Il mio Natale si è evoluto nel tempo,
nato tra noci e camiciole di lana,
tra bacche di rose
e cachi maturi,
il mio primo regalo importante
gli animali di gesso
colorati di terre,
poi conobbi la Lego,
ma era stato un regalo
di una nobile anziana
in promiscua salute.
A dieci anni capivo
che il Natale era un gesto,
un incontro voluto
di parenti lontani,
di cucine sommerse,
di profumi nostrani,
un puffetto sul viso,
un “ ti vedo cresciuto”,
ma “ sei sicuro di mangiare abbastanza”
“ sei sempre più secco di
un ago d'abete”.
Poi sopravvenne la contestazione,
il Natale era solo una festa borghese,
lo snobbai come festa
e misi in prognosi riservata
pure la religione,
era giusto una “falsa” occasione
per un approccio d'amore,
un regalino di convenienza
per farsi più bello
e far battere un cuore.
I Natali più belli
li ho vissuti con i figli,
del loro sorriso
ho goduto ogni attimo,
regali, canzoni,
giochi in casa e
preghiere fatte al bordo del letto
una a Babbo Natale
l'altra a Gesù Bambino,
mentre fuori e dentro
ricoprivo di luci
pure il soffitto.
Ora è solo un caldo sapore
che si innalza dal cuore
e raggiunge la testa,
che mi prende la mano
e mi urla che è festa,
la preghiera è di prassi
ma molto sentita,
la festa ha i suoi
scanditi colori,
ma oggi io sento davvero
il Natale,
quando forse nevica fuori,
ma dentro resiste
quell'amore sovrano
tra persone di casa,
figli, nuore e la figura importante
che scandisce con me
il passar delle ore
esaltando i minuti
come fossero ognuno
un passare felice di anni.
Roberto Busembai (errebi)
Immagini Errebi (Il mio piccolo mondo Natalino)
❤️
RispondiEliminaGrazie di cuore amica cara
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