Si andava al mare, come se fosse l'unica meta per una vacanza, e la vacanza a volte era un giorno, solo da mattina a sera, e ti pareva un secolo tanto era piena e movimentata, quella vacanza al mare anni 60/70. E certo ora non sto a recriminare, a dire era più bello o addirittura si stava meglio, perchè è assurdo fare dei confronti, i tempi di allora erano alquanto diversi da ora, innanzitutto e direi assai importante, eravamo (parlo in causa) giovani e la giovinezza non fa conoscere i problemi e le ansie, ma sa trasformare un pane in un bel dolce, un bacio in un infinito amore, e poi eravamo alle prime armi, tutto era nuovo e tutto era diverso, la televisione, le auto, persino la cucina componibile e la lavatrice, a nominarle ora queste cose, paiono così tanto antiquate che sono addirittura sorpassate.
E si andava al mare, come se partissimo per sempre, auto ricolme di cose e persone, cibi a sfare e vettovaglie, giochi e pure canzoni, si, intese come dischi da mettere in spiaggia dentro a un nuovo “coso”, un mangiadischi arancione o rosso che ti rigava il disco ma ti faceva sognare.
E c'era, quella forse un poco più di oggi, comunicazione, si trovava lo spazio, minimo, sull'affollata spiaggia, di mettersi in gruppi a parlare, dei sogni, delle nostre mere, dei nostri nuovi amori o dei campioni di calcio se eravamo ragazzi, al pari le ragazze parlavano degli attori ma quelli dei fotoromanzi, e forse c'era anche più rispetto, quello che tutti sulla spiaggia eravamo belli, chi col costume e chi vestito, chi con la pancia e chi era secco, ma dentro l'acqua s'era tutti uguali, a schizzarci addosso e a incitare, chi titubava di tuffarsi dentro perchè l'acqua era fredda, pareva fredda fuori c'era, allora, uno splendido e infuocato sole.
Si andava al mare come ci andiamo adesso, ma era tutto diverso pure la stagione, e allora è inutile dire e pensare a quel tempo sospirando, oggi i soliti giovani, che noi eravamo, godono il loro tempo diverso e comunque tra cinquant'anni magari diranno come noi uguale: “erano belli quei giorni,là, al mare”.
E si andava al mare, come se partissimo per sempre, auto ricolme di cose e persone, cibi a sfare e vettovaglie, giochi e pure canzoni, si, intese come dischi da mettere in spiaggia dentro a un nuovo “coso”, un mangiadischi arancione o rosso che ti rigava il disco ma ti faceva sognare.
E c'era, quella forse un poco più di oggi, comunicazione, si trovava lo spazio, minimo, sull'affollata spiaggia, di mettersi in gruppi a parlare, dei sogni, delle nostre mere, dei nostri nuovi amori o dei campioni di calcio se eravamo ragazzi, al pari le ragazze parlavano degli attori ma quelli dei fotoromanzi, e forse c'era anche più rispetto, quello che tutti sulla spiaggia eravamo belli, chi col costume e chi vestito, chi con la pancia e chi era secco, ma dentro l'acqua s'era tutti uguali, a schizzarci addosso e a incitare, chi titubava di tuffarsi dentro perchè l'acqua era fredda, pareva fredda fuori c'era, allora, uno splendido e infuocato sole.
Si andava al mare come ci andiamo adesso, ma era tutto diverso pure la stagione, e allora è inutile dire e pensare a quel tempo sospirando, oggi i soliti giovani, che noi eravamo, godono il loro tempo diverso e comunque tra cinquant'anni magari diranno come noi uguale: “erano belli quei giorni,là, al mare”.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
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