Io - Buon pomeriggio amici, oggi è venuto a trovarci su vostro desiderio il grande attore cinematografico, Gian Maria Volontè.
V (Volontè) – Buonasera e grazie di questo particolare invito.
Io – Grazie a Lei che ha accettato ben volentieri e direi anche con soddisfazione.
V – Non poteva essere diversamente, quando si parla di cinema, di cinema vero, quello vissuto sudato e creduto, non mi sono mai tirato indietro, anzi, ho sempre combattuto perchè questa specie di cultura infondesse cicatrici indelebili nell'animo umano.
Io – In poche parole ha già espresso ampiamente l'intento di queste mie interviste, e direi con ciò che siamo ben allineati almeno nel pensiero.
V – Vede, io ho cominciato a recitare nel cinema con le classiche opere commerciali, ma sinceramente non mi soddisfacevano e non rientravano nelle mie aspettative, quando i Fratelli Taviani e Orsini mi scoprirono e mi fecero lavorare in un film impegnativo e di denuncia sociale, che se non ricordo male era intitolato...Un uomo da bruciare.
Io – Ricorda benissimo, e poi comunque il successo è arrivato con Sergio Leone.
V – Ma sapesse che al tempo io non davo nessuna importanza a quella tipologia di film, il cosiddetto spaghetti western, infatti andavo dicendo che lavoravo per un filmetto e che lo facevo giusto Per un pugno di dollari, al punto tale che ero talmente truccato da essere irriconoscibile e in più nei titoli di testa non compariva il mio vero nome ma uno pseudonimo americano, John Wells.
Io – Ma ne venne un colossal.
V – In effetti, al di la del mio pensare, niente da togliere al grande Leone, assolutamente uno che ci sapeva fare, io lo prendevo come gioco e a me sembrava pure che lui giocasse, un gioco con una sua particolare dimensione, ma che si divertiva nel farlo.
Io – E poi finalmente l'incontro con Petri
V – Voglio sottolineare una cosa, perchè i giovani di oggi possano capire il mio amore e passione per questa arte, io venivo da una famiglia particolare e ho dovuto sopportare il peso di una particolare eredità di mio padre, militante fascista, accusato e processato per l'uccisione di non so quanti partigiani, da ciò improvvisamente ci siamo trovati sul lastrico e nonostante mia madre facesse il possibile per tirare avanti, ho dovuto far non so quante tipologie di lavori per contribuire e sopravvivere, ma avevo il cinema addosso e sopratutto avevo la voglia di far capire quanto un'arte simile possa aiutare, far capire e insegnare le pericolosità di una società, i problemi che esistono e le ingiustizie. Ecco perchè ho “amato” Petri, perchè lui ha saputo cogliere questo desiderio e lo ha trasformato in “poesia”.....
Io – Nascono infatti Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto poi La classe operaia va in paradiso....
V - E poi con Bellocchio, Sbatti il mostro in prima pagina.
Io - Pellicole da non dimenticare mai......ma poi ci fu la rottura totale con Petri....
V – Accadde con Todo Modo, rivisitazione di un romanzo di Leonardo Sciascia, io facevo la parte di un presidente ( che aveva tutte le sembianze sia fisiche che sociologiche di Aldo Moro), ma il film non ebbe alcun successo, l'Italia non era più quella che poteva percepire, e nelle cattive sorti spesso si arriva alle separazioni.....Due anni dopo Aldo Moro fu ucciso dalle BR.
Io – Ma lei ha avuto l'opportunità di interpretare veramente il presidente....
V – Si con Faenza ne Il caso Moro, che parla dei giorni del suo rapimento.
Io – Ritengo che la sua voce in capitolo, al di la delle magnificenze recitative, lei ha saputo darla e è riuscito anche ad avvalersi di registi con forza determinante e se vogliamo anche coraggio.
V – La ringrazio, ringrazio tutti coloro che ancora hanno dimostrato di non avermi dimenticato e la lascio con una frase che rispecchia toto il mio concetto e che è stata citata nel film-documento a me dedicato di Marotti Un attore contro “..Noi speriamo in un mondo che riesca a migliorare la qualità della vita di tutti: l'ambiente, la possibilità di conoscere, la possibilità di comunicare e di informare. E, sopratutto, la possibilità di eliminare tutto quello che è oggetto per distruggersi come le armi, le guerre, la pena capitale. Ed io credo che già quello sarebbe un grande cambiamento.”
