E sale come una marea,
una corrente che non puoi fermare,
ti dissi ciao con le labbra amare
e forse mi rispondesti uguale,
ma già dal vetro
del bar dove c'eravamo visti,
di nuovo, come si faceva sempre,
tremavo come una foglia
in un autunno ventoso,
nel guardati già ombra
nel ricordo,
ma figura ancora sostanziosa.
Tacqui e ingollai il rospo,
acre era il dispiacere
da far sentire amaro
un caffè appresso
carico di bustine di zucchero
a dolcificare.
E sale come una marea
il sogno che non puoi mai fermare.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Photo Kamal Hayouni
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