giovedì 8 agosto 2019

LA FORMICA E IL GATTO



Dalla mia pagina FB: "Fabulae e Fiabe"

In un'aia assolata, una di quelle grandi, limitata soltanto da vecchi muretti, dove una fila di case in ugual fattura vi si affacciano quasi a tenerla d'occhio, s'incontrarono per caso, o per destino, un gatto che del caldo si faceva inondare e una formica indaffarata e svelta.
Si guardarono alla prima, ma non si dettero importanza, solo che la formica, dispettosa e civettuola, non potendo di stare zitta e fermandosi disse al gatto:
“ Caro gatto mio, te hai poco cervello! Ma come, acchiappi un topo e avanti che che tu lo finisca, miagoli, lo liberi e lo riacchiappi, te lo passi tra le zampe come una pallina, ci salti intorno, insomma ci perdi un mucchio di tempo, che se invece tu lo finissi subito, il tempo sprecato ti servirebbe per cacciarne altri!.
Fai come me! Io,non perdo tempo! Appena trovo un chicco o una briciola che mi soddisfano, subito mi affretto a portarli nel mio granaio e riesco immediatamente a cercarne altri, e così per tutto il giorno, senza tregua.
Fidati, fai come me non sprecare inutilmente le ore a gingillarti!”
Il gatto, con la sua tipica flemma, prima guardò la formica con noncuranza, poi non potendo stare zitto e chetare quella lagna, rispose:
“ Cara mia formica, mi dispiace dovertelo dire, ma la sciocca in questo caso, sei proprio te. Ma come, io dovrei affaticarmi, come fai te, per avere moltissimo e poi? Non godere di nulla? Fossi matto!
Meglio quel poco che si ha e di quello trovarne soddisfazione e letizia e andare avanti quel tanto che basta, senza affanni, godersela la vita cara mia, non tribolarsi!

E come disse il Gozzi al finire della favola....
“Non mi pare che il gatto parlasse male: sicchè se vi pare, ingegnatevi d'imitarlo da qui in avanti, come avete finora imitata la formica.”
ERREBI da "La fiabe di Carlo Gozzi"
Immagine web: da un libro di fiabe anni '70

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