Io – Meravigliosa persona.
V (Volontè) – Buonasera e grazie di questo particolare invito.
Io – Grazie a Lei che ha accettato ben volentieri e direi anche con soddisfazione.
V – Non poteva essere diversamente, quando si parla di cinema, di cinema vero, quello vissuto sudato e creduto, non mi sono mai tirato indietro, anzi, ho sempre combattuto perchè questa specie di cultura infondesse cicatrici indelebili nell'animo umano.
Io – In poche parole ha già espresso ampiamente l'intento di queste mie interviste, e direi con ciò che siamo ben allineati almeno nel pensiero.
V – Vede, io ho cominciato a recitare nel cinema con le classiche opere commerciali, ma sinceramente non mi soddisfacevano e non rientravano nelle mie aspettative, quando i Fratelli Taviani e Orsini mi scoprirono e mi fecero lavorare in un film impegnativo e di denuncia sociale, che se non ricordo male era intitolato...Un uomo da bruciare.
Io – Ricorda benissimo, e poi comunque il successo è arrivato con Sergio Leone.
V – Ma sapesse che al tempo io non davo nessuna importanza a quella tipologia di film, il cosiddetto spaghetti western, infatti andavo dicendo che lavoravo per un filmetto e che lo facevo giusto Per un pugno di dollari, al punto tale che ero talmente truccato da essere irriconoscibile e in più nei titoli di testa non compariva il mio vero nome ma uno pseudonimo americano, John Wells.
Io – Ma ne venne un colossal.
V – In effetti, al di la del mio pensare, niente da togliere al grande Leone, assolutamente uno che ci sapeva fare, io lo prendevo come gioco e a me sembrava pure che lui giocasse, un gioco con una sua particolare dimensione, ma che si divertiva nel farlo.
Io – E poi finalmente l'incontro con Petri
V – Voglio sottolineare una cosa, perchè i giovani di oggi possano capire il mio amore e passione per questa arte, io venivo da una famiglia particolare e ho dovuto sopportare il peso di una particolare eredità di mio padre, militante fascista, accusato e processato per l'uccisione di non so quanti partigiani, da ciò improvvisamente ci siamo trovati sul lastrico e nonostante mia madre facesse il possibile per tirare avanti, ho dovuto far non so quante tipologie di lavori per contribuire e sopravvivere, ma avevo il cinema addosso e sopratutto avevo la voglia di far capire quanto un'arte simile possa aiutare, far capire e insegnare le pericolosità di una società, i problemi che esistono e le ingiustizie. Ecco perchè ho “amato” Petri, perchè lui ha saputo cogliere questo desiderio e lo ha trasformato in “poesia”.....
Io – Nascono infatti Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto poi La classe operaia va in paradiso....
V - E poi con Bellocchio, Sbatti il mostro in prima pagina.
Io - Pellicole da non dimenticare mai......ma poi ci fu la rottura totale con Petri....
V – Accadde con Todo Modo, rivisitazione di un romanzo di Leonardo Sciascia, io facevo la parte di un presidente ( che aveva tutte le sembianze sia fisiche che sociologiche di Aldo Moro), ma il film non ebbe alcun successo, l'Italia non era più quella che poteva percepire, e nelle cattive sorti spesso si arriva alle separazioni.....Due anni dopo Aldo Moro fu ucciso dalle BR.
Io – Ma lei ha avuto l'opportunità di interpretare veramente il presidente....
V – Si con Faenza ne Il caso Moro, che parla dei giorni del suo rapimento.
Io – Ritengo che la sua voce in capitolo, al di la delle magnificenze recitative, lei ha saputo darla e è riuscito anche ad avvalersi di registi con forza determinante e se vogliamo anche coraggio.
V – La ringrazio, ringrazio tutti coloro che ancora hanno dimostrato di non avermi dimenticato e la lascio con una frase che rispecchia toto il mio concetto e che è stata citata nel film-documento a me dedicato di Marotti Un attore contro “..Noi speriamo in un mondo che riesca a migliorare la qualità della vita di tutti: l'ambiente, la possibilità di conoscere, la possibilità di comunicare e di informare. E, sopratutto, la possibilità di eliminare tutto quello che è oggetto per distruggersi come le armi, le guerre, la pena capitale. Ed io credo che già quello sarebbe un grande cambiamento.”
Io – Meravigliosa persona.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web (Gian Maria Volontè)
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