La Verità è un'umile e timida signora, che nuda abita nei fondali di un profondissimo pozzo, ma un giorno, stanca e abbattuta dall'eterna solitudine, uscì decisa dal pozzo per andare incontro alla gente.
L'idea sarebbe stata bella, ma già dai primi che la incontrarono ne fuggirono come cosa brutta, allora lei non si perse d'animo e cominciò a bussare caritatevolmente alle porte delle case, ma tante non furono aperte, tante gli furono addirittura sbattute in faccia, nessuno voleva accoglierla e averla intorno.
Alla Verità, umiliata e depressa, non rimaneva che ritornarsene alla sua vita in disparte e in piena solitudine, e così si incamminò per la campagna intenta a ritornarsene alla sua dimora, ma il destino volle che incontrasse una bellissima signora, rivestita di trine e sete leggere e colorate, veli e gioielli, alcuni falsi, pochi veri, ma tutti sfavillanti: era la Favola!
“Buon giorno”, fu il saluto cordiale della Favola, “cosa fai da sola su questa strada dismessa?”
“ Sto morendo di freddo, lo vedi?” rispose la Verità “ eppure nessuno mi vuole aiutare, non c'è un qualcuno che voglia sapere di me, appena mi avvicino, scappano tutti”.
“ E pensare che io e te siamo anche parenti...parenti strette, e io , invece, dove vado, sono assai bene accolta. Però posso capire” aggiunse la Favola “ te hai un grosso torto: ti presenti nuda e troppo poco vestita...No, no!....Sai ho un'idea, facciamo così....riparati sotto il mio mantello e andiamocene insieme come buone sorelle. Sono certa che sarà conveniente per tutte e due, vedrai, i savi mi accoglieranno in grazia della Verità che nascondo e i pazzi ti faranno festa perchè sarai frusciante delle mie sete e luccicante dei miei gioielli!”
L'idea sarebbe stata bella, ma già dai primi che la incontrarono ne fuggirono come cosa brutta, allora lei non si perse d'animo e cominciò a bussare caritatevolmente alle porte delle case, ma tante non furono aperte, tante gli furono addirittura sbattute in faccia, nessuno voleva accoglierla e averla intorno.
Alla Verità, umiliata e depressa, non rimaneva che ritornarsene alla sua vita in disparte e in piena solitudine, e così si incamminò per la campagna intenta a ritornarsene alla sua dimora, ma il destino volle che incontrasse una bellissima signora, rivestita di trine e sete leggere e colorate, veli e gioielli, alcuni falsi, pochi veri, ma tutti sfavillanti: era la Favola!
“Buon giorno”, fu il saluto cordiale della Favola, “cosa fai da sola su questa strada dismessa?”
“ Sto morendo di freddo, lo vedi?” rispose la Verità “ eppure nessuno mi vuole aiutare, non c'è un qualcuno che voglia sapere di me, appena mi avvicino, scappano tutti”.
“ E pensare che io e te siamo anche parenti...parenti strette, e io , invece, dove vado, sono assai bene accolta. Però posso capire” aggiunse la Favola “ te hai un grosso torto: ti presenti nuda e troppo poco vestita...No, no!....Sai ho un'idea, facciamo così....riparati sotto il mio mantello e andiamocene insieme come buone sorelle. Sono certa che sarà conveniente per tutte e due, vedrai, i savi mi accoglieranno in grazia della Verità che nascondo e i pazzi ti faranno festa perchè sarai frusciante delle mie sete e luccicante dei miei gioielli!”
Spesso la Verità è troppo cruda (nuda) che soltanto nella Favola trova l'abito per potersi presentare e a noi non resta che ascoltare, in fondo la funzione della Favola non è altro che arrivare a chi la verità non vuole ascoltare e far si che possa cambiare il suo modo di “guardare”.
Mio riadattamento da una favola di Jean Pierrre Claris de Florian
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Illustrazione by Kuri Huang
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