Aveva preparato ogni cosa, accuratamente, ogni sacco e cesto capiente erano stati riposti sulla slitta, la lista dei bambini d'andare a visitare era ben protetta dentro la tasca del giaccone rosso con il risvolto in pelliccia bianca, era certo che niente mancava e niente dimenticava, la partenza era prossima e mancavano soltanto le renne d'attraccare per spiccare il volo verso la terra che lo aspettava.....e così Babbo Natale, prese le bestiole e attraccate alle corde della slitta, si mise il tipico cappello rosso con il pompon baldanzoso bianco e con un forte grido di sprono, si sedette alla guida di quel magico carro e s'involò verso il destino di sempre, quello che ogni bambino attende con tutta la speranza e con il cuore caldo.
Natale si avvicinava alle porte, tutti erano pronti ad aspettare che quel Babbo antico un dono portasse, anche solo un dolce o un bacio, ma che facesse sognare tutti e indistintamente tutti i bambini, perchè la festa oltre che di fede è soprattutto d'amore immenso per loro.
Era quasi arrivato alla sua prima meta, un paesino di alta montagna, isolato e lontano dai fasti della città, ma ricco ancora di bambini ed erano loro i primi che avrebbero avuto la sua visita, ma una tempesta di vento e neve lo colse a pochi metri dall'atterrare in piazza e dovette perciò rinunciare e decidere di ripassarci al suo ritorno, ma nel virare inaspettatamente non si accorse del cesto che rotolò dalla slitta e pesantemente volando andò a cadere nel bosco vicino a quel piccolo paese.
La tempesta durò per tutta la notte e per tutta la notte quei bambini sognarono e attesero nei loro lettini l'arrivo di quel bianco signore, ma al mattino quando ben presto ebbero ad alzarsi e andarono a scrutare ai loro caminetti o sotto i loro alberi di Natale, provarono la più grande delusione della loro vita, il Babbo Natale non era venuto.
Si susseguì anche la disperazione dei genitori che non capivano il motivo e il perchè dell'accadimento, e soprattutto non sapevano come consolare e confortare il dolore e la disperazione dei loro figli.
Intanto nel bosco, quel cesto che era caduto dal cielo, si era frantumato e aveva sparso i doni che recava su una piattaforma di neve alta, che li protesse dal rompersi. Un cavallino nero in legno e con le ruote sostava sotto un grande abete, un pupazzo con le gambe allargate e la testa china si era adagiato sopra la cima di un sasso, scatole colorate, grandi e piccoline erano sparse sulla piazzola e tanti dolcetti e biscotti si erano sparpagliati facendo sembrare quel manto di neve alta, panna con sopra cioccolatini a decorare.
Ma come tutte le cose che hanno la loro stranezza, attirano la curiosità, nel bosco questi oggetti strani attirarono naturalmente l'attenzione degli abitanti animali, due piccole lepri dagli orecchi grandi guardavano sorprese da dietro un grosso tronco adagiato sul terreno, uno scoiattolo da un ramo secco era entusiasta di quel gioco di colori, un pettirosso più audace si posò addirittura sul pacco più grande, da lontano arrivarono anche due daini incuriositi da quell'andirivieni che si era creato nel bosco, tutti gli animali accorrevano a visitare quella meraviglia, si era sparsa la voce che Babbo Natale avesse pensato anche a loro, ma loro che cosa se ne facevano di tutti quei giocattoli?
Arrivò giusto in tempo una Volpe anziana che ebbe intuito dell'accaduto e ne fece menzione a tutti quanti:
“Questi doni non sono per noi, Babbo Natale li ha perduti dalla slitta e inavvertitamente sono caduti in questo bosco, ma io so anche che non sono poi caduti nel posto sbagliato, anzi so a chi appartengono e se mi date una mano oggi potremmo far contenti tanti e tanti bambini.”
Nel paese intanto si tardava a festeggiare il Natale,le tavole erano imbandite ma non si parlava di mangiare,ai presepi tutti quanti ancora non erano stati aggiunti i “Gesù bambino”, oggi non poteva nascere nemmeno Lui.....quando dal fondo di una strada si intravide una processione di animali, con in testa l'anziana Volpe, tutti portavano in bocca un pacco o un giocattolo e stavano procedendo verso il paese.
Non potete immaginare la felicità dei bambini nel vedersi portare i regali dagli animaletti, e non potete immaginare la sorpresa dei genitori nel vedere tutti quei piccoli animali indaffarati e contenti nel donarli.
Intanto Babbo Natale non si era accorto e al resto del mondo aveva fatto il suo dovere, e quando stava per tornare gli venne in mente di quel paese che aveva saltato per la tempesta, ma si rese conto anche che non aveva altri giochi sulla slitta. Rimase stupito e controllò varie volte la lista, se per caso avesse sbagliato a fare i conti, ma tutto tornava. Disperato atterrò con la slitta nel bosco vicino a quel piccolo paese e quasi piangeva dalla disperazione per non poter accontentare quei bambini, quando un piccolo scoiattolo gli si avvicinò e gli chiese:
“Babbo Natale perchè piangete?”
“ Perchè avevo da fare una consegna e non trovo più quei regali”
“ Ma non disperatevi, quei regali li avevate persi e erano caduti proprio qui vicino, noi animali li abbiamo notati e grazie all'anziana Volpe li abbiamo già restituiti a chi appartenevano. Quei bambini sono ora felicissimi, potete ritornare a casa tranquillo”
Babbo Natale rimase prima di tutto stupito della cosa e poi contento come non mai, abbracciò lo scoiattolo e :
“ Per ricompensarvi tutti quanti farò in modo che quest'anno l'inverno mio amico sia più mite del solito e possa darvi a tutti la possibilità di avere cibo e caldo in abbondanza” e salutò scomparendo nel cielo che iniziava ad allargarsi e a far apparire il sole.
