Nello storico dell'Italia non esistono vere e grandi fiabe, noi disponiamo piuttosto di favole locali, spesso basate su leggende, in ogni più piccolo paese della nostra bella Penisola si sono tramandata quelle novelle per grandi e piccini basate su fonti storiche, di cultura contadina, di avventure medievali ecc. Però abbiamo anche uno scrittore napoletano che ci ha lasciato uno dei più improtanti e antichi libri sulle favole da far invidia a tutto il mondo e da cui tutto il mondo ha attinto spesso e volentieri.Il Cunto de li Cunti o Pentameronedi Basile. Una vera miniera di fiabe scritte in dialetto napoletano ma come lo definì Benedetto Croce, un vero Boccaccio Napoletano. La sua opera è davvero una delle più antiche e importanti del nostro patrimonio e da lui effettivamene hanno attinto e trovato spunto i più grandi scrittori in materia compresi i fratelli Grimm.
Basile era un cortigiano napoletano e curava come amministratore vaste proprietà e terre feudali, e ebbe a pensare essendo abile nella scrittura come anche comunque nella spada, che se avesse scritto storie divertenti i giovani avrebbe appreso meglio il sapore della vita che invece dei soliti seri e noiosi consigli, ed ecco come nacquero le oltre cinquanta fiabe con un sicuro ingrediente basato sull'umorismo.
Come icona di tutte le sue opere, prendo in esame Semplicino, una tipica fiaba di carattere puramente napoletano.
Semplicino è un ragazzo, un puro “guaglione” che è abituato a cavarsela da solo, a fare le cose da se, un ragazzo che pare un buono a nulla, sfaticato ma che risolverà il problema economico di tutta la famiglia incontrando un Orco dal quale riuscirà a cavarne immensi e ricchi doni.
Ho postato questa immagine da un libro di antica data, uno di quei libri di fiabe che insieme al racconto si apponevano delle vere e proprie tavole disegnate e colorate con la descrizione di alcuni momenti importani dello scritto stesso. E' un vecchio libro che ho ritrovato dedito interamente alle fiabe di Basile. Ve ne ho voluto condividere il fascino, perchè tale mi ha procurato al di la del valore affettivo personale. L'immagine è proprio tratta dalla fiaba “Semplicino” di quando incontra l'Orco.
Basile era un cortigiano napoletano e curava come amministratore vaste proprietà e terre feudali, e ebbe a pensare essendo abile nella scrittura come anche comunque nella spada, che se avesse scritto storie divertenti i giovani avrebbe appreso meglio il sapore della vita che invece dei soliti seri e noiosi consigli, ed ecco come nacquero le oltre cinquanta fiabe con un sicuro ingrediente basato sull'umorismo.
Come icona di tutte le sue opere, prendo in esame Semplicino, una tipica fiaba di carattere puramente napoletano.
Semplicino è un ragazzo, un puro “guaglione” che è abituato a cavarsela da solo, a fare le cose da se, un ragazzo che pare un buono a nulla, sfaticato ma che risolverà il problema economico di tutta la famiglia incontrando un Orco dal quale riuscirà a cavarne immensi e ricchi doni.
Ho postato questa immagine da un libro di antica data, uno di quei libri di fiabe che insieme al racconto si apponevano delle vere e proprie tavole disegnate e colorate con la descrizione di alcuni momenti importani dello scritto stesso. E' un vecchio libro che ho ritrovato dedito interamente alle fiabe di Basile. Ve ne ho voluto condividere il fascino, perchè tale mi ha procurato al di la del valore affettivo personale. L'immagine è proprio tratta dalla fiaba “Semplicino” di quando incontra l'Orco.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine di Gigliola Nidasio da "Fiabe italiane di Basile"
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