, Rubini e l'ispettore si stavano recando alla casa del guardiano. Era stato allora tutto un susseguirsi di notizie e indagini del momento, ma ora che le cose prendevano il normale iter operativo, Nonlosò arrivò da solo alla casa di Giovanni e bussò:
“ Arrivo.....” rispose una voce femminile
Un giro di chiave e la porta fu aperta, al di la una giovane donna , due occhi vivaci e esplorativi, e un sorriso a cento denti....
“ Siii....desidera?”
“ Buongiorno, sono l'ispettore Nonlosò e …..”
“ Oh mi scusi,ispettore non la conoscevo....entri, entri pure, cercava mio padre? E' andato un attimo al castello, il barone lo aveva fatto chiamare, ma si sieda è questione....”
“ Grazie, ma veramente io volevo parlare con suo fratello Nicola....se possibile..”
“ Ma certo...lo chiamo subito è rimasto ancora a letto stamani......Nicolaaaa, Nicolaaa, c'è l'ispettore...ehm...l'ispettore ...”
“ Nonlosò”
“Nonlosò e ti vuole parlare, scendi per favore”
Era una casa abbastanza grande, disposta su due piani, dove presumibilmente le camere si trovavano al piano superiore, così pensava l'ispettore nell'imbarazzante attesa con quella ragazza, in basso oltre la cucina/ingresso dove si trovava, si intravedeva una successiva che poteva essere un salone e da un'altra porta semichiusa si vedevano i primi scalini che portavano certamente alla cantina sottostante.
“Lei è la moglie di.....?” chiese Nonlosò per sdrammatizzare
“ Di Mario, quello che fa il giardiniere”.
“....di Mario...si certo e lei, mi scusi si chiama? “
Ci fu un lieve sorriso …. “Giovanna.....e...sono una figlia di ...”
“ Giovanni il custode”.
“Giusto”
“ Si impara in fretta vede...”.....e la cosa sarebbe andata avanti in questa assurda misura se Nicola non avesse infranto “l'idillio”.
“ Buongiorno ispettore, sono Nicola, mi voleva parlare?”
“Oh...si certo...si potrebbe....” è diede un'occhiata verso la sorella a intendere che voleva che rimanessero soli....
“ Potete restare qui in cucina....io intanto vado sopra a finire di rifare le camere....” e la ragazza, che aveva intuito il gesto, si era già avviata sulle scale, per scomparire poi oltre su un presunto corridoio.
“ Nicola, per ora il mio è soltanto un incontro formale che faccio con te, perciò cerca di essere il più possibile conciso e veritiero, hai saputo di Marta?”
“ Certo e me ne dispiace, ma io ero......”
“ Alt! Rispondi solo a quello che ti viene chiesto e tutto sarà più semplice....chiaro?”
“Si”
“ Te e Paolo, due sere fa siete usciti insieme?”
“ Si”
“ Siete partiti da casa tua?”
“ No, Paolo era uscito prima perchè voleva andare a vedere quelli della pesca, eravamo d'accordo di incontrarci nella piazzetta della fontana per andare a mangiare una pizza insieme”
“ A te non ti andava di vedere la gara?”
“ Si, ma dovevo aiutare mio padre a raccogliere i resti della potatura della siepe del castello, e avrei fatto sicuramente tardi”
“ E a che ora era l'incontro?”
“ Alle 21, circa, cinque più o cinque meno”
“ E a che ora vi siete ritrovati allora? Senza cinque più o meno”
“ Alle nove in punto.”
“ E come fai ad esserne così convinto?”
“ Perchè appena ho salutato Paolo hanno suonato le campane del campanile”
“ E tuo padre?”
“...Cioè?”
“ Si, tuo padre a quell'ora aveva finito di raccogliere....”
“ Ah ...si si eravamo entrati insieme in casa, e anzi l'ho raccomandato che mi desse il permesso di lavarmi per primo, perchè dovevo uscire con Paolo...ma cosa c'entra....”
“ No, niente solo per capire l'ora, è importante in questi casi, anche un minuto può essere determinante, un po' come mi hai detto tu cinque meno, cinque più” “ E dove siete andati a mangiare questa pizza?”
“ Da Mariano, quello sulla strada che porta al lago, dalle parti della vecchia miniera...”
“ Si conosco, e siete andati a piedi naturalmente”
“ Ispettore io non ho l'auto e Paolo per venire in paese difficilmente la usa, poi una camminata in queste sere estive è anche distensiva.....”
“ Assolutamente....bene e una volta raggiunto il Mariano?”
“ Siamo entrati, abbiamo ordinato, ci siamo seduti a un tavolo vicini alle finestre che si affacciano sul lago sottostante.....”
“ E Marta?”
“ Marta è venuta dopo poco di noi, ci siamo salutati e lei aveva già cenato ma si è seduta con noi per bere una birra insieme....”
“ Marta era la tua ragazza?”
“ Era stata una piccola infatuazione, non lo nego”
“ E lei ti ha snobbato?”
“ No, no non è così.....io”
“ Ti sei divertito e poi te ne sei sbarazzato?”
“ Ispettore ma per chi mi ha preso?”
“ Scusa, insomma non vi siete trovati”
“ Non ci siamo nemmeno baciati se vuole sapere!”
“Ok. Ma Paolo?”
“ Paolo mi aveva già più volte chiesto se davvero la mia storia con lei era finita, perchè avrebbe voluto provarci, le interessava, almeno così mi aveva detto, e quella sera è stata un'opportunità”
“ E te hai retto il moccolo?...”