Natale si avvicinava alle porte, tutti erano pronti ad aspettare che quel Babbo antico un dono portasse, anche solo un dolce o un bacio, ma che facesse sognare tutti e indistintamente tutti i bambini, perchè la festa oltre che di fede è soprattutto d'amore immenso per loro.
Era quasi arrivato alla sua prima meta, un paesino di alta montagna, isolato e lontano dai fasti della città, ma ricco ancora di bambini ed erano loro i primi che avrebbero avuto la sua visita, ma una tempesta di vento e neve lo colse a pochi metri dall'atterrare in piazza e dovette perciò rinunciare e decidere di ripassarci al suo ritorno, ma nel virare inaspettatamente non si accorse del cesto che rotolò dalla slitta e pesantemente volando andò a cadere nel bosco vicino a quel piccolo paese.
La tempesta durò per tutta la notte e per tutta la notte quei bambini sognarono e attesero nei loro lettini l'arrivo di quel bianco signore, ma al mattino quando ben presto ebbero ad alzarsi e andarono a scrutare ai loro caminetti o sotto i loro alberi di Natale, provarono la più grande delusione della loro vita, il Babbo Natale non era venuto.
Si susseguì anche la disperazione dei genitori che non capivano il motivo e il perchè dell'accadimento, e soprattutto non sapevano come consolare e confortare il dolore e la disperazione dei loro figli.
Intanto nel bosco, quel cesto che era caduto dal cielo, si era frantumato e aveva sparso i doni che recava su una piattaforma di neve alta, che li protesse dal rompersi. Un cavallino nero in legno e con le ruote sostava sotto un grande abete, un pupazzo con le gambe allargate e la testa china si era adagiato sopra la cima di un sasso, scatole colorate, grandi e piccoline erano sparse sulla piazzola e tanti dolcetti e biscotti si erano sparpagliati facendo sembrare quel manto di neve alta, panna con sopra cioccolatini a decorare.
Ma come tutte le cose che hanno la loro stranezza, attirano la curiosità, nel bosco questi oggetti strani attirarono naturalmente l'attenzione degli abitanti animali, due piccole lepri dagli orecchi grandi guardavano sorprese da dietro un grosso tronco adagiato sul terreno, uno scoiattolo da un ramo secco era entusiasta di quel gioco di colori, un pettirosso più audace si posò addirittura sul pacco più grande, da lontano arrivarono anche due daini incuriositi da quell'andirivieni che si era creato nel bosco, tutti gli animali accorrevano a visitare quella meraviglia, si era sparsa la voce che Babbo Natale avesse pensato anche a loro, ma loro che cosa se ne facevano di tutti quei giocattoli?
Arrivò giusto in tempo una Volpe anziana che ebbe intuito dell'accaduto e ne fece menzione a tutti quanti:
“Questi doni non sono per noi, Babbo Natale li ha perduti dalla slitta e inavvertitamente sono caduti in questo bosco, ma io so anche che non sono poi caduti nel posto sbagliato, anzi so a chi appartengono e se mi date una mano oggi potremmo far contenti tanti e tanti bambini.”
Nel paese intanto si tardava a festeggiare il Natale,le tavole erano imbandite ma non si parlava di mangiare,ai presepi tutti quanti ancora non erano stati aggiunti i “Gesù bambino”, oggi non poteva nascere nemmeno Lui.....quando dal fondo di una strada si intravide una processione di animali, con in testa l'anziana Volpe, tutti portavano in bocca un pacco o un giocattolo e stavano procedendo verso il paese.
Non potete immaginare la felicità dei bambini nel vedersi portare i regali dagli animaletti, e non potete immaginare la sorpresa dei genitori nel vedere tutti quei piccoli animali indaffarati e contenti nel donarli.
Intanto Babbo Natale non si era accorto e al resto del mondo aveva fatto il suo dovere, e quando stava per tornare gli venne in mente di quel paese che aveva saltato per la tempesta, ma si rese conto anche che non aveva altri giochi sulla slitta. Rimase stupito e controllò varie volte la lista, se per caso avesse sbagliato a fare i conti, ma tutto tornava. Disperato atterrò con la slitta nel bosco vicino a quel piccolo paese e quasi piangeva dalla disperazione per non poter accontentare quei bambini, quando un piccolo scoiattolo gli si avvicinò e gli chiese:
“Babbo Natale perchè piangete?”
“ Perchè avevo da fare una consegna e non trovo più quei regali”
“ Ma non disperatevi, quei regali li avevate persi e erano caduti proprio qui vicino, noi animali li abbiamo notati e grazie all'anziana Volpe li abbiamo già restituiti a chi appartenevano. Quei bambini sono ora felicissimi, potete ritornare a casa tranquillo”
Babbo Natale rimase prima di tutto stupito della cosa e poi contento come non mai, abbracciò lo scoiattolo e :
“ Per ricompensarvi tutti quanti farò in modo che quest'anno l'inverno mio amico sia più mite del solito e possa darvi a tutti la possibilità di avere cibo e caldo in abbondanza” e salutò scomparendo nel cielo che iniziava ad allargarsi e a far apparire il sole.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
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