mercoledì 2 ottobre 2019

ALBERT CAMUS - LO STRANIERO

“ Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so”
Si resta impietriti e di ghiaccio, si rimane perplessi e titubanti, ci guardiamo allo specchio e cerchiamo scusanti, si prova dolore a saperci così in tanti.......Perchè questi sono gli effetti che il libro di Camus mi ha dato la prima volta che l'ho letto, ed oggi dopo anni sono ritornato a sfogliare e quanta, purtroppo, verità attuale vi ho riscontrato, tale da rimettermi davanti allo specchio e dirmi “ come Mersault siamo davvero tanti”.
Lo straniero, ovvero l'impiegato ad Algeri, Mersault, improvvisamente una mattina riceve un telegramma che annuncia la morte in ospizio di sua madre. Il protagonista non si farà mai trasportare dall'angoscia e dal sentimento, dal normale decadimento naturale dell'animo e nemmeno dalle cose che gli accadranno da ora in poi, Camus, offre uno scritto distaccato che al contempo lascia noi lettori "inguaiati" e perplessi da questa “esteriorità” sia fisica ma soprattutto intima e emotiva che il protagonista ha con la società. Un distacco tale da farlo poi sentire davvero “straniero” con tutto e con tutti. Lo stato di alienazione del protagonista è all'apice, il suo vivere da impiegato è totalmente fuori dalla “normale” vita borghese del tempo, lui si trova in mezzo a viverci senza riscontrare sensazioni, senza sentire alcuna necessità, insomma totalmente “straniero”.
Nel proseguo dei fatti, pare che il protagonista prenda quasi coscienza di se e si renda conto della sua situazione ma al contempo si rende pure conto del suo mancato senso di vita e sa anche che a questa condizione non potrà opporsi e sarà comunque sempre distante e indifferente.
“Lui non mi capiva ed era un po' irritato con me. Desideravo dirgli che ero come tutti gli altri, assolutamente come tutti gli altri. Ma tutto questo, in fondo, non aveva una grande utilità, e per pigrizia ho rinunciato.”
Il premio Nobel Camus con questo libro mi ha lasciato davvero senza parole, e ha saputo dare una conoscenza della società, che mi ha davvero spiazzato, lo “straniero” siamo noi e oggi ancora di più tale marchio ci appartiene.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web

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