Nascondo dietro il velo di una tenda aperta, luce che entra e sogni che volano, nascondo il silenzio dei giorni e i rumori del pensiero che immaturo scivolava come un gelato al calore del sole, nascondo come niente la voglia di andare e incosciente catturo quel pulviscolo che s'alza su un raggio di luce al solo smuovere di tenda. Nascondo e tengo fremente nel cuore quel desiderio invadente, sul selciato dell'aia, nella corte, dove arde il sole cocente di un'estate che pare sempre sia stata, nascondo la vita presente per ritrovare il passato, come se la foglia cadente fosse solo un pensiero svelato. E sulla casa ormai lontana, sulla finestra aperta al nulla e al silenzio che non ha più giorni e nemmeno rumori di gente e motori, coi profumi delle erbe di stagione o frutti già maturati e i soliti lavori di sempre con la gioia nei sandali o piedi nudi, nascondo il volto figurato di un sorriso senza denti ma con l'occhio scrutatore e la gioia di un amore che non era ancora nato. Nascondo la canzone che ho cantato a squarciagola, un motivo che ho amato come amo questa voglia di nascondere in una casa vuota, il pieno di una vita che ho desiderato e lascio sulla soglia ancora l'orma netta del mio attraversare. Nascondo tutto e il niente e tutto e niente è a tutti donato.
Roberto Busembai (errebi)
Photo d'ispirazione di un caro amico Luis Boccuti
Letta sul giornale,rileggo volentieri.
RispondiEliminaScrivi davvero magnificamente.
Si sente tutto ciò che provi e lo trasmetti davvero bene.
Complimenti