mercoledì 19 giugno 2019

CONSIDERAZIONI SUL "LEGGERE"

C'è uno stereotipo (errato) eterno che caratterizza la figura di colui che legge, e cioè inteso come un rachitico uomo che ha abbandonato il suo vivere quotidiano dedicandosi alla noiosa e insulsa materia della letterura e con la quale poi non ha realizzato niente, perchè (e continua ancora la descrizione) niente poteva realizzare con il suo sapere e conoscere soltanto di fogli e di scritture, d'inchiostro e di figure.
Lo so che inorridite a leggere queste cose e già vedo alzare tra alcuni di voi spade affilate e minacce gridando all'untore, che non è vero ciò che dico, che invece oggi colui che legge è quella persona intellettualmente intelligente e acuta, ecc. ecc. , ma signori miei non ho detto quello che io penso, ma soltanto ho espresso in parole quello che la nostra società odierna crede e vuol far credere ( per interesse proprio) di come sia inetto e insulso e addirittura insignificante colui che legge.
Questa premessa era per far capire, invece, quanta importanza ha la lettura in generale, non importa che si leggano classici dell'ottocento o romanzi d'appendice o saggi filosofici o storici, l'essenziale è leggere, continuamente,instancabilmente, sempre!
Siamo in un mondo ormai dove tutto scorre veloce e tutto è marginale, si scrive e si legge su dispositivi tecnologici e subito si cancella quello scritto e pure quello letto, perchè non assorbiamo più, non abbiamo il tempo e nemmeno siamo più abituati a farlo; siamo in un epoca dove persino le amicizie, le conoscenze, le contrattazioni, gli acquisti, le vendite, sono esclusivamente virtuali e come tali noi li riconosciamo, oggi posso interferire amichevolmene con una persona e domani cancellarla così come un niente dal mio social preferito, oggi posso acquistare un oggetto e farmelo recapitare a casa e magari domani che l'ho visto dal “vivo” non mi interessa più.
La lettura, l'applicazione del nostro umile cervello con l'acquisizione della vista, è il più semplice e il più naturale mezzo per apprendere, conoscere e sapere, per poi assorbire il tutto e archiviare nel nostro sistema del cervello per poi saperlo usare, manipolare, nella giusta maniera e nel giusto momento. Leggere fa un uomo colto, un uomo che sa districarsi nelle vicissitudini della vita, che sa come comportarsi e difendersi perchè la lettura mette le parole in bocca, ovvero insegna a esprimersi, a farsi comprendere, a sapersi far valere e far valere i propri diritti.
I giovani di oggi a parere mio, forse più di quelli di ieri, cominciano a capire e conoscere i rischi che la tecnologia ha portato e che ha deteriorato, io credo che i veri “ignoranti” siamo stati noi che ci siamo lasciati abbindolare dalla novità “sconosciuta” di questa invasione, siamo noi che forse abbiamo abusato e abbiamo voluto dimenticare, quasi fatto svanire, i metodi del passato.
E allora ritornando all'importanza della lettura, io ritengo che la gioventù di oggi non sia poi tanto “stupida” come lo siamo stati noi, anzi credo che riescano a comprendere che forse avere un cell, un pc ecc sono cose importantissime e evolutive ma di base c'è ancora e ci sarà sempre il bisogno di far usare il cervello, di stimolarlo, non virtualmente ma con un bellissimo libro tra le mani e sfogliarlo, magari insieme con ti sta a cuore, con un tuo caro amico, o con un grande amore.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine ERREBI

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