domenica 2 dicembre 2018

IL NEGOZIO DI GIOCATTOLI

Era sempre illuminato a giorno e la vetrina sfavillava di luci pur di invogliare la gente a vedere e comprare quei prodotti, ma nessuno pareva interessarsene, nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi a quel negozio, tanto era caro, così credevo, e tanto era impossibile perciò comprare a quei prezzi esorbitanti.
Mi ricordo che un giorno, incuriosito da tanto luccichio, mi avvicinai per vedere che tipo di merce vendesse, e come tutti i ragazzi della mia età, avrò avuto circa 10 anni, rimasi allampanato all'istante. Quelli che si vedevano erano giocattoli, in tutte le forme e in tutte le specie, dai trenini in modellini vari e meticolosamente affini agli originali, a gli orsacchiotti in peluche di varie grandezze, ricordo che ce n'era uno immenso, era il doppio della mia statura, appoggiato al muro nell'interno del negozio, era bellissimo, con un pelo quasi senape e due occhi che parevano veri tanto brillavano.
E i soldatini, tutti meticolosamente allineati e ben colorati nelle loro uniformi, i palloni di cuoio, di stoffa e di altro materiale, tutti indistintamente coloratissimi, e poi gli strumenti musicali, chitarre rosse e piatti per grancasse, flauti e una fisarmonica dorata poggiata ad una sedia, sassofoni splendenti e pure un pianoforte nero lucido con coda, in attesa di essere suonato, se ne stava nel centro del grande negozio sfacciatamente con fare esuberante.
C'erano anche tante bambole in vestiti diversi e molto raffinati, trine e ricami, fazzoletti e veli, e pure imitazioni di cucine con relativi piatti, posate e stoviglie varie.
Stavo ritornando da quel sogno reale, non avrei certo potuto comprare nemmeno uno di quei giocattoli che mi affascinavano, e mesto mi stavo per incamminare, quando dalla porta del negozio un anziano signore mi chiamò:
- Ragazzo, ti piacerebbe avere uno di questi giocattoli?
Mi voltai meravigliato, e comunque gentilmente risposi:
- Certo che mi piacerebbe, ma non sono certo in grado di poterli comprare. Grazie comunque
- Ma nessuno ti ha chiesto soldi - rispose l'uomo - a me basta che indichi il gioco che ti piace di più e poi ti insegno a guadagnartelo....avvicinati alla vetrina e indicamelo.
Ero timoroso e dubbioso, ma come si sa, quando siamo ragazzi non c'è niente che ci metta in allarme o di cui si possa aver paura e mi avvicinai, rimirai ancora tutta quella meraviglia, ma c'era una cosa più di tutte che mi affascinava e mi tornò facile dirgliela.
- Bene, disse l'anziano venditore, ora non ti resta che tornartene a casa e sperare che il sogno si avveri, ma devi promettermi che racconterai a tutti i tuoi amici tutto quello che hai visto oggi, senza criticare i prezzi e le qualità dei giocattoli. D’accordo?
- Certo, è facilissimo, del resto non faccio che dire la verità....è tutto così bello! E salutai quell'uomo.
Il giorno dopo, in classe non feci altro che parlare del negozio che avevo visto, raccontai dei giocattoli, del pianoforte, del grande orsacchiotto, e tutti mi stavano ad ascoltare meravigliati e tanti mi invidiavano quasi per avere avuto il coraggio di essermici avvicinato, ma non raccontai loro della promessa che mi aveva fatto fare quel venditore. A fine racconto, tutti i miei compagni si promisero che nel pomeriggio dopo le lezioni sarebbero andati anche loro a vedere quelle meraviglie.
E così fecero, ma ebbero a provare una grandissima delusione perchè quel negozio era assolutamente vuoto, niente luci, niente trenini o soldatini, niente bambole ma soprattutto nessun pianoforte e nessun grande orsacchiotto.
Il giorno dopo fui deriso da tutti e tutti mi fecero passare per un parolaio, un bugiardo e che le cose che gli avevo raccontato erano soltanto frutto della mia immaginazione, ma io quel negozio l'avevo visto per davvero, ma ormai nessuno più mi credeva.
Passarono mesi e del negozio non se ne parlò più, soltanto io ne ebbi un ricordo quando cominciarono ad avvicinarsi le festività natalizie perchè pensai che chissà quanto avrebbe venduto adesso quell'anziano signore, visto che il Natale si faceva sempre più vicino. Ma comunque non dissi mai a nessuno del patto che avevo fatto e quasi me ne ero dimenticato ma un giorno.......
Era l'ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze Natalizie, nevicava fortissimo e quasi tutto il paese era ricoperto di un bianco candore, camminavo svelto perchè un vento freddo aveva iniziato a soffiare e volevo rientrare in casa velocemente quando improvvisamente in fondo alla via intravidi l'anziano commerciante, non credevo ai miei occhi, forse era un miraggio, ma gli corsi incontro e quasi lo stavo per chiamare, quando fu invece lui stesso che vedendomi mi fece cenno di avvicinarmi.
- Ragazzo mio, allora hai fatto quello che ti avevo detto?
- Certo che l'ho fatto, ma voi avete portato via tutto dal negozio e ve ne siete andato, i miei amici mi hanno fatto passare per bugiardo.
- Non sono io che me ne sono andato, ma sono i tuoi amici che non riescono a vedermi perchè la loro è solo curiosità senza affinità di bene, te hai visto tutto quanto perchè l'amore che riporti per le cose è uguale a quello che porti alle persone, come lo hai portato per me non facendone menzione.
E mi porse la fisarmonica dorata, quella che avevo indicata quel giorno, e svanì.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine: Stewart Sherwood

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