lunedì 9 settembre 2019

PIETER BRUEGEL IL VECCHIO - LOTTA TRA CARNEVALE E QUARESIMA


Nella mia visita alla città di Vienna, non mi sono perso certo la voglia e il desiderio di visitare alcuni tra i più importanti musei che vi sono, e tra questi l'imponente Kunsthistorisches Museum, imponente come costruzione ma altrettanto per le opere d'arte che ospita. E' davvero difficile fare una scelta tra i tanti quadri che dal vivo mi hanno impressionato e offerto emozioni uniche e indimenticabili, ma ho voluto scegliere questo quadro di Pieter Bruegel il Vecchio, perchè difficilmente si ha occasione di vedere dal vivo un'arte rinascimentale dei paesi del Nord e difficilmente se ne rimane estasiati. L'opera è la lotta tra Carnevale e Quaresima.
Bisogna innanzitutto sottolineare il tema caro al maestro, ovvero la meditazione sull'umanità, specialmente quella contadina, di cui lui dipinge episodi quotidini, con una precisione dettagliata ma fuori da ogni critica o idealizzazione. Nascono perciò uomini goffi, creature semplici ma viziose, invase da superstizioni, da dicerie, da paure, esseri umani che nemmeno la fede può dare loro fiducia. Nascono allora figure con malformazioni fisiche e pure morali, quasi grottesce e caricaturiali, ma senza lo scopo di essere usate per questi motivi, ma identificati solo come simbolo di peccati e debolezze a cui l'uomo spesso cede. L'arte di Bruegel è molto legata a quella di Bosch per la fantasia e per questa proprietà di introdursi e rappresentare l'intimo umano nella sua più schietta naturalità.
Ed ecco che la tela si riempie di un'infinità di personaggi e di cose, di animali e di oggetti, che rendono viva la rappresentazione e portano l'osservazione, non tanto all'insieme ma al dettagliato, alla ricerca di quel soggetto o di quel momento, insomma un quotidiano affacciarsi alla finestra e guardare il mondo sotto di noi.
I protagonisti di questa tela sono proprio in primo piano verso il basso, Carnevale e Quaresima.
Il primo è rappresentato come un grasso uomo a cavalcioni su di un barile, da cui spunta una coscia di maiale) che viene spinto da un altro uomo vestito di giallo, il colore è simbolico dell'inganno; ha in testa una torta di carne e nella mano destra tiene uno spiedo con alcuni pezzi di carne, si presuppone molto probabilmente che si tratti di un macellaio, anche in relazione al fatto che erano proprio i macellai che potevano fornire carne per i divertimenti del carnevale.
La Quaresima invece è una donna secca, con vesti religiose, con in mano una pala con sopra due aringhe, è seduta su un carretto trainato da altri due simboli religiosi, un frate e una suora ed è circondata da umili e povere pietanze, come ciambelle, cialde ecc., in perfetta contrapposizione all'abbondanza del Carnevale circondato da pani e carne.
Tutta la tela si può considerare rivolta verso questi due personaggi, quasi a dividerla in due, dove possiamo notare che al di la del Carnevale, sono rappresentate figure che si divertono, mangiano, ridono e si burlano vicendevolmente, sullo sfondo poi notiamo un'osteria invasa dai festeggianti.
Nella parte destra, al di sopra della Quaresima, abbiamo invece un insieme di persone meste, miste a storpi e mendicanti, persone emaciate, vesti poco colorate se non addirittura nere, e sullo sfondo una chiesa, dove internamente si intravede una statua coperta da un telo, tipica usanza dei cattolici durante la Quaresima.
Bisogna notare che il quadro fu eseguito nel periodo della riforma Luterana, ma il Maestro non da affatto adito a giudizi o parti in merito, anzi ne rimane proprio distaccato, anche se un'interpetazione più approfondita potrebbe far pensare che la lotta avvenga tra due confessioni religiose, ma Bruegel non prende comunque posizione e ci offre questo spettacolo interamente.
Quando mi è apparso davanti, in una sala gremita di persone, sono entrato “realmente” nel quadro e il brusio della sala per me non erano che questi innumerevoli personaggi e sono sicuro di aver sentito la voce robusta del macellaio che gridava “ Difenditi Quaresima!” , mentre lei, con una voce sottile e gracidula chiedeva “ Abbi pietà di me”.
Roberto Busembai (errebi)
Immagini ERREBI

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