lunedì 25 giugno 2018

AVEVO MESSO IL MIO MARE

Avevo messo dentro a una conchiglia
il mio mare, racchiuso con la cura
di un mollusco a riposare,
avevo preso del sale al limite di una spiaggia
e assaporato il suo aspro sapore
sulle labbra screpolate,
poi con le mani ancora piene di rena
avevo posato una stella di mare
sulla prima onda che avrebbe
bagnato i miei piedi nudi,
per ridonarle il vivere infinito
nel suo ritornare all'antico.
Dal cielo un raggio immenso
mi aveva poi sorpreso e rapito
il cuore e avevo sperato
di ritornare ancora
sul limite di uno scoglio
spiovente nel vuoto
a rimirare l'infinito,
un sole celato da nuvole sparse
cangiavano le onde e le maree
e il mio riflettersi sulle acque,
come se uno specchio interno
si flettesse al minimo
soffio di vento,
quello che ora, come brezza,
mi attraversava la pelle e
il mio vate pensare.
Avevo messo il mio mare
dentro una conchiglia vuota,
e dentro l'ho fatto scorrere
come fosse oceano e
mi è parso invece divenuto fiume.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

Nessun commento:

Posta un commento

SULLA PARETE

I ricordi sono parte integrante del dolore, sono gli artefici dell’intensità del dolore stesso, e pur cercando di evitarli si affacciano al ...