“ Terminato di mangiare, una birra insieme e me ne sono ritornato a casa, ho lasciato campo libero al mio amico Paolo....Ora se permette vorrei andare a fare le mie cose....non ho altro da dire che non ho già detto!”
“ Ok! Va bene, ma non te la devi prendere in fondo capirai bene che in fondo a quel maledetto lago, una ragazza, una bella ragazza di cui ci avevi provato, è morta soffocata e speriamo che non abbia subito altre violenze......Grazie e buona giornata” e se ne andò lasciando Nicola ancora infastidito ma perplesso per le parole ultime dell'ispettore, ma prima che uscisse udì queste due parole :
“ Mi dispiace davvero di Marta” dette da Nicola quasi parlasse tra se.
I genitori di Marta erano persone semplici, gente di montagna, lui boscaiolo e falegname, lei si arrangiava andando a fare pulizie nelle case dei signori e ogni tanto a dare una mano a persone bisognose. Marta era l'unica figlia, da tanto aspirata e quando la soglia della loro maturità stava per bussare, ci fu questa grande sorpresa che ringiovanì i loro cuori e dette ancora speranza alla loro vita. Ora, nella stessa misura e con lo stesso impeto, la sorpresa si rivalse con il dolore e improvvisamente tutto quello che avevano sperato si era frantumato. Perchè? Perchè? Era l'attonita domanda che la madre di Marta poneva continuamente all'ispettore, che era venuto per far loro, purtroppo, alcune domande.
“ Non ci sono perchè, signora, e non posso io dargliene risposta . Ora mi dispiace ma il mio dovere è quello di trovare colui che ha fatto del male e vi ha procurato questo immenso dolore, se vogliate scusarmi ma devo farvi alcune domande riguardo vostra figlia.”
Non ci fu risposta, o almeno non con la voce, ma con gli occhi certamente
“ Conoscete voi quel Paolo Rubini?”
“ No ispettore, almeno non lo conosciamo di vista, di sentito nominare certo, è il nipote del barone”
rispose il padre della ragazza.
“ Sapevate della piccola relazione con Nicola il ragazzo.....”
“...di Giovanni. Marta ce ne aveva parlato, diceva che questo giovane si era avvicinato a lei con le buone intenzioni, ma lei non si sentiva sicura, come amico sapevamo che si intendevano dai tempi delle scuole elementari, ma ….era sempre una bambina ispettore...la nostra bambina” commossa rispose la madre.
“ A che ora era solita rientrare ?”
“ Non aveva orario, ovvero non occorreva che glielo dicessimo, lei prima di mezzanotte era sempre rientrata, se avesse ritardato, perchè magari era a casa di qualche amica o meno,ci avvertiva precedentemente ma non ha mai fatto più tardi delle una.......quella sera ci siamo preoccupati subito e in prima mattina siamo corsi alla caserma della polizia perchè temevamo.....insomma …..perchè ispettore?, perchè?” e la madre iniziò a piangere sommessamente per cui il marito
“ Ispettore per favore!” e abbracciandola la trasse verso la camera che si trovava alla destra della piccola sala dove Nonlosò rimase ancora un poco, da solo, a guardarsi intorno.
Era una casa semplice, poche stanze, raccolta in un solo piano terra, una sala arredata con gusto ma di ormai vecchia maniera, un cucinotto di cui si intravedeva lo stretto spazio, in fondo alla sala, il piccolo ingresso divideva alcuni vani, una camera e il bagno. Nonlosò cercò di guardarsi intorno per vedere di capire di più questa ragazza, avrebbe voluto vedere anche la sua camera, ma al momento credeva di far loro troppo male e si ripromise in futuro di ritornare, ma al la di alcune foto incorniciate, come quella in cui compariva ancora bambina, con il vestito bianco in tulle, una piccola sposa, nel giorno della sua prima comunione, o quella sorridente, forse di alcuni mesi fa, mentre nel mezzo, abbracciando i suoi anziani genitori, sorrideva a chi la ritraeva, a dimostrazione di quanto fosse felice della vita ma soprattutto di coloro che l'avevano messa al mondo. Stava per andarsene , quando intravide vicino a un bracciolo del divano, in terra, quasi nascosto, un anello d'argento, più precisamente una piccola fede, una di quelle che si regalano i giovani quasi a emulare un legame apparente ma …....
“ Signor Antoni, mi scusi” chiamò.
“ Si ispettore, mi dica” e apparve serio e compito accostando la porta della camera dietro di se, quasi a riparare la moglie da altre domande.
“ Questo anellino è suo o è stato di Marta?”
“ Che io sappia ...no “ e se lo fece porgere per vederlo più da vicino.....
“ Un piccolo sforzo e poi non vi disturbo più...può chiederlo a sua moglie?”
Il signor Antoni rientrò nella camera con una pesante lentezza e un'accorato bisogno di urlare e piangere, ma non poteva, c'era già chi lo faceva anche per lui, l'ispettore sentì un bisbigliare di voci tra i due, poi di nuovo il silenzio dei bassi singhiozzi e il signor Antoni appoggiato alla porta, si sporse e allungando un braccio dette l'anello a Nonlosò dicendogli:
“ Non sappiamo di chi sia!” e stavolta sbatté la porta chiudendosi dentro a chiave.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: by Fredrik Strømme

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